Aiutiamoli ad andare in Rete!

Balzato, spesso, ai disonori della cronaca nera, il quartiere milanese di via Corelli da campo di battaglia si è trasformato in un profumatissimo campo da calcio. Il verde dell’erbetta appena tosata è di un colore vivo e accogliente, il colore di una speranza coltivata dal Centro di Accoglienza Straordinaria (C.A.S.) lombardo e dall’associazione “NoWalls”, una speranza che abbatte i muri del razzismo e amalgama giovani africani nei comuni ideali dello sport.

Secondo gli addetti ai lavori, i Corelli Boys incarnano tutti i valori tecnici e morali di cui una squadra di calcio non può fare a meno. I ragazzi, ventenni, provenienti da nazioni quali Gambia, Nigeria, Senegal, Guinea e Mali, fanno già parlare di sé per lo spirito determinato con cui affrontano ogni partita ma, soprattutto, per il messaggio sociale che lanciano ad ogni azione, ad ogni gol.

Uno scambio interraziale che affonda le radici nella passione di un allenatore e nel lavoro di centinaia di volontari che, settimanalmente, allestiscono le tribune del vicino Parco Forlanini e intonano solidali cori da stadio. Tante le medaglie e le coppe già portate a casa da questo formidabile gruppo di piccoli uomini, ma il sogno è laurearsi campioni nei tornei che contano, quelli ufficiali, tipo l’USIP, una sorta di Federazione Dilettantistica milanese.

Iscriversi, però, non è facile; trasferte, tesseramenti, visite medico-agonistiche e materiale sportivo comportano spese non indifferenti. Per questo NoWalls ha deciso di postare i Corelli Boys su Musicraiser”, un portale di fundraising, per raccogliere fondi e sensibilizzare gli appassionati ad andare, anche e non solo virtualmente parlando, in…“rete”!


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.