Una cover del compianto Pino Daniele ed un inedito dal titolo “Play Me” sono i nuovi brani di Roberta Gentile, un sound ricercato ed affascinante, paesaggi orientali che foraggiano il giovane spirito artistico del talento andriese

Ciao Roberta. Come mai hai scelto di omaggiare un mostro sacro come Pino Daniele con la cover di “Che male c’è”?

L’idea è partita dal mio produttore, Bluey Maunick, il leader della band degli Incognito. Lui ama moltissimo artisticamente Pino Daniele e si sono conosciuti poco prima della sua morte, e avrebbero voluto fare qualcosa insieme. Personalmente, invece, quando canto una canzone di Pino Daniele mi sento totalmente dentro, e avrei voluto scriverne io alcune. Lui ha portato la musica internazionale in Italia e la musica italiana nel mondo, per me rimarrà sempre un punto di riferimento…

Con “You” hai dato vita ad un importante crowdfunding, quali obiettivi si pone, invece, il tuo nuovo inedito “Play Me”?

Con “Play Me” si anticipa l’uscita dell’album completo. Presto infatti vi svelerò la data di lancio! È composto da 12 tracce, tutte in inglese tranne “Che male c’è”, unico pezzo in italiano e cover.

Con l’uscita di questo album si conclude un periodo di crescita, formazione, viaggi, esperienze ed emozioni indescrivibili, tra Londra, Giappone, Thailandia e Italia, c’è tutto il mio cuore degli ultimi due anni. Non vedo l’ora di condividerlo con voi!

Quanto ti hanno ispirato, in sala registrazione, locations quali Londra e la Thailandia?

Tantissimo. Mi ricordo che in particolare in Thailandia è stata una esperienza molto stimolante. Bluey, Francesco Mendolia alla batteria, Francisco Sales alla chitarra, Francis Hylton al basso, Matt Cooper alle tastiere, Mo Housler come tecnico del suono e me: ci siamo rinchiusi per dieci giorni in uno studio meraviglioso in Thailandia chiamato Krabi Road Studio, con un giardino bellissimo, la piscina, noci di cocco e un sole bellissimo e ci siamo lasciati emozionare dalla potenza della natura e della bellezza di questa splendida terra, scrivendo e registrando un pezzo dietro l’altro. È stato come vivere un sogno.

Consideri più difficile o più entusiasmante cantare accompagnata da un’orchestra di venti archi?

Negli studi di Londra abbiamo registrato con un’orchestra di venti archi diretta da Simon Hale, meglio conosciuto per i suoi arrangiamenti per Jamiroquai, Bjork, Incognito, George Benson, Josh Groban e molti altri…

Direi che cantare accompagnata da un’orchestra è difficile ed entusiasmante allo stesso tempo. È un’energia pazzesca, siamo tutti connessi nello stesso momento.

Quando abbiamo registrato con l’orchestra eravamo all’ANGEL STUDIO di Londra e l’emozione più bella era sentire gli archi aggiungere colori nuovi ai pezzi…

 


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.