
Non guardate sopra
Scritto e diretto da Adam McKay, “Don’t look up” è un film prodotto da Netflix e trasmesso proprio su Netflix dal prossimo 24 dicembre. Con uno dei cast migliori di sempre, la pellicola è una satira sull’apocalisse, la demenziale successione di eventi mutuata dal Covid alla cometa Dibiasky, il cui nome è un omaggio alla scienziata interpretata da un’intensa Jennifer Lawrence.
Sparring partner della Lawrence è il dott. Randall Mindy, un eclettico e coinvolgente Leonardo Di Caprio che si presta, per la prima volta, ad un ruolo tragicomico, è lo sguardo attento della scienza sul Mondo, la crescente preoccupazione green di cui lo stesso Di Caprio, anche nel privato, è fervido sostenitore.
La sua liaison con l’anchorwoman Cate Blanchett segna l’evoluzione di un personaggio travolto dal turbinio social di un disastro annunciato, la chiusura di un cerchio che inizia e finisce con l’imprimatur della superficialità, il pater familias che cede alle lusinghe dei riflettori per poi restarne accecato.
”Nove navi nuove navigavano”, uno scioglilingua, la dettagliata regia che McKay offre ai particolari gesti dei personaggi, rivelandone carattere ed inclinazione, in una società quasi futuristica nel vano tentativo di emancipazione, una società che vuole una Donna presiedere lo Studio Ovale della Casa Bianca, Meryl Streep, suprema rappresentante degli Stati Uniti e patetica antesignana di un’apparenza che nasconde la più terribile delle realtà, una contingenza triste e depressa, curabile solo attraverso l’utilizzo di una app del disincantato Mark Rylance che fa il verso a Steve Jobs e allo sviluppo tecnologico che fa abbassare la testa di fronte all’evidente.
“Non guardate sopra!”, appunto, il monito dei negazionisti, l’imperativo di chi ci vuole schiavi degli smartphone e delle fake news, di chi, abusando del proprio potere, si illude di potersi mettere in salvo dal Giudizio Universale, la tabula rasa necessaria per ripartire ex novo, ab imis, dalle radici della nostra coscienza, di chi è disposto a tradire il proprio figlio (Jonah Hill) pur di essere ricordato, e di chi, invece, abbraccia la semplicità di un Amore (Timothèe Chalamet), per assaporare gli ultimi istanti di umanità.
“Don’t look up” è, in assoluto, il più accurato lavoro cinematografico della stagione, un genere che il mercato italiano non riesce, purtroppo, ancora ad assimilare e a propinarci.