Il mito creato da Musk è forte perché l’Occidente non ha più un mito collettivo

Non si parla d’altro: Trump e Musk. Viene spontaneo il gioco di parole: “La maschera di Trump”, che magari fra un po’ verrà messa da parte, dopo essere stata utilizzata appieno in campagna elettorale.

Resta il fatto che Musk pontifica quotidianamente su tutto: sul premier inglese, sulla destra neonazista in Germania, “premia la premier italiana”, progetta i satelliti per l’esercito italiano, gestisce milioni di account, licenzia centinaia di persone, domina la scena della comunicazione.

Probabilmente non avviene lo stesso in Cina o in Russia o India, ma in Europa sì e sorprende il silenzio dell’UE soprattutto sul piano per la produttività elaborato da Mario Draghi, che prevede proprio il contrasto al monopolio tecnologico, di cui Musk è componente centrale.

Noi poveri comuni mortali non sappiamo molto delle intenzioni di Musk, non sappiamo fin dove si spingono i suoi progetti. Ci dicono che Musk è un “trans-umanista”, che progetta di portare gli umani (alcuni) su altri pianeti, sulla Luna e su Marte. Sappiamo che è un genio della tecnologia e che, anche con l’aiuto di sostanze psicotrope, si spinge molto più in là dell’immaginazione di noi comuni mortali. Soprattutto ha una rete formidabile di satelliti ed ha comprato Twitter trasformandola in “X”.

In Italia a “X” fa eco “X-mas”, che va tanto di moda. Sembrerebbe un dettaglio minore, ma a mio parere non lo è, perché la forza di Musk e di tutti i suoi numerosi adepti sta proprio nella condivisione di un mito, quello di una minoranza ipertecnologica, straricca, che ritiene di poter decidere e guidare il destino del Pianeta e della razza umana. Una minoranza che ha gli strumenti per manipolare le elezioni e dunque tenere in pugno le leve del potere con il consenso di quella quota di popolazione a cui la legge elettorale di quel Paese assegna il potere di scegliere i capi, premesso che quegli elettori sono condizionati dai mezzi di informazione in possesso di quella minoranza. Una minoranza che controlla centinaia di migliaia di posti di lavoro e manovra grandi masse di denaro, titoli e bitcoin.

Il mito creato da Musk è forte perché l’Occidente non ha più un mito collettivo, non ha più una forza trainante collettiva che vada al di là del consumismo e della banalità quotidiana: la religione non è abbastanza forte, l’egualitarismo comunista è svanito, l’etica borghese si è dissolta, l’individualismo è dominante. Sia detto per inciso, non ci si dovrà sorprendersi se l’Islam diventerà il custode della cultura umana nei confronti della cultura trans-umanista. Nel deserto dei miti dell’Occidente ha facile gioco un personaggio come Musk, che solletica l’immaginario delle destre più estreme, in cui c’è sempre stata una componente “mitologica”: c’era fra i nazisti con il mito ariano, c’era fra i fascisti con il mito della romanità, c’è nei cultori delle croci celtiche e affini, c’è nei fan del Signore degli Anelli (con buona pace di Tolkien).

La causa remota della deriva in cui ci muoviamo è efficacemente descritta da Konrad Lorenz in un saggio del 1973 intitolato “Gli otto peccati capitali della civiltà”:

  • La sovrappopolazione
  • La devastazione dello spazio vitale
  • La competizione fra gli uomini
  • L’estinguersi dei sentimenti (specialmente l’incapacità di accettare il dolore come parte della vita)
  • Il deterioramento del patrimonio genetico.
  • La tradizione demolita
  • L’indottrinamento
  • Le armi nucleari.

Al transumanesimo di Trump bisogna rispondere con l’idea che abbiamo un solo Pianeta e che intendiamo curarne i mali.


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Sono nato a Barletta nel 1956; ho insegnato Lettere per 23 anni e sono stato dirigente scolastico dal 2007 al 2023. Mi sono dedicato allo studio di vari aspetti della storia locale e sono membro della Società di storia patria per la Puglia; ho censito, trascritto e tradotto le epigrafi di Barletta. Per i tipi della Rotas ho pubblicato il romanzo-saggio “Ricognizioni al giro di boa”. Da molti anni mi interesso di religioni (specialmente il Buddhismo Mahayana) e di dialogo interreligioso. Ho avuto la fortuna di avere tre figli e ora di essere anche nonno! Da settembre 2023 sono in pensione: si dice tecnicamente "in quiescenza" ma è un po' difficile fermarsi. Gioco a tennis, mi piace molto viaggiare e credo molto nel lifelong learning. Sono stato cooptato in Odysseo da Paolo Farina :) e gli sono grato per avermi offerto uno spazio per parlare di scuola (e non solo) fuori dall’ambito formale/ istituzionale.

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