Un futuro interconnesso all’universo femminile

“The Human Show” è il nuovo romanzo della scrittrice Maggie S. Lorelli, edito da Castelvecchi. Il racconto di un futuro distopico, con l’unica speranza che a guidarlo sia l’universo femminile, punto di contatto fra vita reale e mondo virtuale dove i social rappresentano finestre inutili finchè continueremo ad esser ciechi.

Ciao, Maggie. A che futuro anela “The Human Show”?

Esattamente il futuro che vedremo, visto che non ho inventato più di tanto ma mi sono limitata a studiare alcuni esperimenti già in corso o in via di attuazione, come gli impianti neurali artificiali nel cervello umano, per esempio. Per il resto il futuro è già qui: la dimensione virtuale nella quale viviamo per diverse ore della nostra giornata quando siamo connessi alla rete ci sta cambiando a un livello profondo: cambia i nostri comportamenti, il nostro linguaggio e persino i nostri schemi di pensiero, manipolando la nostra mente. Ma questo è niente: quando irromperà nelle nostre viete il metaverso ci accorgeremo che questa mutazione forse meritava qualche riflessione in più Ma non è detto che sarà un male, dovremmo solo essere sempre pienamente consapevoli di ciò che ci viene proposto.

Perché cerchiamo di apparire perfetti in una dimensione virtuale piuttosto che curare la nostra umanità relazionale nella vita vera?

Forse perché la nostra quotidianità non ci piace. Il rovescio della medaglia dell’edonismo sfrenato a cui ci conduce la rete è la frustrazione. Ci sono moltissime persone insoddisfatte della loro vita, incapaci di cambiarla e di renderla maggiormente soddisfacente. È più comodo abbeverarsi passivamente della vita patinata di altri. Ammesso che lo sia veramente…

In un mondo distopico (e forse necessario) che ruolo assume l’universo femminile?

Alle donne affido le mie speranze in un futuro più umano. Le donne sono dotate, si sa, di una spiccata intelligenza emotiva e spontaneamente più empatiche rispetto agli uomini. Hanno necessità di un dialogo emotivo, di essere circondate da relazioni affettive e meno formali. Per questo le relazioni fra i due sessi sono sempre più difficili: a differenza delle generazioni passate, ora le donne sono meno inclini ad essere confinate in un ruolo o in uno stereotipo, e rivendicano relazioni più autentiche. A loro spetta il compito di preservare il dono della parola come veicolo emotivo, in un mondo sempre più alessitimico.

Quali sono i principali vantaggi e svantaggi dei social network?

La risposta competerebbe a un sociologo della comunicazione. La mia opinione personale è che non siamo davvero consapevoli di come i social network stanno cambiando le nostre esistenze e le relazioni umane. Ci sono diversi social che, in linea di massima, si rivolgono a differenti fasce di età, e che per questo rendono ancora più difficili le comunicazioni intergenerazionali. Alcuni social dovrebbero essere accuratamente tenuti sott’occhio dagli specialisti, perché provocano una certa dipendenza. In generale, avendo slatentizzato e esasperato il nostro edonismo, ci rendono più individualisti e meno inclini a prestare attenzione agli altri. Se non come voyeurs. I vantaggi sono evidenti: ci aprono una miriade di finestre sul mondo. Ma non serve se siamo ciechi.

A chi dedichi il tuo romanzo?

Quello precedente l’ho dedicato ai miei genitori, questo lo dedico al mio migliore amico, esempio di empatia, che è appunto il contrario dell’edonismo e dell’egoismo, e che è per me la qualità umana più pura, il valore da preservare.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.