«Sventurati senza scampo, sentiamo di esserci cacciati, volenti o nolenti, nel labirinto dell’assurdo, da cui non usciremo che morti»

(Albert Caraco)

Non aspettava coincidenze

di treni dormienti che

avevano perso la

partenza dell’alba,

né cercava strumenti tecnologici

che racchiudevano facce vere

di vite edulcorate;

non desiderava

la precisione degli strumenti medici

in attesa di fianco ai lettini operatori,

né gli elenchi rovinosi

del sapere profondo che arrecava

consapevolezza e troppo peso.

Voleva il giallo dei girasoli di Van Gogh,

l’amaranto della parete

che ospitava un dipinto del Salvatore

in un teatro,

il colore del cemento

e dell’asfalto delle strade di città:

tutto per lasciarsi alle spalle

il timore che l’Amore

fosse racchiuso in oggetti profani

ai mercatini dell’usato.

Vagava nei labirinti,

la notte per amica,

cercava la parola

in giro per capanni,

scrutando pergolati:

una parola nuova,

soddisfacente,

valida,

solida,

che nessuna lingua

aveva ancora coniato.


FonteFoto di copertina: pixabay.com liberamente reinterpretata da Eich
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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.