Nel paesino di Pioppi Ancel Keys codificò la dieta mediterranea. Per fortuna la tradizione è ancora molto viva.
L’inconfondibile odore dei ceci di cicerale saltava fuori da ogni anfratto dell’autogrill. Erano poche le stazioni di servizio lungo la Statale 67, quella che ci avrebbe portato a Salerno. Le luci d’artista natalizie illuminavano le nostre malinconiche memorie di pranzi succulenti, banchetti imbanditi di prodotti genuini come i valori di una famiglia tenuta insieme dalla patriarcale figura del nonno. Lui sì che ne capiva di cibo, aveva zappato la terra raccogliendone i frutti, li aveva sistemati a tavola, indicandone qualità vitaminiche e sapori. Mio nonno ha mangiato il pane duro della guerra, ha innaffiato le piante di alloro con le gocce del proprio sudore, nessuno era lì a celebrarlo, nessuna corona ne stabilì il trionfo, a giovarne furono i suoi figli prima ed i suoi nipoti poi.
La nostalgia mi toglie il fiato, neppure il fuoco che brucia le castagne riesce a riscaldare il gelido ricordo di un pasto caldo. Decido di chiamarlo, “diamine, avrà imparato ad usare il cellulare!“:
“Wè, u nò, che quando torno devi prepararmi un pranzetto dei tuoi…”
“Dove sei Michè?”
“A Salerno, perchè?”
“Vai a visitare Pioppi e la fame ti passerà!”
Cade la linea! Fortunatamente qualche giga mi è rimasto, il navigatore fa il suo dovere, mi indica la strada, altri 80km di macchina. La spia rossa del carburante ci consiglierebbe di essere parsimoniosi ma, al diavolo, se anche fossimo rimasti a piedi, sarebbe stata l’ennesima disavventura da raccontare agli amici.
Pioppi è la frazione marina della città di Pollica. Dei suoi quasi trecento abitanti ce n’è stato qualcuno, in passato, che ha cambiato, per sempre, quel paesino.
Ancel Keys fu il precursore di quella che viene definita “medicina preventiva” nel campo delle patologie cardiovascolari. Stabilitosi a Pioppi sul finire degli Anni Cinquanta, studiò, assieme a colleghi del calibro di Jeremiah Stamler, Martti Karvonen, Flaminio e Alberto Fidanza e Mario Mancini, la stretta correlazione tra disturbi coronarici e i vari regimi alimentari. Mise a punto l’elaborazione di una teoria che, grazie a comprovate ricerche scientifiche, diede vita alla cosiddetta “Dieta Mediterranea”. Ribattezzando Pioppi con il nome di Minnelea (crasi tra la madreterra Minnesota e la vicina colonia magnogreca Elea), Keys favorì un modello nutrizionale simile a quello dei Paesi che si affacciavano sul Mar Mediterraneo. Nel suo famoso Seven Country Study dimostrò a tutti i benefici che prodotti quali, frutta, verdura, cereali e, soprattutto, olio d’oliva, apportavano alla salute e alla longevità dell’uomo.
L’inconfondibile odore di tradizione salta fuori da ogni anfratto di quel ristorante. Ci entro, “un tavolo per due, per favore…” , scruto il menù con spasmodico desiderio, vorrei un primo, carboidrati da conservare tra le pareti stomacali lungo il viaggio di ritorno. Eccoli lì, ceci di cicerale, ne ordino una porzione, la bottiglietta dell’olio è a parte, la quantità è a discrezione del cliente. Ne raccolgo col cucchiaino “quanto basta” e poi via con la popolare “croce” disegnata su un piatto che sa di antico. Mio nonno, dall’alto dei suoi 87 anni, ne aveva fatto un mantra, ed io, anche solo guardando la ricca pietanza, mi rendo conto che, ancora una volta, aveva ragione lui: l’ipocondriaca fame mi stava già passando.