Ci vuole coraggio ad essere così vigliacchi!

Caro Direttore,

non c’è bisogno di ribadire che io sto con Cacciari, senza puntini di sospensione. Sì, chi non s’indigna è un pezzo di merda. I migranti bloccati a Catania sono il paradigma e il punto di arrivo di una storia miserabile e odiosa. I “palestrati” salvati da morte sicura sono esposti al dileggio e al ludibrio di un ministro tronfio del suo potere e di un Paese che tace per viltà e per paura. Un Paese che non vedeva l’ora di tirare fuori il peggio di sé per sputarlo in faccia ai diseredati della terra. Gli italiani brava gente a questo sono ridotti, gli italiani che sono una caricatura della brava gente.

Una Nazione, come piace dire al ministro da osteria, il celodurista Salvini, contro un centinaio di poveracci tenuti in ostaggio da una politica affetta da crudeltà mentale. Una Nazione che premia nelle urne e nei sondaggi proprio quella crudeltà mentale contro i negri cioè contro esseri umani che scappano da miseria e carestie, epperò “palestrati”, secondo il dire di un Truce senza storia che si copre di gloria facendo il macho con gli ultimi della Terra. Ci vuole coraggio ad essere così vigliacchi!

Ora il Truce sfrutta l’onda di un sentimento minoritario e carsico, che si è ingrossato a forza di bugie raccontate come verità, per giunta con l’esibizione di Bibbia e Rosario, cioè con il rovesciamento del significato cristiano della vita. Un orrore che scorre nelle nostre case, grazie anche a una informazione imbelle. Vedo i tg tutti che, con l’ipocrisia tipicamente italiana, offrono spazio bilanciato a chi è per l’orrore e a chi è contro, come se si trattasse di un dibattito accademico sulla bontà di un piatto di amatriciana.

Questo vivere a pecoroni, che è il contrario della schiena dritta, ha fatto di Salvini un idolo, uno che si ingrassa di politica da vent’anni e che non è estraneo allo sfascio del Paese. In combutta con i grillini, cozze vuote avrebbe detto mio padre, Salvini ha rovesciato la sua sorte: da anonimo politico di scarsa professione, è diventato il difensore dei Sacri confini, a spese di quattro disperati. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da incazzarsi.

Non siamo più un Paese cristiano, questa è l’amara verità. Anche la Chiesa, che una volta avrebbe alzato la voce e il tono della preghiera, appare sorpresa e stupita, come se avesse smarrito il suo essere cattolica, cioè universale. Se la religione è diventata utile per essere un po’ a favore e molto contro i negri, non c’è storia. I pezzi di merda sono un mare e diventeranno un oceano.

Dio non voglia.

Caro Direttore,

se Salvini avesse le palle, andrebbe a Bruxelles, con i suoi parlamentari e con i sovranisti sedicenti amici suoi, e occuperebbe il Parlamento fino ad ottenere un impegno concreto e serio dell’Europa sui problemi dell’emigrazione. Se avesse le palle, Salvini non scaricherebbe il suo livore politico su un gruppo di poveri disgraziati che la vita sballotta per mari, inseguiti dalla morte. Se avesse le palle…


Fontehttps://commons.wikimedia.org/wiki/File:CP_941_Diciotti.jpg
Articolo precedenteShark
Articolo successivoIl saggio politico di una danza tragica…
Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).

1 COMMENTO

  1. Si può accettare, come italiani, come esseri umani, come cristiani e cattolici (per chi lo è), che un soggetto politico giochi il suo ruolo da Truce sulla pelle di altri esseri umani. C’è ancora un minimo di umanità in noi, nel popolo italiano???
    Uno che è partito con:Roma ladrona, i napoletani che puzzano, uno che invocava il Vesuvio per lavare il popolo napoletano,
    uno che prima la lega, uno che invocava l’indipendenza della Padania,
    uno che per 25 anni ha dileggiato i meridionali…, quale credibilità può avere ora che dice: Prima gli italiani e Pacchia finita….e intanto non si indigna per quei 49 milioni di euro degli ITALIANI fatti sparire da esponenti della sua lega????????
    Il problema non è “se salvini avesse le palle”, il problema grave è la scarsa memoria degli italiani.

Comments are closed.