Pope Francis, Saint Peter's Square, Vatican City - 27 August 2014 More: View public domain image source here

Esiste una volontà di politicizzare un evento di fede e di preghiera come il Conclave, polarizzando l’attenzione non solo della gente semplice ma anche di intellettuali che cascano nella rete della strumentalizzazione.

Da quando a Pasquetta è deceduto Papa Francesco, i social sono tutti un pullulare di profezie, di visioni celestiali, di messaggi veri o presunti attribuiti a veggenti sparsi in tutto il mondo. Facilmente è riscontrabile la presenza continua e pure accattivante di pagine Youtube, di immagini su Instagram o Facebook, condite da affermazioni clamorose fra il tragico e il sorprendente, fra l’intrigante e il misterico, fra meschinità e trame oscure.

Il problema è sempre lo stesso: la Chiesa è ora in grave pericolo e giungerà un papa nero. L’altro giorno pure una mia alunna in classe mi ha detto che si attendeva un papa cattivo, nero appunto. L’aveva sentito in un video documentario, non meglio identificato. Ho allora approfondito e non mancano cose intriganti sociologicamente che condivido qui. È interessante innanzitutto le diverse sfaccettature di questo atteso pontefice nero:

  • Un esponente di forze oscure, maligne.
  • Un papa africano per qualcuno auspicabile perché potrebbe essere conservatore
  • Un papa africano per altri non auspicabile perché segnerebbe la decadenza dell’Europa.
  • Un papa nero identificherebbe un’anima nazifascista nascosta.

Tutto allora, tranne il richiamo alla denominazione classica di papa nero della storia, quella che identifica così chi guida i Gesuiti. I Gesuiti, si sa, non sono mai stati molto amati, in specie dalle grandi potenze Settecentesche, tanto da essere stati sciolti in alcuni Stati nel nome dell’Illuminismo e di scelte politiche, fino a costringere a questo papa Clemente XIV, prima della loro rinascita con Pio VII. Altra epoca, altra storia. Ma resta una diffidenza che si collega a un Pontefice dei nostri tempi, Francesco, che gesuita lo era con convinzione. L’essere gesuita di Papa Francesco è ancora, post mortem, attaccato, inserendo dentro i suoi 12 anni di Pontificato estremismi dottrinali, sovvenzionamenti da forze massoniche e soprattutto l’accusa pesante di gnosticismo, derisioni delle sue affermazioni mai ascoltate per intero ma tagliate. La storia che ritorna insomma, ma con aggettivi diversi. Il periodo fra il 2013 e il 2025 viene definito anticristico, pericoloso, fuorviante, troppo spinto sui temi sociali e ambientali e poco sulla dottrina che, a dire di queste pagine, è stata messa fra parentesi con una distruzione della liturgia.

Continuando nell’elencazione di quanto appare online, esistono video con frasi estrapolate da visioni o documenti di mistici e santi diversi: da San Pio da Pietralcina a San Giovanni Bosco, da Leone XIII a Pio XII, dai controversi testi di Maria Valtorta a Santa Gemma Galgani, dalle serve di Dio Luisa Piccarreta e Natuzza Evolo fino all’immancabile profezia di Malachia, vera guest star sempre presente a ogni conclave. Ecco che rivelazioni private, cui si può credere o meno perché non intaccano il contenuto della fede, vengono manipolate o semplicemente distorte. Le affermazioni, accompagnate nei titoli da immagini e parole sconvolgenti, approfittano di chi non distingue il riconosciuto dalla Chiesa dal falso. Tutto sembra vero, illustrato con dovizia. Tutti questi luoghi mediatici utilizzano leitmotiv apocalittici: tre giorni di buio, una divisione nella Chiesa tale da avere degli usurpatori al soglio pontificio (sempre ricondotti o a Papa Francesco o a chi si lega al suo pontificato), un trionfo prossimo del Cuore Immacolato di Maria anticipato da disastri naturali, guerre e divisione nella Chiesa. Curiosa risulta in qualche pagina la scelta di sette personaggi che guideranno l’umanità nella tribolazione da parte del divino, cui si connette anche la sempre pervasiva necessità di tornare al rito del Vetus Ordo, definendo come un pericolo per la fede il motu proprio Traditions Custodes di papa Francesco. Maria contro un suo figlio prediletto, Francesco, che sempre con tenerezza ha parlato della Vergine? Questo quanto apparirebbe, velatamente.

Ecco altrove che allora la data dell’Apocalisse prossima ventura coinciderà assolutamente con l’elezione del nuovo Pontefice, dai più identificato come Petrus Romanus (quello finale della profezia di Malachia), che porterebbe alla distruzione di Roma. Malachia diviene colui che ha davvero scritto le profezie sui Papi, quasi mai azzeccate se non forzando molto la storia, senza sapere che San Bernardo di Chiaravalle che ha conosciuto davvero Malachia, mai ci ha parlato, nella biografia del santo irlandese, di visioni o profezie. Inutile dire che in varie pagine e siti Petrus Romanus è Francesco perché ha distrutto la Chiesa mentre per altre è qualcuno nominato cardinale da lui che terminerà la storia della Chiesa e del mondo. Pure i veggenti di Medjugorie vengono strumentalizzati, mettendo loro in bocca cose mai dette, o distorcendo affermazioni o messaggi. I messaggi originali, anche quelli che hanno approvazione ecclesiastica, sono distorti, con aggiunte ai testi ufficialmente divulgati, miscelando con furbizia letture apocalittiche e abbracci salvifici all’umanità, misteri sconcertanti conosciuti dai papi ma mai rivelati.

Come se non bastassero visioni e frasi, anche i luoghi delle apparizioni e i messaggi mariani sembrano unire il conclave adveniente con la fine. Da qui l’utilizzo, spesso strumentale in chiave antibergogliana, delle apparizioni a Fatima, a La Salette, a Medjugorie o ad Akita in Giappone.

Anche Radio Maria, stazione radiofonica che tanto continua a donare, indirettamente sembra indirizzare certe posizioni come quelle citate, proprio perché in vari casi unisce geopolitica e paure millenaristiche, partendo dai messaggi di Fatima che aprirebbero scenari completati da Medjugorie. Il problema non è crederci o meno, lasciata alla libertà di chiunque, ma è nella lettura dell’attualità, che unisce la paura di avanzate dell’esercito russo nei Balcani fino all’Italia per arrivare a un Kirill, patriarca russo, che catturerà Roma e sarà il nuovo papa: l’Anticristo appunto. La certezza che arriva per un fedele che ascolta è di una catastrofe dietro l’angolo, senza misericordia divina, ma con la rabbia di un Dio vendicatore solo bloccato dall’azione corredentrice della Vergine, tema teologico molto discusso ancora oggi con papa Francesco che viene descritto come negatore di questa verità, in quanto ha parlato di lei come discepola e non come Redentrice (essendoci per il pontefice defunto un solo Redentore).

Non possono mancare le posizioni sedivacantiste e sediprivazioniste che negano ora la validità delle elezioni dei Pontefici da Giovanni XXIII e ora vedono gli ultimi papi occupare solo materialmente il soglio pontificio senza esercitare autorità divina. Queste sono espresse non in modo palese, ma in maniera attenuata, salvo poi accorgersi che in queste pagine non esiste una comunione con Roma. Dimentichi, insomma, che extra Ecclesia nulla salus. Preoccupa però il numero di visualizzazioni totali, di condivisioni e di commenti, a volte molto semplici, a volte degne di una Inquisizione mediatica che ha già scelto i “bergogliani” come nemici giurati.

Non mancano, in questo universo digitale, anche i negatori della validità dell’elezione di papa Francesco, sprezzantemente sempre chiamato Bergoglio senza nemmeno dargli il titolo pre-conclave 2013 di cardinale. Questo mondo unisce giornalisti, docenti universitari, nostalgici della tradizione liturgica, filosofi credenti (Seifert) e non credenti (Fusaro), vescovi scismatici e sacerdoti sospesi a divinis che si considerano la vera Chiesa. Francesco allora è descritto come un antipapa rispetto al vero papa Benedetto XVI. Dirette, video, fotografie a condire questo aspetto. Ratzinger, secondo varie posizioni, avrebbe annunciato non l’abdicazione ma la sede impedita, per fare emergere la falsa Chiesa che si sarebbe presentata proprio con l’elezione del cardinale Bergoglio. Online in questi giorni preconclave è possibile anche firmare due petizioni: la prima che chiede ai veri cardinali, quelli voluti da Wojtyla e Ratzinger e pure ai “falsi bergogliani” di pubblicare lo scritto olografo di Benedetto XVI, a dimostrazione del raggiro in cui tutti saremmo cascati dal 2013 a oggi. La seconda invece auspica che il Conclave veda solo i legittimi cardinali e non gli altri nominati dal 2013 a oggi, perché usurpatori.

Univoco il presupposto: la Chiesa sarebbe rimasta spiritualmente sotto Benedetto, guidata nascostamente da un Reggente (a volte identificato con il cardinale Parolin) che di volta in volta avrebbe tolto la possibilità a Francesco ora di celebrare messa, ora di utilizzare paramenti liturgici, ora di leggere le omelie, senza considerare le condizioni di salute precarie degli ultimi tempi. Insomma, uno scontro fra due Chiese, la vera quella di Benedetto, e una falsa ed eretica, quella di Francesco. Qui emergono vescovi sospesi come Viganò o sacerdoti come don Minutella o il domenicano Farè. Un mondo variegato, in cui si è pure inserito il fotografo Corona con le affermazioni su una morte di Francesco già avvenuta due mesi prima della Pasquetta.

Ultima nota è la presenza di liste di proscrizione per i cardinali su pagine di informazione cattolica per lo più di chiave apologetica, guidate anche da noti giornalisti o teologi. Vengono elencati, come se si trattasse di una elezione politica nella DC, le correnti nel Conclave, con tanto di video ora elogiativi ora denigratori dei principi della Chiesa. Da una parte il timore delle lobby (gay, economiche, massoniche) per alcuni, dall’altra la paura del ritorno al passato (liturgia tutta in latino, posizioni antitrumpiane e antimeloniane) per altri. Un vero e proprio reality, con commenti aperti a tutti, in cui anche i siti specializzati sono caduti. E naturalmente il gioco del migliore papa possibile (alla fine quasi nessuno risulta degno) e di quelli pericolosi, per entrambe le visioni.

Il problema è che, se da una parte non sono mai stati letti i pronunciamenti di Francesco che nel Magistero mai si è discostato da quanto espresso dai Pontefici precedenti, dall’altra esiste una volontà di politicizzare un evento di fede e di preghiera come il Conclave, polarizzando l’attenzione non solo della gente semplice ma anche di intellettuali che cascano nella rete della strumentalizzazione.

Non è che forse vale la pena di guardare con attenzione a dove va la comunicazione della fede oggi dati questi paradossi?

La cosa da rilevare è che da 2000 anni la Chiesa resta nel tempo, nonostante Papi non proprio idilliaci, Napoleone che ha rapito pure i papi (Pio VI e Pio VII) e chi voleva buttare nel Tevere Pio IX. E siamo ancora qua…eh già…


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Antonio Cecere (1980), docente di Filosofia e Storia presso il Liceo Tito Livio di Martina Franca. Laurea in Filosofia presso l’Università degli studi di Bari nel 2004, con relatore il prof. Francesco Fistetti e una tesi in Storia della filosofia contemporanea su Karol Wojtyla. Appassionato di Bioetica, ha conseguito il Master in Bioetica e Consulenza filosofica a Bari e il Master in Bioetica per le sperimentazioni cliniche e i Comitati etici presso il Politecnico delle Marche oltre a vari perfezionamenti di ambito pedagogico e didattico. Impegnato nella Cisl Scuola, è in Azione Cattolica per cui attualmente coordina il Mlac di Taranto come incaricato. Socio Uciim, insegna filosofia anche agli adulti presso l’Università popolare Agorà di Martina Franca. Fra le sue passioni lo studio della storia, il calcio e la musica rock. In passato, oltre che clown terapeuta presso l'asssociazione Mister Sorriso di Taranto, è stato anche conduttore di programmi radiofonici. Presso il Liceo Tito Livio, da qualche anno, coordina il Progetto Percorsi di Bioetica per avvicinare, attraverso modalità didattiche innovative e con la collaborazione di esperti esterni, gli allievi alla cittadinanza bioetica. Ideatore di vari caffè filosofici nella provincia di Taranto e in Valle d'Itria.

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