Dalla chirurgia tradizionale alle tecniche mini-invasive: in 15 anni eseguiti più di 1.000 interventi al fegato e circa 600 resezioni del pancreas

Torniamo a parlare di sanità, di quella c.d. “tradizionale”, improntata al rigore scientifico e dalla passione umana.

L’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Casa Sollievo della Sofferenza” è diventato, ormai, punto di riferimento in Puglia e nelle regioni del Centro Sud per la chirurgia delle neoplasie del fegato, delle vie biliari e del pancreas, dopo 15 anni di attività in questo campo. Stiamo parlando di una disciplina molto specialistica, nata all’interno della Chirurgia Addominale.

Quando prese avvio, a San Giovanni Rotondo nell’ospedale voluto da San Pio, si utilizzarono le tecniche e le metodiche della chirurgia tradizionale, quelle dell’epoca. Ma, via via, con il passare degli anni, sono state introdotte anche le c.d. tecniche mininvasive, come la laparoscopia e la robotica per la chirurgia del fegato e del pancreas.

«Pur avendo la patologia neoplastica del pancreas dei numeri limitati, in questi anni abbiamo accumulato molta esperienza che deriva anche dal numero consistente di casi presi in esame– ha tenuto a sottolineare Matteo Scaramuzzi, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Chirurgia Epatobiliare, afferente all’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Addominale, diretta da Francesca Bazzocchi–. In 15 anni, dal 2005 al 2020, abbiamo raggiunto una posizione di leadership nel nostro territorio, eseguendo più di 1.000 interventi sul fegatoe circa 600 resezioni del pancreasa pazienti provenienti da tutta la Puglia e dalle regioni limitrofe del Centro Sud. Risultati che mi sento di condividere con la Direzione Strategica dell’Ospedale e con i colleghi che, prima di me, hanno introdotto e portato avanti la disciplina. Tra questi vi sono sicuramente i professori Berardino Tardio, Pierluigi Di Sebastiano e il chirurgo Antonio De Bonis».

È utile comprendere, per chi, come noi, non è addetto ai lavori, che la laparoscopiaconsiste in una tecnica chirurgica che sfrutta le potenzialità di una piccola sonda dotata di telecamerain alta definizione, che viene introdotta nell’addome praticando un piccolo foro. Proiettando su un monitor le parti anatomiche, la laparoscopia facilita il lavoro del chirurgo e apporta numerosi vantaggi anche per il paziente: interventi meno dolorosi, meno rischio di infezioni, cicatrici meno evidenti e una netta riduzione dei tempi di recupero post operatorio.

Nella c.d. “chirurgia robotica”sono state ulteriormente implementate le potenzialità della laparoscopia, migliorando l’accesso alle parti anatomiche e semplificando il movimento, reso più semplice, preciso e senza tremolii, grazie alla capacità degli strumenti chirurgici del robot di effettuare una rotazione di circa 360 gradi, che riproduce i movimenti del polso e della mano umana. Anche in questa modalità rimane sempre fondamentale l’esperienza e l’abilità del chirurgo e, all’ospedale di San Pio, queste eccellenze sono “un dono del Signore”.

 


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.