
Scenari possibili del voto referendario
Probabilmente Renzi ha ragione quando dice che con la vittoria del NO, non cambia nulla. Ma quello che non è stato detto è che al contrario, con una vittoria del SÌ, il primo a rischiare è il Governo in carica.
Perché?
Ho ascoltato e atteso tutti i dibattiti possibili sulla questione, dalla formula del quesito fino al faccia a faccia tra Renzi e Zagrebelski. Ho letto gli editoriali e le ragioni a favore dell’una e dell’altra parte.
Ipotizzando una vittoria del NO, sostanzialmente al Governo in carica non cambierebbe nulla. La prima a farne le spese sarebbe la legge elettorale, pensata su un’ipotetica riforma del Senato, con premio di maggioranza alla Camera per chi vince al ballottaggio, sulla scorta di quella usata per le attuali amministrative.
Il Senato rimarrebbe così com’è, andrebbe pensata una nuova legge elettorale, con tempi di realizzazione da stabilire e difficilmente, guardando alla maggioranza attuale, il Governo Renzi accuserebbe il colpo più di quanto le opposizioni vorranno far credere. Ne chiederanno le dimissioni, il Governo rifiuterà e continuerà per la sua strada fino al 2018.
La vittoria del SÌ, invece, apre a innumerevoli scenari politici e, perché no, a nuove alleanze fatte per convenienza per battere il PD sul campo di battaglia che si è scelto. Le elezioni.
Con la legge elettorale in vigore le coalizioni sono abbastanza chiare, ma il vero problema del Presidente del Consiglio è il ballottaggio.
Nelle ultime amministrative già a Roma, ma anche in altre città come Torino, Trieste, Carbonia, Brindisi e altri comuni di Italia, si è dimostrato come il voto al ballottaggio non è più solo una questione politica, ma diventa un con o contro. E in questo caso è contro il Governo (a mio avviso qualunque esso sia stato) perché il malcontento per una qualsiasi questione è montato quotidianamente a regola d’arte sui social, in programmi televisivi che ne hanno fatto un format di successo, su molti giornali che si sono apertamente schierati a favore del NO.
Quindi, con la vittoria del SÌ, al contrario di quanto affermato, l’elettore avrà pieno potere di esprimere il Governo che preferirà e che di certo governerà il paese per i cinque anni a venire. I rischi per Renzi e il PD provengono dall’eventuale alleanza tra Salvini e Berlusconi, con il M5S a togliere voti al PD, o verosimilmente sarà un Renzi-bis, difficilmente al primo turno, o ancora il risultato di un ballottaggio vinto da uno schieramento unico, tanto eterogeneo quanto inconsapevole di esserlo, fatto di elettori di M5S, Salvini, Meloni e Berlusconi, come le amministrative di Roma e Torino ci insegnano, dove c’è stato un tripudio di personalismo al contrario, con l’uomo-forte-Renzi finalmente battuto-asfaltato-zittito.