Arriva il freddo e le nostre case hanno bisogno di un cappotto!
Con l’arrivo delle temperature più rigide il nostro corpo protetto dalla pelle tende ad accusare il freddo e per evitare la questa sensazione ci copriamo con indumenti che trattengono il calore mantenendo la temperatura corporea costante sui 36°C.
Paragonando la nosta casa al corpo umano, le pareti perimetrali, i solai, gli infissi, i vetri, sono la “pelle” traspirante che protegge gli ambienti in cui viviamo, dormiamo, lavoriamo, per cui più bassa sarà la temperatura esterna di confine e maggiore sarà la necessità di accendere il nostro impianto di riscaldamento per poter mantenere una temperatura di comfort interno vicina ai 20°C.
La composizione dei muri perimetrali è di primaria importanza per evitare un forte scambio termico, per cui ad esempio un muro composto esclusivamente di cemento armato (per proprietà e caratteristiche del materiale) cederà molto più calore di un muro in laterizi forati con intercapedine d’aria interna. Ovviamente se volessimo intervenire rapidamente e a costo contenuto su un edificio esistente non è operazione consigliabile cambiare le tamponature esterne di casa! Un’operazione ormai tra le più consuete e importanti in fase di ristrutturazione consiste nel migliorare l’isolamento termico, oltre che acustico, delle pareti esterne con un sistema detto a “cappotto” esterno. Consiste nel rivestire con pannelli di materiali ad alta resistenza termica le pareti confinanti con ambienti non riscaldati in modo omogeneo e senza interruzioni in modo da ottenere un involucro che non disperde calore durante i mesi invernali e scherma le pareti dal sole e dal caldo estivo.
Il parametro tecnico di cessione del calore di un materiale è la trasmittanza termica che varia tra le numerose soluzioni in commercio. A seconda dell’origine del materiale gli isolanti si classificano in minerali, vegetali, petrolchimici o di origine animale. Tra i più comuni di composizione sintetica in edilizia viene impiegato il polistirene espanso (EPS) che ha una conduttività termica estremamente bassa, tra i pannelli di origine minerale troviamo la lana di roccia o di vetro, mentre tra alcuni materiali isolanti di origine naturale e riciclabile abbiamo la fibra di legno, la canapa, il sughero, la lana di pecora.
Il tecnico qualificato valuta il dimensionamento dello strato isolante che può variare con spessori da 1 a 15cm, a seconda della zona climatica in cui si trova l’edificio, delle caratteristiche tecniche della parete e del materiale scelto, della destinazione d’uso degli ambienti da isolare, dagli indici limite del regolamento edilizio comunale, dall’esposizione solare e dal tipo di ambienti confinanti…una serie numerosa di fattori che in caso di progetto di ristrutturazione bisogna valutare attentamente.
L’applicazione può avvenire, oltre che esternamente all’involucro edilizio, anche in intercapedine o internamente al volume abitato (anche se con eventuale rischio di condensa interstiziale) come in casi di ristrutturazione di edifici esistenti con facciate di pregio storico o condomini restii ad effetture lavori di efficentamento energetico del intero edificio.
Coibentare bene un edificio ha conseguenze a cascata importanti che ci portano a una minore dispersione di calore interno della nostra casa, quindi a minore tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, da cui importi più bassi per le nostre bollette del gas, ma soprattutto minor emissione di CO2 nell’ambiente: il Pianeta Terra ringrazia!