Vangelo laico vuol essere non tanto un titolo ad effetto, quanto soprattutto un’ottica di lettura: quella dal “basso” … là dove giacciono “i poveri diavoli” alle prese tra sogno e realtà; sì il “paradiso dei diavoli” direbbe Goethe … e lo ha ripetuto Benedetto Croce nei suoi scritti napoletani dell’800 e siamo costretti a ripeterlo ancora oggi, dinanzi alle ennesime tragedie della povera gente che fa fatica ad andare avanti, tra illegalità, miseria e disoccupazione. In un tempo di crisi sociale, di totale smarrimento, è fondamentale ripensare a stili di vita diversi. In proposito perché non leggere la parabola del figliol prodigo o della pecorella smarrita come coraggioso tentativo di chi si lancia nella ricerca del nuovo lasciando la sicurezza dell’ovile? Ovviamente tutte le iniziative pionieristiche sono state sempre problematiche quando non fallimentari … ma il coraggio di osare e la grande voglia di ripensare la fede e la vita cristiana meritano sempre una grande ammirazione. Purtroppo in qualche ambiente si è preferito la diplomazia alla profezia e il concetto di cristiano ridotto a “cultuale”.
Orribile risulta poi, in contesti di carenza di personale, il voler “rimpinguare” certe comunità religiose con problematici rientri di ecclesiastici fuoriusciti attraverso una operazione da “marketing”: “contrattando” ruoli e compiti da ricoprire, piuttosto che invitare a mettersi in umile ricerca, facendosi accompagnare da saggi maestri, alla riscoperta della propria vocazione perduta.
In questo contesto c’è pericolo che il grande messaggio evangelico si possa perdere, o che, attra-verso un “senso accomodatizio”, possa servire più per giustificare atteggiamenti e comportamenti che non stimolare nuove ricerche. In realtà la forza del Vangelo la potremmo paragonare a un fiume sotterraneo che riemerge a momenti e quel suo scorrere sotto, nei periodi di crisi, quando sembra che Dio si sia dimenticato degli uomini, crea non poche perplessità e paure in chi dalle crisi trae profitto, visibilità e successo personale.
La fede proprio qui, tra la gente (il termine laico deriva dal greco laòs … popolo, gente facente parte di una collettività) accende i suoi riflettori per sollecitare una riflessione comune che verta ad umanizzare i rapporti: è la più grande sfida del XXI secolo. Per farlo è necessario partire dal basso là dove la preghiera non è solo culto ma diventa un appello angosciante che attende attenzioni prima che eventuali risposte e queste non possono che derivare da una Chiesa fondata sulla roccia viva dei tanti crocifissi nello sforzo estremo di comunicarsi alle innumerevoli umili storie di donne e uomini segnate dalla fatica di amare e che non hanno paura di quel fiume sotterraneo che le scorre sotto.

Elia Ercolino