“Nel 2009 ho aperto il mio primo blog e da quel momento in poi non ho smesso di approfondire attraverso ricerca e sperimentazione nuove strategie…”

Dalla neo Presidente alla Commissione UE, Ursula von der Leyen, alla vicepresidente con delega al Digitale, Margrethe Vestager, dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, fino ad Antonia Casiero. Non è solo un caso che la sensibilizzazione all’avanguardia didattica si tinga di rosa. Proprio l’insegnante andriese, con cattedra presso 3° Circolo Didattico “Cotugno”, ci racconta la soddisfazione per la prestigiosa nomina:

Ciao, Antonia. Che effetto fa essere fra i centoventi esperti nazionali (e fra i nove pugliesi) nominati dal Ministero dell’Istruzione per garantire attività necessarie allo sviluppo della Scuola Digitale?

La nomina del Ministero è stata il risultato di una selezione per titoli e colloquio tenutosi presso il MIUR . I titoli richiesti sia culturali che professionali erano inerenti il PNSD e l’innovazione didattica, di cui mi occupo da tempo, da quando decisi, nonostante lavorassi già, nonostante avessi una figlia di cui prendermi cura, di iscrivermi all’università per approfondire le mie competenze digitali che avevo maturato, fino a quel momento, da autodidatta. Nel 2006, infatti, mi iscrissi ad un corso di laurea triennale conseguito con la lode il titolo di Formazione e gestione risorse umane, indirizzo formatore multimediale. Di li poi una serie di master e perfezionamenti per migliorarmi e per migliorare le competenze dei miei alunni. L’essere stata ambasciatrice etwinning e tutor INDIRE mi ha consentito di confrontarmi a livello nazionale e internazionale sugli stessi temi a me cari: tecnologia e didattica. Nel 2009 ho aperto il mio primo blog e da quel momento in poi non ho smesso di approfondire attraverso ricerca e sperimentazione nuove strategie, nuovi software efficaci per favorire una didattica inclusiva. Il traguardo appena raggiunto è una ulteriore soddisfazione nel mio percorso che va a completare ciò che si raccoglie sul campo, direttamente con gli alunni che  ti dicono “Maestra è bello studiare con te!”.

In che modo  le nuove generazioni di studenti possono trarre vantaggio dalla fruizione di metodologie di apprendimento innovative?

Gli studenti “nativi digitali” sono nati nell’era della globalizzazione, della tecnologia che si evolve velocemente , in un mondo che richiede competenze differenti rispetto al passato: creatività, problem solving, spirito d’iniziativa, collaborazione… Il raggiungimento delle competenze dello studente del nuovo millennio vede una sua partecipazione più attiva nel processo insegnamento/apprendimento. Il tradizionale binomio trasmissivo docente-studente, non può più funzionare e il docente deve utilizzare metodologie innovative per promuovere un apprendimento efficace. Di qui la necessità ad esempio di sviluppare competenze di coding e pensiero computazionale, di autovalutazione, di promuovere attività laboratoriali e di cooperative learning, al fine di favorire l’interazione e la collaborazione.

La tua formazione in pedagogia della marginalità e della disabilità, oltre che il tuo ruolo di insegnante di sostegno, ti ha portata a rivolgere l’attenzione alle tecnologie riferite come supporto alla disabilità e mezzo per l’inclusione. Sentendomi particolarmente chiamato in causa dall’argomento, a che punto è il processo di inclusione del disabile nella realtà-Scuola, come la intendiamo noi oggi?

Da insegnante di sostegno posso affermare che il docente che si occupa di bisogni speciali può contribuire a porre le basi per la promozione e la diffusione di un’educazione alle differenze e di una cultura dell’inclusione. Può farlo anche attraverso  metodologie e dispositivi tecnologici e non che tengano conto delle pari opportunità e delle diversità. A titolo esplicativo ma non esaustivo si pensi a metodologie come il cooperative learning, al peer tutoring, al digital storytelling, a strumenti come, ad esempio, i software per la creazione di mappe concettuali, videolezioni da fruire in qualsiasi momento, anche fuori dalla scuola, a dispositivi come tastiere facilitate, videoingranditori, comunicatori, ecc….Allo stesso tempo nel processo inclusivo gioca un ruolo fondamentale il gruppo dei coetanei: esso assume una valenza importantissima sul piano relazionale, ma anche su quello educativo poiché l’instaurarsi di rapporti solidali può rappresentare una risorsa ulteriore per una didattica inclusiva. Da un punto di vista normativo la via italiana sembra essere all’avanguardia sui temi dell’inclusione scolastica, attraverso un’azione formativa che si realizza in comunità educative condivise da tutti gli alunni, attraverso l’impegno di un rilevante insieme di risorse economiche, umane e di natura istituzionale e l’attivazione di processi di collaborazione tra soggetti diversi (scuola, ASL, famiglia) ;  dal punto di vista operativo invece appare ancora lunga e lastricata di ostacoli la strada da percorrere, a causa di infrastrutture ancora ricche di barriere e di spazi poco flessibili alle reali esigenze di alunni speciali, per poter affermare una reale inclusione dell’alunno con disabilità nella vita scolastica.

Progetti futuri?

Intanto ora attendo disposizioni direttamente dal MIUR, che verranno date ai componenti di tutte le equipe su territorio nazionale, in occasione della formazione. In seguito si cercherà di coniugare quelle che sono le direttive ministeriali con i bisogni delle scuole nell’ambito regionale.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.