
I gabbiani lo sanno di che colore è il mare,
ne custodiscono il rimpianto in fondo agli occhi,
ne sigillano come un segreto il suono dentro il becco,
ne piluccano i bordi fingendo distrazione,
ne assaggiano la pelle, lì dove non ci sono date,
non ci sono calendari ma solo l’andirivieni delle nuvole.
L’azzurro è un artiglio che non lascia scampo,
ti divora i sogni, è una minaccia e un lampo,
la tentazione di un azzardo, una pazzia, è un giugno
spaginato di rondini, sciabolata di gioia, un pugno.
Eccolo il mare azzurro come una paura.
E’ qui che galleggiamo ad ali spalancate.
Questo è l’azzurro che ci assedia e ci tormenta,
ci soffoca, ci strazia il suo grido lontano.