
60 anni dai Trattati di Roma 1957/2017
Il Parlamento europeo è, a oggi, l’istituzione comunitaria la più vicina ai cittadini europei poichè è eletta a suffraggio universale, anche se non la politicamente più importante.
La sua istituzione fu prevista gia dal 1952 per rappresentare l’Assemblea comune della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. Nel 1962 acquisì l’attuale connottazione di Parlamento Europeo, con funzioni legislative e di supervisione nei confronti delle altre istituzioni comunitarie.
Quando si trattò di decidere la città in cui far risiedere tale istituzione la scelta non cadde su una capitale come Parigi, Roma o Amsterdam. Fu scelta una deliziosa città francese capoluogo di una regione il cui nome era stato sulla bocca degli europei per secoli: Strasburgo.
Strasburgo è, per popolazione, la settima città francese. Non proprio una metropoli potremmo pensare, o meglio non in grado di competere con Bruxelles e Francoforte, grandi città che oggi ci richiamano alla mente l’Unione Europea.
Ma allora perchè si scelse Strasburgo che già nel 1949 era diventata sede del Consiglio d’Europa (che nulla c’entra con l’Ue)? A influenzare la decisione fu solo la bellezza delle caratteristiche case alsaziane a graticcio e i suggestivi ponti coperti sul fiume Ill?
Chiaramente no. Contesa per quattro secoli da Francia e Germania, la scelta della città alsaziana come Capitale politica dell’Europa doveva rappresentare la tanto agognata unità europea e la riappacificazione tra le eterne rivali. Attraversata dalla valle del Reno, Strasburgo, come tutta la regione alsaziana e la vicina Lorena ha subìto l’influenza delle due culture che via via l’hanno dominata: i francesi e i tedeschi.
All’indomani della nascita della C.E.C.A., Strasburgo, come tutta l’Alsazia e la Lorena, erano reduci da quattro secoli di battaglie. Erano passate di mano in mano, Napoleone III e Hitler ne avevano fatto una questione di orgoglio nazionale e nessuno voleva rinunciarvi.
Quando finalmente le guerre cessarono, restituite queste regioni alla Francia e gettate le basi per l’Europa unita, si decise che uno dei luoghi istituzionali più importanti fosse proprio allocato a Strasburgo, città che aveva visto tanti caduti franco-tedeschi e che ora poteva ospitare finalmente i rappresentanti di un Europa unita e finalmente pacifica.
Ma perchè queste strisce di terra sono state cosi ambite nei secoli e in poco più di 70 anni hanno cambiato nazionalità quattro volte?
Le regioni dell’Alsazia e della Lorena sono poste al confine tra il territorio francese e quello tedesco, nella valle del Reno ricca di affluenti e soprattutto di giacimenti minerari, in particolare ferro e carbone. Considerata l’importanza di questi minerali per la costruzione di armi, non serve più chiederci perchè questi territori erano cosi ambiti dalle due potenze europee.
L’Alsazia fino al 1648 è stata contollata dal Sacro Romano Impero della dinastia carolingia prima e asburgica dopo, i suoi abitanti erano quindi pienamente tedeschi. Il primo passaggio alla Francia avvenne dopo la guerra dei trent’anni nel 1648. Il primo sovrano non tedesco degli Alsaziani fu Luigi XIV e il prezioso territorio rimase in mano ai francesi fino alla guerra franco-prussiana del 1870.
A partire dal 1870, anno che segnerà per sempre i destini di tutto il vecchio continente, l’Alsazia sarà accostata storicamente ad un’altra regione: la Lorena. L’ antico Ducato di Lorena, ricco di miniere di carbone, fin dal 1500 fu ambito da Francia e Austria.
Il suo ultimo Duca è stato Francesco Stefano di Lorena, sposo di Maria Teresa d’Austria e capostipite della dinastia Asburgo-Lorena, casa che governerà l’Impero Asburgico fino al suo crollo, nel 1919. La Lorena, da ducato indipendente, passerà alla Francia nel 1766, dopo un tira e molla, durato due secoli, tra invasori francesi e i suoi legittimi duchi. A partire dal 1870, la sorte della Lorena sarà legata, come già anticipato, alla vicina Alsazia e le due regioni saranno lungamente contese tra la Francia e l’impero tedesco che nasceva proprio in quegli anni.
Il 16 settembre del 1862, a Berlino, il re di Prussia Guglielmo affida al cancelliere Otto Von Bismark il compito di formare un nuovo governo e riunificare la Germania sotto l’egemonia prussiana. Ma il cancelliere di ferro ritenne che prima di raggiungere l’obiettivo occorreva affrontare la vicina Francia per far capire all’Europa chi era il più forte. “Non avevo dubbi che, prima della realizzazione di una Germania unita, avremmo dovuto condurre una guerra franco-tedesca”, dichiarerà.
Nel 1870, dopo varie provocazioni prussiane, la Francia dichiara guerra alla Prussia, perdendo la guerra dopo poche settimane e soprattutto i territori di Alsazia e Lorena, ceduti con il Trattato di Francoforte. Nei quarant’anni successivi, la Francia non smise di rimpiangere e sperare di riprendersi quelle preziose terre. L’occasione arrivò, ma la guerra non coinvolse solo Francia e Germania come accaduto 4 decenni prima.
A causa dell’imperialismo sfrenato delle potenze europee la tensione nel vecchio continente salì fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Secondo alcuni storici il vero e unico motivo che spinse la Francia ad entrare in guerra nel primo conflitto mondiale fu proprio la speranza di riprendersi l’Alsazia e della Lorena.
E così fu. L’8 agosto del 1914 i soldati francesi entrarono nella regione dell’Alto Reno. Dopo quarant’anni la bandiera tricolore francese tornava a sventolare sulle rimpiante terre. Conclusa la guerra, con il Trattato di Versailles del 1919, che umilierà la Germania, i preziosi territori tornarono alla Francia e l’Impero Tedesco ne uscì ridimensionato. Ma non tutti ne furono felici, molti si sentivano tedeschi e per le storiche regioni non era ancora finita. Il Trattato di Versailles aveva umiliato la Germania. La rabbia nei confronti delle altre potenze europee fu terreno fertile per Adolf Hitler che nel giro i pochi anni divenne cancelliere tedesco.
I giacimenti di ferro e carbone non potevano non interessare il Fuher che riteneva le due terre, abitate da molti tedeschi, naturali proprietà del Reich tedesco. La sorte delle due regioni, poste in un territorio di frontiera, fece il resto. La popolazione risentiva dei costumi e delle lingue dei due popoli che l’avevano dominata e gli abitanti si dividevano tra chi si sentiva francese e chi tedesco.
Nel 1940 le truppe tedesche occupano le due regioni annettendole nuovamente alla Germania. Ma alla fine della guerra, nel 1944, con l’arrivo degli alleati americani le regioni, fuse nell’unico territorio di Alsazia-Lorena, tornarono alla Francia. Francesi sono tutt’oggi, ma oggi a Strasburgo non si sente più parlare solo francese o tedesco.
Nel 1951, quando nacque il primo embrione di unità Europea, un destino glorioso attendeva la città alsaziana. Dopo aver cambiato nazionalità 4 volte in 70 anni e aver rappresentato il maggior motivo di attrito tra la Francia e la Germania, le terre di Alsazia e Lorena, cosmopolite per necessità, furono il luogo più indicato per dare inizio al nuovo corso europeo.
Strasburgo fu scelta come una delle Capitali d’Europa, simbolo di pace, unità e diritti umani, designata ad ospitare i rappresentati dei popoli che si riuniscono per discutere del bene di tutti gli europei. Oggi, le storiche terre di Alsazia e Lorena non sono più teatri di battagli e crocevia di soldati, non sono più terre da rimpiangere e da riconquistare.