
Riflessioni a mezza voce “per fatto personale”…
Caro Direttore,
non richiesto, mi azzardo a scrivere per fatto personale, cosa che interesserà solo ai miei cari, ma io approfitto egualmente dell’ospitalità di Odysseo.
Ho l’abitudine di guardare i miei simili negli occhi e di valutarli da quelle che, una volta, si chiamavano finestre dell’anima, quando c’era l’anima. Vengo al dunque. L’altro pomeriggio guardavo il professor Conte, presidente incaricato del Consiglio, mentre dichiarava la sua volontà e la sua determinazione a guidare l’Italia cosiddetta del cambiamento. Cosiddetto, perché dalle sue parole, non ho capito come sarà questo benedetto cambiamento un po’ annunciato e un po’ minacciato.
Ha parlato come un unto del Signore, come quell’altro di Arcore, che almeno era stato eletto dal popolo. Ma non è questo il problema, la Costituzione prevede una simile evenienza, che abbiamo già sperimentato, ma allora grillini e lepenisti padani gridavano al golpe. Se ne sono scordati, forse perché non hanno ritenuto nessuno all’altezza fra gli oltre cinquecento parlamentari dei quali dispongono. Posso capirli, avanti Conte.
Ora, pensavo che Conte fosse una scelta moderata e di mediazione, per mascherare gli estremismi. Al contrario, le parole di Conte e il suo sguardo mi hanno inquietato. Ho avuto l’impressione che il prof sia un uomo ambizioso e disposto a tutto (anche a taroccare il suo curriculum, a che pro?); che non abbia nessuna voglia di apparire un servitore dello Stato; che abbia uno sguardo gelido da Marat de’ noantri, ma non per questo meno inquietante. Il suo piglio da tribuno della plebe ha partorito un banale e altisonante “avvocato del popolo italiano”.
Come primo atto, dopo i partiti, consulta le vittime di Banca Etruria e di Veneto banca. È stata l’esondazione che mi ha dato i brividi. Nella nostra democrazia il presidente del Consiglio risponde al Parlamento, non direttamente ai cittadini, che hanno i loro deputati e senatori di riferimento. I suoi mandanti Salvini e Di Maio hanno vinto le elezioni, non fanno fatto (ancora?) la marcia su Roma.
Avvocato difensore del popolo? Rispondo con le parole di un mio caro amico: avvocato? No, grazie, mi tengo il mio, è più bravo!