Dal 1937 al 2020: la poesia infiammi i cuori liberali per una Bielorussia libera

L’Associazione Bielorussi in Italia “Supolka” in questo periodo è molto impegnata nella battaglia inter-  e transnazionale per la libertà e la effettiva democrazia del popolo bielorusso, un popolo in agitazione, un popolo non fatto di mere masse sintetiche, ma fatto di volti, di individui, di storie, di coraggio di fronte ai brogli e alle lunghe dittature di fatto. Questa Associazione con i fatti ci trasmette l’importanza della memoria non solo come tradizione bensì come parte attiva nonché militante della società civile, nel panorama sovranazionale, globale, infracontinentale e transcontinentale della nostra post-contemporaneità in divenire storico e dialettico, dovunque ci sia bisogno di un grido organizzato e rinnovatore per la giustizia tradita.

In questi giorni, oltre alle consuete attività di informazione sul fronte di battaglie nonviolente per la libertà in Bielorussia, l’Associazione ci sta ricordando che a Kuropaty, “sobborgo di Minsk”, si è commemorata “La Notte dei Poeti fucilati”. Kuropaty è nota anche perché è stato il luogo dove nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 1937 furono fucilate e poi sepolte tantissime di vittime innocenti del terrorismo statolatrico-realsocialista di Stalin.

Nelle storiografie ad oggi più accreditate e di spessore lo stalinismo viene pacificamente annoverato tra le dittature di carattere totalitario, tra le più sanguinarie e repressive nei confronti delle libertà della persona. In quella pagina dolente della storia umana, in quella notte fra le notti in cui una fetta di umanità risultava prigioniera di una feroce bolla ideologistica di sospensione della   humanitas   in nome di vaghezze irrazionalmente egualitarie, più di cento intellettuali bielorussi furono uccisi dalla dittatura sovietica. Si trattava di scrittori, scienziati, cultori della parola, del concetto nel libero pensiero.

Sui canali social l’Associazione Bielorussi in Italia “Supolka”, in occasione della “Notte dei Poeti fucilati”, ha invitato tutti a condividere poesie e passi letterari degli intellettuali fucilati in quella tragica occasione, occasione che si somma alle tante tragiche occasioni che hanno investito le esistenze innocenti di tanti bielorussi nel corso della storia, anche attuale. L’invito coinvolge il simbolismo, poiché l’Associazione ha invitato a condividere il simbolo dell’infinito per l’occasione.

Infinite sono le speranze per un futuro di libertà e di giustizia giusta, di democrazia liberale: un futuro che ci si augura possa partire il prima possibile, malgrado i tanti ostacoli che ancora occorre fronteggiare nella dura battaglia per la denuncia dei brogli elettorali e degli abusi in danno di chi si oppone al regime.

L’Associazione Bielorussi in Italia “Supolka” ricorda le parole del politico e attivista bielorusso Zmicer Daškevič, attualmente in carcere per la sua opposizione a Lukashenko. Zmicer ha infatti detto quanto segue: “Per prevenire che i reati storici si ripetano, in Bielorussia dobbiamo chiamare finalmente il boia – boia, e la vittima – vittima innocente. Per evitare che il passato tragico si ripeta, stiamo indagando tutti i delitti del comunismo che hanno dato origine ai reati del presente. Si tratta di delitti che non vanno in prescrizione”.

Dopo la commemorazione della “Notte dei Poeti fucilati” in questo 2020 di avventure, metto in mezzo anche qualche mio semplice verso errabondo, di mie raminghe dialettiche interiori di spiritualità laiche meticce e   bohémienchic: “Combatti per l’utopia dell’eterno sorriso sul tuo volto, nell’isola che non essendoci deve essere”. Tratto da una mia poesia intitolata “Punto cardine”, edita nel 2010 in una antologia poetica, questo passo lo dedico a ciascuna individualità libera e diversa della Bielorussia, affinché la lunga e dura battaglia abbia sempre impresso addosso il senso del sorriso, per quell’isola che solo la lotta sa promettere a se stessa: un’isola di pace reale che abbia il volto della giustizia libera, oltrepassando le stanche colonne d’Ercole di ogni utopia.


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Luigi Trisolino, nato l’11 ottobre 1989 in Puglia, è giurista e giornalista, saggista e poeta, vive a Roma dove lavora a tempo indeterminato come specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, all’interno del Dipartimento per le riforme istituzionali. È avvocato, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche, sovranazionali, internazionali e comparate”, più volte cultore di materie giuridiche e politologiche, è scrittore e ha pubblicato articoli, saggi, monografie, romanzistica, poesie. Ha lavorato presso l’ufficio Affari generali, organizzazione e metodo dell’Avvocatura Generale dello Stato, presso la direzione amministrativa del Comune di Firenze, presso università, licei, studi legali, testate giornalistiche e case editrici. Appassionato di politica, difende le libertà e i diritti fondamentali delle persone, nonché il rispetto dei doveri inderogabili, con un attivismo indipendente e diplomatico, ponendo sempre al centro di ogni battaglia o dossier la cura per gli aspetti socioculturali e produttivi dell’esistere.