Quando non puoi, non vuoi e non devi arrenderti: perché l’amore è più forte della morte

Domenica, 15 aprile, in centinaia, ai piedi di Castel del Monte, per la terza edizione della ecotrail “Sotto l’occhio di Federico”, organizzata dall’Associazione Maratoneti Andriesi, nell’ambito del circuito Puglia Trail.

Organizzazione impeccabile, percorso duro, ma per veri appassionati, con scenari di bellezza inenarrabile, tanto che, mentre correvo, continuavo a ripetermi che le Dolomiti le abbiamo qui a casa e non lo sappiamo.

Una domenica di sport, una domenica di festa, insieme a tante associazioni sorelle, prima tra tutte l’Andria Run, con cui, a fine gara, abbiamo condiviso una grigliata senza fine, annaffiata da buon vino, dolci fatti in casa e tanta, tanta allegria: il vero gusto dell’amicizia.

Ecco, appunto: l’amicizia.

Non è per parlavi di una gara di running che scrivo quest’articolo. Lo scrivo per un amico, anzi per tanti: per un amico che non può più correre insieme a noi e per i tanti che oggi se lo sono portati sul petto e nel cuore, dal primo all’ultimo metro dei 15km e 880 metri di sterrato, tra sassi, salite e discese.

Perché quando con un amico corri tante gare, spalla spalla, mentre ridi, scherzi e ti senti di scoppiare di salute, non pensi che, in poco più di un anno, un cancro se lo porterà via. Non immagini di rivedere sua moglie non in tenuta da gara, ma vestita a lutto, mentre distribuisce le foto del suo Vincenzo che noi tutti ci attacchiamo sulle magliette per portarlo in gara con noi. Non credi certo di dover partire a fatica perché hai la vista offuscata dalle lacrime, né ti viene in mente di dover pregare la preghiera del maratoneta per un tuo fratello che ora può correre solo in Cielo.

Eppure succede e ti senti il cuore che non batte un colpo.

Allora ti vengono meno le parole, ti restano solo gli abbracci, o silenziose pacche sulle spalle. Siamo uomini tosti, siamo degli sportivi, maratoneti, non ci piace farci vedere molli, molli….

Ma oggi è andata così. È andata per Vincenzo. Sotto l’occhio di Federico. Sotto l’occhio di Lucia, che vogliamo rivedere presto in gara con noi, con la foto del suo Campione ben stampata sulla maglietta. A correre per lui e con lui. A correre insieme a noi. A ridere come piaceva a lui.

La morte è forte, il cancro è bastardo. Ma l’amore lo è di più.

Quando non puoi, non vuoi e non devi arrenderti: #Vincenzosempreconnoi!

Preghiera del maratoneta

Grazie, Signore,
perché mi fai correre
e non mi lasci solo al km 35
della grande maratona della mia vita.

Grazie, Signore, per la bellezza della corsa da solo
nei boschi e tra la gente, con il freddo e il caldo,
la pioggia e il vento.

Grazie, Signore,
perché mi sei accanto nei momenti di stanchezza
quando il sudore annebbia lo sguardo,
la fatica mi fa piegare le gambe
e mi vorrei fermare.

Ma vado avanti con te.

Questo mio correre fatto con umiltà e passione
è una preghiera di lode a te
che ripeto anche negli ultimi, interminabili,
195 metri della maratona della mia vita.

E ti ringrazio, Signore,
per gli amici con cui condivido la gioia
di correre spalla a spalla.

Signore, facendomi, il segno della croce
inizio a correre sicuro che il tuo sorriso
accompagnerà le mie falcate.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...