È in atto un processo di “imbarbarimento”, per usare le parole di Alessandro Baricco (cfr. I Barbari. Saggio sulla mutazione, Fandango Libri 2006), secondo il quale ciò che originariamente aveva un valore universalmente riconosciuto, in nome di una società sempre più commerciale e globalizzata, non rappresenta più un elemento di pregio. C’è una graduale perdita dell’anima, della personalità, in nome di una bellezza solo spettacolare ma senza valore.

La professione di architetto, purtroppo, è una di quelle più colpite da questa inversione di tendenze. Non hanno più valore la professione, le conoscenze, la serietà e la genialità, ma conta ciò che “va di moda”, ciò che “si usa” e si ritiene comunemente bello. Non è importante chi realizzi questa idea di bello standardizzata perché, in fondo, non si comprende il valore di ciò che si fa.

Chi si farebbe curare un problema di salute da un ragioniere o tagliare i capelli da un fabbro? Eppure, nell’immaginario comune, per la progettazione della propria casa ci si affida a persone senza titolo (seppur con grandi capacità) che hanno acquisito una certa conoscenza pratica della materia, ma hanno creato una confusione nella gente che non sa più di cosa ha bisogno o con chi sta interloquendo.

Mi rendo conto che questo discorso potrebbe essere interpretato come una forma di autoesaltazione. È un rischio che corro consapevolmente, conscia che sono la passione e il rispetto per il mio lavoro che mi spingono a parlare. Sono peraltro sicura, e mi si perdoni la pretesa, di rappresentare tanti colleghi che, come me, hanno fatto grandi sacrifici e, pur lavorando onestamente e con amore, si scontrano quotidianamente con la mancanza di conoscenza nel pensare comune, con una scarsa informazione che spinge la gente a non dare il giusto valore alla nostra professione.

Ho già affrontato questo tema nel mio Professione architetto: diffidate delle imitazioni (  HYPERLINK “https://www.odysseo.it/professione-architetto-diffidate-dalle-imitazioni/” https://www.odysseo.it/professione-architetto-diffidate-dalle-imitazioni/ )

Se Baricco ha ragione, chi crede ancora nel valore del bello, del giusto, del vero, deve mettere in campo tutto se stesso per arginare l’imbarbarimento in atto.

Nel mio piccolo, ci credo e spero di essere riuscita a fare un po’ di chiarezza per far conoscere meglio la professione di architetto, una professione che è il frutto di una grande passione da condividere con i clienti.

Sydney Pollak ha girato un film documentario su un grande architetto dei nostri tempi e lo ha intitolato “Frank Gehry creatore di sogni”. Mai titolo fu più felice: l‘architetto è un creatore di sogni e dalla sua mente nasce l’idea che ne permette la realizzazione, quindi non smettete mai di sognare perché c’è chi lavora e sogna con voi e per voi…


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Sono nata a Terlizzi (BA) il 27 maggio 1980, vivo e lavoro ad Andria (BT). L'amore per l'arte ha segnato il mio percorso di studi: diploma d'Arte Applicata presso l'Istituto d'arte di Corato, laurea in Architettura presso il Politecnico di Bari, iscritta all'Ordine degli Architetti della provincia di Bari e successivamente di Barletta – Andria - Trani. Ho sempre svolto il mio lavoro con passione come libero professionista, sia in modo individuale che in collaborazione con colleghi e altri studi tecnici, approfondendo diversi ambiti di progetto: dalla progettazione urbanistica a quella architettonica, dal progetto di interni a quello di elementi d'arredo e dell'illuminazione. Ciò che anima la passione per il mio lavoro è la volontà di indagare la realtà e rappresentarla in rapporto alle reali esigenze ed ai bisogni delle persone, cercando di farlo in modo critico, tecnico ed emozionale. Un mio grande desiderio è quello di aprire un dialogo costruttivo con il mondo esterno, per far comprendere a pieno l'importanza e il senso più profondo della professione di architetto.