«La superstizione sta alla religione come l’astrologia sta all’astronomia,

la figlia pazza di una madre prudente»

(Voltaire)

Inizierei specificando che non ho mai capito dove vanno quelli che partono dal presupposto e quindi nemmeno io so bene dove sto andando, poiché è da quello che devo partire: il presupposto per cui me ne sono sempre infischiata degli oroscopi, non ho mai dato retta alle previsioni, l’astrologia al più l’ho gradita come piattino per i miei caffè amari, silenziosi e mattutini.

Detto ciò, non posso nascondere quel legame fraterno con quello che è il mio segno zodiacale: sono un sagittario con ascendente in sagittario. Un sagittario puro, senza scelta e senza scampo. Sono nata addì 29 novembre, il mio simbolo è il centauro. Un centauro matematico. Il nono segno dello zodiaco: 9 che è multiplo di 3. 3 che è il mio numero, lo stesso dei lati della Trinacria, quella terra che mai mi ha adottata, ma mi ha letteralmente rapita. Un giorno vi racconterò anche questa storia. Ma non oggi, oggi sono un sagittario che non crede allo zodiaco. Da sempre duale, mezzo uomo e mezzo cavallo, dotato di una parte razionale ed una estremamente istintiva ed animale (in termini realistici avrei detto schizofrenica, con più personalità, senza usare impropriamente il termine bipolare, poiché no, non ho sbalzi di umore), con un arco le cui frecce tendono al nuovo, alla scoperta, alla continua ricerca.

Le teorie astrologiche attribuiscono al mio segno zodiacale una grande energia positiva e moltissimo entusiasmo, lealtà, fiducia, altruismo, espansività, estroversione, spirito avventuriero e spinta verso la conoscenza, l’esplorazione, la ricerca, il viaggio.

Si dice anche che sia bene non confondere questa energia necessariamente con la gioia, poiché il centauro pare essere una continua ed inarrestabile esplosione, sebbene spesso sia solo apparente: usa l’ironia e l’autoironia, infatti, per celare i malesseri che proprio non gli interessa svendere.

È inoltre presuntuoso, ahilui conscio di quanto vale (quando vale ed anche quando non vale), noncurante, un passo indietro. Lonestà di intenti è un suo forte principio etico e pur avendo visione ottimistica della vita, il suo idealismo crea dispute e polemiche. Ecco, il centauro rifiuta molti dei valori consolidati della società a favore di una verità più elevata.

Sto sorridendo mentre ripercorro tutto questo. Non c’è che dire, se mi guardo allo specchio posso ammettere che ci siamo con l’analisi forense.

È peraltro strano che io conosca così bene qualcosa che non mi interessa, o meglio, sarebbe strano, ma non lo è affatto: infatti, penso che nulla vada studiato più delle cose in cui non si crede, proprio per poterle negare e confutare con cognizione. E lo studio, alla fine, quelle cose le rende in ogni caso molto care.

È per questo che stamattina mi si è per un attimo arrestato il processo di crescita, o forse dovrei dire di invecchiamento. Magari per molti è notizia andata già, ma per me è a tutti gli effetti una news, un frùscio di scopa nuova (a Bari si dice così).

Ho scoperto che la NASA ha introdotto la tredicesima costellazione modificando i coni, quella di Ophiuco, già nota a Tolomeo ed il cui simbolo fu introdotto da Schmidt nel 1974. I segni zodiacali così diventano tredici ed a qualcuno sarà toccato il cambiamento. Quasi con timore sono andata a controllare ed io lo so, quando provo timore, ho sempre ragione. Eccalà: esattamente dal 29 novembre al 17 dicembre.

Perdinci! Nata sotto il segno di Ofiuco! Sono sconvolta molto di più del momento in cui ho scoperto che la versione originale di ambarabacicicocò dice che le civette sul comò “avevano timore” della figlia del dottore. Signori miei, sono epocali certezze che crollano!

E chi è ora questo Ophiuco? Che vuole? Come si permette di spodestare il mio inesistente centauro? Chi lo conosce?

È presto detto: elemento variabile tanto che è impossibile specificare se sia Fuoco, Aria, Acqua o Terra; qualità variabile ed anche qui è impossibile specificare se sia Cardinale, Fisso o Mobile.

Ti pareva?

Pare, inoltre, sia colui che tiene e sconfigge il serpente ed a dirla tutta il Serpentario dovrebbe anche essere l’unica costellazione che si riferisce ad un uomo realmente esistito, la cui vicenda è poi divenuta mito: Imhotep, un egiziano vissuto nel 3000 a.C., ricordato come  “Colui che viene in pace, probabile fondatore della medicina egizia (non a caso una simbologia simile è tipica degli ambiti che si occupano della salute).

Orbene, fra le cose in cui non credo resta notevole un dettaglio: i nostri avi avrebbero dato un posto nel cielo e nel mito ad un uomo di scienza. Ma al di là di questo, passerei alle cose in cui credo.

Io, che ho visto la luce il 29 novembre, mi chiamo Myriam; quando mia madre scelse il mio nome, in circostanze del tutto sui generis, le fu detto che finalmente qualcuno si ricordava del vero nome della Madonna. Questa affermazione, dacché ho memoria, è sempre stata una specie di pesantissimo e splendido ‘onere onorifico’.

Ma la Madonna su chi tiene il piede? E perché?

Ancora vi svelerò una cosa forse facilmente deducibile: non mi chiamo esattamente Myriam Acca all’anagrafe, ma Myriam Arsedea.

Ars-dea: dea dell’arte.

Ora, vi prego, ditemi: riuscite ad immaginare arte più grande di quella richiesta per abbracciare la croce del serpente e lottare per fargli capire che il suo destino è quello del perdente nella grande storia dell’uomo, così come nella piccola storia del granello di polvere che io stessa sono?

Dunque, coLei che portava per diritto quello che oggi è il mio nome, il serpente lo sconfisse. Io che immeritatamente l’ho ereditato non sarò mai all’altezza, nondimeno qui faccio terminare questa strana vicenda che si colloca a metà fra il sacro ed il profano, fra l’onere e l’onore: come un cerchio che si chiude.

Chi sono dunque io, che oggi ho visto crollare una certezza? Myriam Arsedea, (ri)nata sotto il segno di OpHiuco, colui che tiene e sconfigge il serpente.

Prego, spero, lavoro.

Desidero.


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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.