Tutto quello che dovremmo considerare prima di ritenerci “civili”…
“È ora che il mondo libero trionfi su questa nuova tirannia”: è con queste parole che il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha chiamato all’appello gli stati “democratici”, invitandoli ad unirsi per combattere la feroce ditattura cinese.
Di certo la Cina non è propriamente un modello di stato democratico e liberale, ma da che pulpito viene la predica? Sarebbero gli Stati Uniti i rappresentanti del “Mondo libero”? Quelli di Abu Ghraib, di Guantanamo, dei Patriot Acts, delle bombe al napalm in Vietnam, del sostegno al colpo di stato in Cile contro Allende, dei dittatori fantoccio appoggiati in Africa e in Sud America, della pena di morte e dei poliziotti che ammazzano i neri? Parliamo di un Paese che nel secolo appena iniziato ha già dato il via a tre guerre, basate tutte e tre su bugie o presunte verità (il coinvolgimento dei talebani afgani nell’attentato dell’11 settembre, le armi chimiche di Saddam in Iraq e la repressione violenta da parte di Gheddafi nei confronti dei manifestanti in Libia), fino ad arrivare al deliberato omicidio del generale iraniano Soleimani ordinato da Trump, un’operazione criminale e inconsciente allo stesso tempo, che ha surriscaldato in maniera molto pericolosa il clima in Medio Oriente.
Sicuramente gli Stati Uniti sono anche portatori di valori positivi e non va dimenticato il loro contributo alla sconfitta del Nazifascismo in Europa, ma come può essere credibile uno Stato che denuncia gli abusi del governo cinese sulla popolazione uigura in Xinjiang mentre tiene chiuse in riserve le popolazioni native americane senza fornir loro alcuna assistenza sanitaria durante l’epidemia di Covid 19? Come si fa a credere all’indignazione degli Stati Uniti davanti alla legge di sicurezza di Hong Kong, quando loro permettono a Israele di perpetrare crimini in Palestina dando anche il beneplacito alle annessioni da parte israeliana dei territori occupati dai coloni? Tutti i giornali parlano di Hong Kong, ma qualcuno ha mai sentito parlare dei movimenti indipendentisti a Portorico? Sapete come agiscono gli Stati Uniti per reprimerli?
I Paesi Occidentali devono assolutamente proseguire nel loro cammino democratico evitando ogni rigurgito estremista, ma questo non vuol dire che possiamo sempre giudicare gli altri Stati dall’alto di una presunta superiorità morale, soprattutto se tali giudizi fanno quasi esclusivamente gli interessi degli Stati Uniti, che ci dicono con quali Stati dobbiamo avere buoni rapporti e con quali altri no.
La Cina sta seguendo il suo percorso, le cose che non vanno sono ancora tante, ma devono essere i cinesi a trovare la loro via, ogni volta che si è provato a “esportare” la democrazia, lo sappiamo bene com’è andata. Tanti occidentali, non solo il sottoscritto, vivono e si trovano bene in Cina e ciò significa che questo non è un Paese così terribile e invivibile come viene descritto, a meno che qualcuno non pensi che siamo tutti rincoglioniti o che ci costringano a restare qui.
Piuttosto che puntare costantemente il dito contro la Cina, con cui tra l’altro l’Italia e l’Europa fanno grandi affari, dovremmo concentrare le nostre energie per cercare di risolvere i nostri problemi. In Italia, disoccupazione, ingiustizie sociali, razzismo, sessismo, corruzione e criminalità organizzata, sono problemi ancora lontani dall’essere risolti, e a nulla giova sentirsi migliori solo perché altri Paesi hanno problemi peggiori o diversi dai nostri. Purtroppo il nostro è ancora un Paese, come ha sottolineato il Presidente Mattarella, dove la libertà viene intesa da molte persone come mancanza di responsabilità verso la collettività, e la libertà di parola viene fraintesa con la libertà di offendere chi la pensa diversamente.
Il sentirsi moralmente superiori e portatori di civiltà da parte delle potenze occidentali, ha portato nella storia dell’umanità dolori e umiliazioni fortissimme in tutto il resto del mondo, e questo non andrebbe mai dimenticato.
Le critiche alla Cina sono giustissime quando si riferiscono a situazioni specifiche come quella di Hong Kong e dello Xinjiang (anche se uno dovrebbe provare a informarsi in modo imparziale prima di esprimere la propria opinione), o sulla libertà di stampa fortemente limitata, ma solo quando si ha l’onestà intellettuale di muovere le stesse critiche a chi si comporta allo stesso modo o peggio (come mai quasi nessun governo occidentale muove critiche e accuse a uno stato teocratico e illiberale come l’Arabia Saudita?).
Inoltre, sappiamo benissimo che, per molte persone, le critiche al regime cinese sono solo un pretesto per vomitare il proprio odio razzista verso un intero popolo che viene messo alla gogna per le colpe della sua classe dirigente, beccandosi accuse spesso deliranti di gente che ignora completamente la loro storia, la loro cultura e il loro stile di vita, e poi ci lamentiamo quando tedeschi, inglesi e francesi ci descrivono come un popolo di mafiosi, furbi, corrotti e senza voglia di lavorare.
Concludendo, trovo ridicolo e irritante che gli Stati Uniti indossino la maschera del paladino della democrazia e dei diritti umani solo per i propri interessi, mettendo così a rischio la pace in un mondo che proprio non ha bisogno di una nuova guerra fredda (sperando che la situazione non si surriscaldi), mentre i comuni cittadini dovrebbero smetterla di vomitare odio sui social contro chi è diverso da noi, anche se aizzati da governi irresponsabili e da giornalisti compiacenti, e questo discorso vale per tutti.
E scusate lo sfogo.