Abdou M. Diouf, nato in Benin da genitori del Senegal, cresciuto ad Arezzo, ha studiato e si è laureato a Firenze, attualmente lavora come biologo a Napoli. Vive da quasi trent’anni in Italia, dove è arrivato che ne aveva quattro, insieme a tutta la sua famiglia. E’ l’autore di “E’ sempre estate”.
“Sono nato a Cotonou in Benin nel 1989 da genitori senegalesi e proprio in Senegal ho vissuto fino all’età di cinque anni per poi trasferirmi in Italia, ad Arezzo, con tutta la famiglia. Sono il più grande di cinque figli, tre sorelle e un fratello. Studiano tutti. Ho fatto le scuole nella città aretina e finito le superiori mi sono trasferito a Firenze dove mi sono laureato prima in Biologia e poi specializzato in Biologia molecolare. Nel mentre, tra un esame e l’altro ho scritto il mio romanzo d’esordio “E’ sempre estate” edita da GoWare (casa editrice fiorentin). Pochi mesi fa ho conseguito il master in Giornalismo Scientifico a La Sapienza. E attualmente gioco a pallavolo ad Aversa e svolgo un tirocinio come biologo a Napoli”.
Perché ha scelto di lavorare a Napoli, nel Meridione d’Italia, in un metropoli lontana anni luce dalla austerità nordica?
Faccio il pallavolista e dopo tanti anni in Toscana, un anno in Liguria e uno nel Lazio,ho scelto di fare un’esperienza anche al Sud, in Campania. Non ho mai pensato alla differenza di austerità tra Nord e Sud di cui si parla, ma ho sempre pensato a cercare il bello del posto in cui mi trovo. Finendo sempre per trovarlo.
Dov’è il bello del Paese Italia, se ce n’è?

L’ho descritto in un capitolo del mio romanzo, capitolo dedicato proprio alle cose belle del Paese Italia e a come sarebbe l’Italia se solo ci ricordassimo, ogni tanto, di assomigliargli un po’. Peppino Impastato diceva che  “bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Ha ragione. E l’Italia è piena di bellezza in ogni angolo.

Si può parlare ancora di razzismo o è semplicemente la paura atavica dell’uomo mediocre, smascherato dalle azioni altrui, che simula una grandezza e felicità che non riesce a conquistare? 
No, non si può più parlare di razzismo, almeno non dal punto di vista biologico di razze diverse: è stato dimostrato che ne esiste una sola ed è quella umana. Credo sia più frustrazione e la frustrazione per una vita che non è come si vorrebbe porta a cercare qualcuno con cui prendersela.

E incolpare qualcuno per la propria vita insoddisfacente è più facile che rimboccarsi le maniche e cercare di migliorarla. E adesso quel qualcuno con cui prendersela è l’immigrato…

Che concetto ha dell’Europa, di questa “unione”  che non deve essere solo un’idea geografica ma oggetto di sentimento? 
Fosse per me abolirei i confini e torneremmo alla Pangea (rido).
Quanto è solidale con chi, come lei e i suoi genitori, è scappato da una vita difficile in luoghi ostili per una piena di burocrazia e cavilli in Italia? 
Molto, non mi hanno fatto niente.
Immagino che legga molto, consiglierebbe un libro a Matteo Salvini? 
“E’ sempre estate.” E’ il libro che conosco meglio. Il mio. Oltre al lavoro questi immigrati ci rubano pure le parole e i pensieri e la lingua italiana. Sarebbe bello poi potersi confrontare con lui. Ancora oggi non l’ho mai visto fare una di quelle dirette che ama tanto in cui si confronta con immigrati che parlano italiano correttamente, che abbiano più di diciotto anni e che non la pensino come lui. L’unico confronto che ricordo è con Bello Figo… Ci sono tanti ragazzi come me, figli di immigrati, cresciuti in Italia, laureati o che lavorano onestamente, che ultimamente vengono etichettati come eccezione, quando in realtà sono la normalità da tanto tempo. Magari se quelli che dicono “primi gli italiani” vedessero l’immigrazione anche da questo punto di vista, forse questo clima di intolleranza potrebbe affievolirsi piano piano.
Un ragazzo di 13 anni nato in Italia da genitori stranieri, ha aiutato altri suoi coetanei, li ha salvati dal rogo di un folle ma gli viene forse negata la cittadinanza per problemi giudiziari passati di suo padre: insensatezza o la legge deve essere uguale per tutti? 
Alla fine la cittadinanza gli è stata data. Ma davvero un bambino nato e cresciuto qui deve fare l’eroe per ottenere la cittadinanza anzitempo?