Trattare il mondo intero come un bambino distratto

Il Festival di Sanremo si potrebbe considerare la settimana santa della musica italiana, tribunale ufficioso dei principali fatti d’attualità più scottanti, terreno di querelle e polemiche, palco nazionalpopolare dei temi più cari al pubblico e all’opinione pubblica, così che spesso si fa più politica all’Ariston che nei giornali giusti. Tra le varie e inutili polemiche, dominatrici anche quest’anno della kermesse, c’è una canzone che non ha avuto l’attenzione mediatica che avrebbe meritato, malgrado la potenza della musica, il ritmo degli strumenti e la sincerità delle parole; si parla del brano portato in gara da Daniele Silvestri (con Rancore e Manuel Agnelli) che con ArgentoVivo, davanti agli  occhi distratti del pubblico italiano, ha esposto un problema sotterraneo, che si nasconde nelle scuole e nei banchi di scuola. In breve, la canzone parla di abbandono scolastico e della sensazione di oppressione che gli studenti talvolta vivono, della troppo consueta mancanza di motivazione e soprattutto dello scarso livello di attenzione degli adolescenti di oggi. Il punto di vista non è però quello giudicante del mondo adulto, ma è proprio quello di un sedicenne svogliato, distratto, che si sente sbagliato, che non crede nella scuola, che considera lo zaino una palla al piede, la scuola un carcere e la campanella che suona una salvifica voce  materna.

Tutti siamo stati studenti, tutti abbiamo avuto sonno sui banchi di scuola, tutti abbiamo odiato cose necessarie da studiare (ah, la matematica), tutti abbiamo aspettato una campanella. Ma la canzone fa di più: accende le luci su un cambiamento generazionale che neanche i giovani di adesso riescono a percepire davvero; parliamo di un gap tra i bambini dello ieri più immediato e i bambini di oggi, i  nativi digitali, ragazzini 3.0, nati non prima ma contemporaneamente alle nuove tecnologie, cresciuti con un telefono o davanti a supporti tecnologici.

Avete preso un bambino che non stava mai fermo e lo avete messo davanti ad uno schermo: così la canzone riassume la nuova infanzia, quello che anche l’occhio più ignorante e distratto nota nei bambini di oggi (sempre davanti a quel cellulare), perché il dato di fatto, e lo capite guardandovi in giro, osservando qualsiasi famiglia in metrò, in giro per strada, nei parchi, è che spesso i bambini si quietano (o li facciamo quietare)  con video di canzoncine su youtube, giocando a candy crash sugli smartphone; ci sono bambini che a 2 anni sanno già scattare foto dal cellulare.

Il merito di ArgentoVivo è l’aver raccontato su un palco che fa da ponte con l’Italia intera l’ansia e il malessere dei ragazzini di oggi, tra voti, obiettivi da raggiungere e distrazioni, nuove generazioni cresciute con un pane diverso, adolescenti lontani persino da chi oggi ha trent’anni.

I bambini sono questo: argento vivo, un mercurio liquido che si trasforma con un ossigeno diverso, movimento, vivacità. La tecnologia si è insinuata nelle ore di libertà rapendo attraverso i colori e la rapidità delle immagini gli occhi di ragazzini immersi nei videogiochi, nello scroll della bacheca di instagram, nella luminosità dei tablet, degli smartphone, degli xbox.

Non giudicate, tanto è inutile. Giudicare, sgridare, buttare quel coso tecnologico sarà inutile: genererà il  rancore (che si concretizza nella voce del rapper Rancore, altra voce potente nella canzone), porterà ad odiare un posto che nell’immediato non riesco a collegare alla mia utilità: dite che arriveremo a capire che senso abbia la scuola, ma quando? Dopo la laurea?

E allora forse non è un caso l’aumento dell’abbandono scolastico in Italia. Una scuola che non riesce a cambiare mentre cambiano i suoi alunni.

Allora il trucco per comunicare è forse questo, come dice la canzone: parlare come se il mondo fosse un bambino distratto in questa realtà di confusione, solitudine, rapidità e contatto negato che è oggettivamente realtà dei nostri giorni, ma è anche testimonianza della rapidità dei tempi che viviamo. Comunicare ad un bambino distratto significa catturare la sua attenzione, con qualcosa di più motivante, ma soprattutto di più interessante, pratico, reale.

Forse l’adolescenza di oggi non sta regredendo, ha solo bisogno di stimoli diversi mentre il sistema scolastico fatica ad accomodarsi a queste nuove esigenze. L’attenzione di bambini che abbiamo anestetizzato con i video su youtube e giochi sugli smartphone sarà inevitabilmente diversa, più bassa sicuramente, necessiterà di tempi più rapidi e stimoli nuovi. Bambini agitati, bambini annoiati, bambini rapidi.

Probabilmente, oggi più che mai, la didattica si dovrebbe concretizzare mentre i concetti rimangono aleatori, rendendo le lezioni frontali insufficienti. Si parla di tante forme di educazione diverse, si parla spesso di e-learning, si parla di giochi educativi, si parla della necessità di lavorare in gruppo, in team, di far sviluppare ed esplodere la creatività che i banchi troppo spesso comprimono. L’attenzione cala, si abbassa anche in noi adulti che scrolliamo instagram per non pensare più a nulla, figuriamoci in un ragazzino di 16 anni.

Oggi si può dare anche finalmente un nome alle esigenze diverse e speciali di molti adolescenti, e si interviene in modo mirato: quel bambino confusionario che non sta fermo e veniva cacciato dalla classe ogni giorno oggi probabilmente verrà aiutato con attività complementari; finalmente si da un nome alla vivacità inspiegabile, che forse è ADHD. Probabilmente lo chiamerete rompipalle, di fatto è vero, ma sgridarlo sarà inutile; fargli fare attività concrete, dargli una routine, aiutarlo con rinforzi positivi, concedergli i suoi tempi (diversi da quelli dei compagni di classe che non hanno una sindrome da iperattività) forse gli farà raggiungere risultati nuovi e calibrati, evitando di affrontare il fallimento scolastico e il rifiuto degli insegnanti e spesso dei pari.

Finalmente si può parlare di normative BES (bisogni educativi speciali),di programmi didattici adattati alle diverse esigenze (e velocità di apprendimento) degli alunni con, appunto, bisogni speciali, dei nuovi interventi per dislessia, disgrafia e discalculia. Il bambino non è scemo, non è maleducato, non è improduttivo: probabilmente potrebbe essere DSA. Il bambino non è bravo (ma non si applica), ma è demotivato, e soprattutto non è vivace: è mercurio liquido, se leggi la nomenclatura.