Il primo esame sostenuto e la voglia di scrivere torna!

Oggi piove, il mio cavallo rimane chiuso nel suo box, e io sono seduto al mio pc.

Parole scorrono sul video scritte dai molti autori di Odysseo e da giornalisti nazionali. Tutto passa sul video ormai, stando seduti puoi passare una giornata piacevole sebbene piova.

Notizie.

Notizie.

Ancora notizie. Ma non solo, se cerchi puoi trovare tutto. Pensieri, opere, musica, giochi, puoi viaggiare e vivere nel mondo rimanendo seduto, comodo, coccolato dalle tue cose.

Non male, potrebbe sembrare.

Puoi chattare e vedere in video i tuoi interlocutori. Puoi pensare, riflettere perché sei immerso nel mondo che cerchi. Puoi immaginare un mondo, perché basta cercare quello che vuoi. Il problema è che potrebbe essere una finzione. Puoi facilmente nasconderti, puoi facilmente falsificare la tua immagine e cercare quello che vuoi senza però affrontare la vera vita.

Puoi poter rimanere escluso dal mondo pensando di farne parte.

Puoi portare avanti la vita e non viverla.

Vivere senza incontrare gli altri, senza toccare l’altro nel semplice gesto di saluto, senza guardare gli occhi di chi incontri, senza poter vedere la sua espressione, i lineamenti e la luce che irradia, senza sentire il profumo e ascoltare l’inclinazione della sua voce e gli accenti detti, spesso sbagliati, senza poter condividere attimi, tutto può essere sterile. Senza il contatto, lo stare insieme, si perde molto. Si trascurano le sensazioni dietro strumenti di comunicazione e social network, che aiutano sicuramente chi come me non ha voce, ma possono sterilizzare e robotizzare anche i rapporti umani. Penso che attraverso un tablet o uno smartphone o qualsiasi altro aggeggio puoi comunicare col mondo, ma non puoi vivere le sensazioni di una relazione. Puoi dire cose che possono avere diverse interpretazioni perché mancano dell’inflessione della voce, puoi offendere o gratificare contemporaneamente attraverso msg criptati per abbreviare i testi, invece di usare le sfumature della lingua italiana.

Spesso però noto che anche chi ha il dono della voce e dell’essere autonomo nella comunicazione si immerge nel mondo tecnologico e con superficialità: non guarda, non ascolta, non tocca, non gusta e non odora la presenza dell’altro. Il tempo dedicato alla relazione con l’altro, penso renda l’uomo più ricco e spero di poter condividere sempre delle relazioni, sebbene debba mediarle con uno strumento elettronico e abbia l’autismo: sia, cioè, uno di quelle persone che i falsi preconcetti dipingono come non amanti delle relazioni.