Il film di Alessandro Aronadio

Adattamento della pellicola australiana Long Story Short, il film di Alessandro Aronadio Era Ora (disponibile su Netflix) mette in risalto la più pregiata moneta in nostro possesso: il tempo.

Già all’epoca del filosofo Teofrasto, infatti, i ritmi della vita scandivano la felicità, tematica affrontata nei lungometraggi ”Ricomincio da capo” e “In Time”. Qui Edoardo Leo, pur potendo usufruire di 96 giorni di ferie, si perde nella ripetitività sempre diversa del suo compleanno, un susseguirsi di eventi che rende confuso e spaesato il protagonista.

Alla base di Era Ora c’è l’incapacità di accettare i cambiamenti, di sfuggire alla quotidianità, di dedicarsi agli altri. Siamo concentrati su noi stessi, come se tutti i giorni compissimo gli anni, fossimo al centro dell’attenzione, finchè non ci accorgiamo di quanto il dolore sia un passaggio obbligato, il ponte immaginario fra aspirazione e realtà, inseguendo obiettivi di cui pensiamo avere bisogno, perdendo di vista le cose importanti: l’amore, i figli, gli amici.

La sceneggiatura è intesa come frizione che crea attrito fra la voglia di correre e di divorare ogni istante e ogni possibilità, e quella invece di rallentare, godersi l’attimo, il qui e ora, il kairos prima del kronos, la qualità che prevale sulla quantità di secondi, minuti, ore, la vita che scivola via mentre mangi un pancake, riflettendo sul fatto che, forse, a trascorrere non è il tempo ma la nostra avversione ”ad-esso”.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.