Guardandola negli occhi capisci subito di essere di fronte ad una donna dalla capacità comunicativa ed espressiva senza eguali, un volto noto, il suo, ma tremendamente familiare, una bellezza che entra ogni giorno nelle nostre case con la disarmante discrezione di un’attrice forte e dall’indubbia personalità. Ai microfoni di Odysseo, Dana Ceci traccia la linea di confine che separa la comicità dalla realtà.

Ciao Dana. Sei, ormai, un volto storico del “Mudù”. Com’è possibile, oggi, per un’attrice mantenere una carriera di buon livello senza lasciare il passo alla novità del momento?
Ebbene siamo alla soglia dei 16 anni di Mudù, correva l’anno 2004 quando sono entrata a far parte di questa grande famiglia. Non c’è bisogno di un elisir particolare per mantenere un buon livello di carriera, basta essere sempre se stessi nella vita, ponderare bene le scelte che si fanno, essere coerenti e non eccedere con le stravaganze recitative, senza cadere in scelte sbagliate che possano compromettere il tuo lavoro e se vogliamo, anche la persona stessa. Io sono dell’avviso che un attore non possa improvvisarsi altro, cioè deve rientrare sempre nei propri canoni, altrimenti si rischia di sbagliare scadendo nell’effimero, come spesso oggi accade, ed è ciò che si evince dalla tv. Con questo voglio dire che l’attore deve fare l’attore, il presentatore deve presentare, la showgirl deve rimane tale… Della serie, ognuno faccia il suo, fatto bene!!

Oltre ad essere una bravissima interprete, sei anche una bellissima ragazza. A tuo parere, dopo gli scandali denunciati dal movimento #MeToo, c’è ancora pregiudizio intorno al ruolo della donna nell’industria cinematografica?
Posso solo dire che, seppur affascinante, non è per niente un mondo facile, non sempre è meritocratico e purtroppo ci si trova davanti a scelte sbagliate e compromettenti. Non voglio schierarmi dalla parte di nessuno e ovviamente disapprovo la violenza sulle donne, la violenza in generale, in assoluto, però qualche volta mi chiedo: “Tu donna, che oggi denunci una violenza sessuale in cambio di un lavoro, ma quando ti è stato proposto uno scempio simile, dov’eri?? Hai fatto qualcosa per evitare che accadesse?.  È facile oggi puntare il dito contro qualcuno. Cominciamo a prenderci le nostre responsabilità su ciò che facciamo. Non voglio aggiungere altro per non incorrere in risposte dal risultato scomodo e spiacevole, però basta guardare un po’ di TV e la risposta vien da sé.

Di recente, l’attrice hollywwodiana Renee Zellweger ha vinto l’Oscar per il biopic su Judy Garland. A differenza di immedesimazioni di fantasia, quanto è difficile applicare la propria arte recitativa su un personaggio realmente esistito?
Renee Zellweger l’ho vista recitare in diversi film e a me piace molto e sinceramente, se ha vinto l’Oscar, ci sarà un motivo! Credo che sia molto brava. Mi chiedi la difficoltà recitativa su un personaggio realmente esistito, ma non bisogna sottovalutare la difficoltà che s’incontra anche nell’interpretare un personaggio di fantasia. Dietro c’è un duro lavoro, psicologico ed introspettivo. Io personalmente ho studiato il Metodo Stanislavskij e Strasberg e ti dico che l’attore deve lavorare molto su se stesso, esaminando la propria vita, le proprie emozioni e poi quelle del personaggio. Devi capire bene chi sei in quel momento; da dove vieni, quindi approfondire il passato e poi chiederti dove vai, dove e a cosa ti porta quel personaggio stesso. Bisogna sempre analizzare la memoria emotiva ed affettiva e ti assicuro che, col giusto impegno, ci si riesce.

Da habitué del teatro quale, inoltre, sei, che consigli senti di dare ai giovani che si affacciano, per la prima volta, sul palco?
Non solo da habitué del teatro, il consiglio che do ai giovani che si affacciano per la prima volta a questo mondo, è quello di studiare. Studiare la tecnica, la dizione, la postura, il metodo e tutto ciò che ne concerne. Formarsi sempre, anche quando si è già avviati. Indubbiamente il palcoscenico è una grande palestra per l’attore, è una lezione di vita, è terapeutico, ti sblocca qualora ci fossero dei blocchi psico-fisici. Quindi, non basta essere solo scritturati per la parte, ma studiarla a fondo per riuscirci al meglio.

Progetti futuri?
Qualcosa di grosso bolle in pentola, ma, come tu ben sai, noi artisti siamo piuttosto scaramantici, preferiamo non anticipare mai il progetto, per cu i…TOP SECRET!!!


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.