Questo virus è partito dalla Cina, e tutto quello che sta accadendo è solo colpa dei cinesi, devono risarcire il mondo intero!

Da quasi due mesi questo è il mantra di tanta gente comune, ma anche di alcuni politici, italiani e non. Ma ha senso questo ragionamento? Proviamo a fare un po’ d’ordine e pensiamoci.

Il Covid-19 sarebbe apparso in Cina a novembre, ma le misure di restrizione sono scattate a partire dal 23 gennaio; cos’è successo in questi due mesi? Naturalmente nessuno si aspettava che si trattase di qualcosa di diverso dalla solita influenza o polmonite, ma già a partire da fine dicembre alcuni medici cinesi avevano avvertito le autorità che si trattava di una nuova specie di Coronavirus. Purtroppo non sono stati creduti e, in un regime dove non vige la libertà di stampa, i medici sono stati invitati più o meno gentilmente a tacere e a non diffondere notizie che per il governo erano false e allarmistiche. Purtroppo poche settimane dopo si è scoperto che gli avvertimenti dei medici non erano affatto infondati, e soprattutto uno di loro, Li Wenliang, è diventato un eroe soprattutto per la popolazione dello Hubei (equivalente a quella italiana per numero di abitanti) anche perché purtroppo il Nuovo Coronavirus se l’è portato via.

Questa è sicuramente una grave colpa del governo cinese, che è stato costretto a scusarsi (non succede spesso) e a prendere provvedimenti contro il governatore della provincia Hubei e il sindaco di Wuhan, amministratori locali che in Cina non sono eletti dai cittadini ma incaricati e rimossi dal governo centrale. Detto questo però, qualcuno crede davvero che se le autorità fossero intervenute immediatamente dopo i primi avvertimenti avuti dai medici, l’epidemia si sarebbe potuta fermare? Parliamo di Wuhan, una città di 11 milioni di abitanti, una delle più importanti della Cina, dove ogni giorno vi transita gente proveniente da varie parti del Paese, per non parlare delle migliaia di stranieri che ci abitano o vi transitano per motivi di lavoro. Se pensiamo che loro potessero farlo, perché non ci siamo riusciti noi europei e americani, con il nostro sistema sanitario all’avanguardia, con la nostra libertà di espressione e con un mese di preavviso? E se il governo cinese avesse potuto farlo, quali misure avrebbe dovuto adottare? Le stesse che ha praticato a partire dal 23 gennaio e che sono state criticate come una violazione della libertà dei cittadini, nonostante abbiano portato risultati concreti? Le critiche sono giuste e necessarie in un Paese democratico come il nostro, ma devono anche essere intellettualmente oneste, altrimenti si corre il rischio di contraddirsi e di utilizzare due pesi due misure. La gente poi dovrebbe informarsi prima di credere alle più disparate fake news e diffonderle, visto che sono stati diffusi in rete video che mostravano mercati dove si macellano e vendono pipistrelli e altri animali selvatici. Peccato che siano stati spacciati per mercati di Wuhan o comunque cinesi, mentre si trattava di scene riprese in un mercato indonesiano, e purtroppo ci è cascata anche qualche trasmissione televisiva. Ciò non solo è una ridicola falsificazione della realtà, ma dà anche adito a intollerabili episodi di razzismo. Per non parlare delle false informazioni su come difendersi dal virus e sui suoi effetti, notizie che possono rivelarsi anche pericolose.

Direi quindi che piuttosto che rincorrere untori e rimedi attraverso le notizie diffuse da scienziati e virologi laureatisi su Facebook, in questa fase la cosa più importante sarebbe concentrare tutti i propri sforzi alla ricerca di una soluzione a questa emergenza per rimediare agli errori iniziali. Questa è una responsabilità che ci dobbiamo prendere tutti, a partire dall’Unione Europea, che invece ancora una volta sta dimostrando di essere un’organizzazione dove gli interessi nazionali prevalgono su quelli comunitari, e dove resistono ancora vecchi pregiudizi su alcuni stati membri, tra cui l’Italia (dove a nostra volta sono ancora presenti deprecabili pregiudizi sui meridionali). La responsabilità se la devono assumere i governi nazionali, che devono prendere le decisioni più adeguate per contenere e fermare l’epidemia, ma anche per sostenere le persone che si stanno trovando in gravi difficoltà economiche a causa di questa emergenza. Infine, anche noi comuni cittadini dobbiamo fare la nostra parte, perchè avere la fortuna di vivere in un Paese democratico non significa fare ciò che ci pare, ma vuol dire essere parte attiva della vita politica e sociale, comprendere che a volte bisogna fare dei sacrifici, piccoli o grandi, per il bene comune, senza bisogno che il governo ci costringa a farlo. Solo se capiremo questo, dimostreremo di meritarci la nostra democrazia e di non dover approvare, come ha fatto qualche politico nostrano, ciò che è accaduto in Ungheria, e cioè la concessione di pieni poteri a un leader politico per porre fine all’emergenza. Fortunatamente, la maggioranza dei cittadini sembra aver capito che bisogna rispettare le regole, per chi invece continua a non seguire le direttive o a diffondere e a credere a fake news, valgono le parole di un celebre pensatore cinese : “学而不思则罔,思而不学则殆”(xue er bu si ze wang, si er bu xue ze dai), che vuol dire “Studiare senza pensare è vano, pensare senza studiare è pericoloso”.