di Giovanna Sgherza (Fides Edizioni 2023)

“Tutto l’azzurro del mare” di Giovanna Sgherza, pubblicato da Fides Edizioni nel 2023, è un romanzo che si distingue per il suo ritmo delicato e sommesso, quasi sussurrato, che riflette l’intento dell’autrice di esplorare le profondità emotive dei suoi personaggi. La narrazione si sviluppa con una delicatezza che invita il lettore a immergersi nell’interiorità dei protagonisti, seguendo il loro percorso emotivo con attenzione e sensibilità.

Il romanzo prende avvio con il nascere e il graduale consolidarsi del legame sentimentale tra Danielle, una donna con una complessa e dolorosa storia familiare, e Jean-Claude, un professore universitario di origine italo-siriana. Il loro amore sboccia nel pittoresco borgo di Cassis, con il mare turchese che diventa un protagonista a sé stante. Il mare, infatti, non è solo uno sfondo, ma un elemento vivo e pulsante che accompagna e riflette le vicende dei protagonisti. Come la vita, esso “può annegarci, o rasserenarci, o salvarci”.

Ogni capitolo del romanzo è introdotto da una lirica, testi poetici che danno voce alla passione originaria dell’autrice per la scrittura in versi. Queste poesie forniscono una sorta di mappatura emotiva dei vari capitoli e intessono un costante inno alla bellezza del mare e delle sue cromie. La presenza dei sassolini colorati, restituiti dal flutto e custoditi dalla protagonista, è un leitmotiv del romanzo: rappresentano la solidità e l’indissolubilità del legame amoroso. Danielle, come una moderna Penelope, utilizza questi sassolini per creare un mosaico durante l’attesa, sperando che al suo compimento si realizzi il miracolo del ritorno.

Il romanzo si muove in una dimensione limitanea, tra il microcosmo benestante di Jean-Claude e la Siria martoriata dalle ferite belliche. La Siria del piccolo Karim e dell’orfanità, quella terra amata e amara in cui Jean-Claude, sua sorella Amal, i loro genitori e infine anche Danielle perpetuano la loro opera di beneficenza. Un’azione tenace che però si scontra con la mancata collaborazione delle autorità locali e con un sottobosco di criminalità senza scrupoli, che fa avvertire minacciosamente la propria presenza.

Nonostante le difficoltà, la narrazione si sviluppa senza sbalzi, come una tessitura paziente e silenziosa in cui ogni cosa gradualmente prende forma. Tutto anela a ricomporsi attraverso l’opera di uomini e donne di buona volontà. In un linguaggio cosmopolita, che accoglie gli anglismi tecnici dell’organizzazione di eventi e il lessico culinario arabo, Sgherza innalza il suo canto alla vita e al mare. Dà voce alla sua fede nella forza dell’amore in tutte le sue declinazioni e indugia sulla poesia dell’infanzia, ancor più vivida laddove a essa siano stati negati i dolci sussulti della serenità.

Il sentimento che unisce indissolubilmente i protagonisti approda e riposa nei dolcissimi occhi scuri di Karim, sette anni, solo al mondo. Come in un magico cerchio, l’amore li avvolge e contiene Danielle, Jean-Claude e il medsimo Karim, superando anche la prova più difficile, finché i loro progetti di futuro e di speranza urtano violentemente contro un evento drammatico. Ma è solo un’interruzione: come il mare, il flusso dei desideri riprende a scorrere, portandoli dove non avrebbero mai sognato di arrivare.

Giovanna Sgherza, docente di matematica presso l’IISS “Galileo Ferraris” e residente a Molfetta con i suoi due figli, ha pubblicato “Tutto l’azzurro del mare” tre anni dopo il suo primo romanzo “Fiori di Bucaneve”. Questo nuovo lavoro si aggiunge alla sua vasta raccolta di poesie e racconti, scritti nel tempo libero. Negli ultimi anni, Sgherza ha partecipato a numerosi concorsi letterari, ottenendo riconoscimenti e menzioni speciali. A dicembre scorso, il suo racconto “Le scarpe del professore” ha vinto il primo posto per la sezione Narrativa della XXXV edizione del Premio Nazionale di Lettere e Arti “Città Viva” di Ostuni.


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

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