Intervista ad Andrea Ruggiero

Un’opportunità sociale, un sostegno concreto a chi ne ha più bisogno, perché due mani che aiutano sono molto più utili di cento bocche che pregano. Un bando, quello descritto da Andrea Ruggiero, che apre le porte all’emancipazione civile sotto forma di servizio alla comunità, di qualsiasi sesso, religione, colore o razza essa sia. Una piacevole eccezione, Andrea, ministro in pectore di un’accoglienza in loco, nemico di porti chiusi e navi attraccate per convenienza, deragliate su spiagge di disumanità, mettendo sotto indagine non solo un decerebrato leghista tronfio di vanità, ma anche, e soprattutto, le nostre coscienze:

Ciao Andrea. Come ti definiresti e, soprattutto, per quale motivo hai deciso di raccontarci la tua storia?
Innanzitutto grazie Miky per avermi concesso immediatamente parte del tuo preziosissimo tempo per questa intervista, mi ritengo onorato di questa opportunità; ancor di più perché ci troviamo qui a parlare dell’importantissimo tema del Servizio Civile Nazionale, del relativo bando 2018 appena pubblicato e della nuova riforma datata 2017 che lo vede trasformarsi in Servizio Civile Universale, con tante belle e nuove opportunità per i nostri giovani cittadini Italiani, europei e mondiali, residenti nel nostro meraviglioso Paese. Mi chiamo Andrea, andriese nato a Terlizzi, come tanti della mia epoca, ho 33 anni densi di errori di cui sono orgogliosamente fiero giorno per giorno; per farla molto breve a 19 anni sono emigrato a Padova per studiare psicologia, a 24 in Brasile per svolgere un anno di Servizio Civile all’Estero e a 30 sono diventato marito e poco dopo papà, in una splendida famiglia italo-brasiliana. Quella che racconto oggi ai lettori di Odysseo è la Storia della Vittoria, della fortuna che aiuta gli audaci, dell’imparare facendo, dello sbagliando si impara, del potere nel cuore dei giovani che decidono di servire i più deboli, perché così si diventa forti; è questo che la Vita, soprattutto grazie al servizio civile, mi ha insegnato.

Se un giovane ragazzo ti chiedesse di spiegargli cosa sia il Servizio Civile, magari prendendo a paradigma i buoni esempi di Don Milani, cosa gli diresti?
È un’istituzione dello Stato Italiano, deriva dal nobile ideale dell’Obiezione di Coscienza. Il primo grande obiettore di coscienza di cui si abbiano notizie è Massimiliano di Tebessa. Secondo quanto riportano le fonti storiche, per la legge romana del II secolo d.C. il servizio militare era obbligatorio per tutti i figli dei graduati. Massimiliano, pur essendo figlio del veterano Fabio Vittore, si rifiutò di arruolarsi nell’esercito romano. Per tale ragione a soli 21 anni venne condannato e giustiziato. Dagli atti del processo, contenuti negli Acta Maximiliani, si evince che Massimiliano rifiutava di fare il servizio militare per ragioni di coscienza: «Non faccio il soldato. Tagliami pure la testa, io non faccio il soldato per questo mondo, ma servo il mio Dio». Dopo di lui ci sono stati altri eroi nella storia fino alla nostra epoca, in cui, nel secondo dopoguerra, coraggiosi giovani italiani hanno rifiutato di svolgere il servizio militare obbligatorio, ripudiando l’uso delle armi per servire invece il Paese con coscienza; grazie alla protesta civile di questi giovani eroi che sono stati processati, paradossalmente giudicati traditori della patria e infine imprigionati, e grazie al coraggioso e instancabile sostegno e guidati dalla lucidissima mente di don Milani, anima santa, dopo tanti anni di sofferenza, finalmente l’Obiezione di Coscienza  è stata timidamente istituita dalla Legge Italiana negli anni ’70, successivamente rielaborata  e nella forma del Servizio Civile Nazionale e oggi perfezionata nella forma Universale. Fortunatamente per la nostra emblematica Patria e per la difficile situazione attuale, a cinquant’anni dalla scomparsa dell’amatissimo Don Milani, lo Stato Italiano onora la sua memoria e quella dei suoi giovani eroi, finanziando ogni anno sul proprio territorio e nel resto del mondo più di 55.000 giovani al Servizio Civile della Patria, con gli strumenti della Pace, della Cultura e dell’Educazione, primo esempio al mondo per quantità e qualità di tale istituzione.

Cosa ti ha spinto ad abbracciare l’impegno sociale in Brasile?
Più importante della mia storia personale è la testimonianza che voglio riportare, soprattutto all’attenzione dei miei giovani concittadini e conterranei, poiché a 24 anni dopo tre giorni dal conseguimento della laurea triennale in Psicologia Sociale e del Lavoro presso l’ateneo patavino, grazie alla possibilità concessami dal CESC-project di Roma, (Coordinamento Enti di Servizio Civile) e alla loro grandissima professionalità e sensibilità dedicatami, mi sono ritrovato su un aereo diretto in Brasile, nella regione di San Paolo, più precisamente a Guarulhos, esattamente nella Favela di Sao Rafael; un posto così carico di sofferenza, come non ne avevo mai visti prima nei più realistici dei film, nè tantomeno mai immaginato nei più crudeli degli incubi. Per dodici mesi, prestandomi ad ogni genere di necessità, ho affiancato il lavoro delle maestre e delle suore della Obra Social Nossa Senhora Das Dores, che gestiscono un’ottima scuola privata e reinvestono i guadagni nella scuola per i bambini della favela. Per molti di loro, non è solo una scuola come la conosciamo noi, è una casa, mensa, calore, igiene, sicurezza, amore, mamma e papà, protezione, giochi, divertimento, medicina, rifugio, salvezza, insomma è Vita. Nei miei primi rivoluzionanti mesi ho prevalentemente osservato, ho percepito la forza della loro anima attraverso i loro vivacissimi sguardi e lucidissimi occhi, i loro corpi spesso segnati dalla sofferenza e dalla fame eppure allegri e sorridenti; la mia che credevo forte, rivelatasi, invece debole, anima, nel mio giovane e sazio corpo, è entrata in una profonda crisi sotto i duri colpi della realtà opulenta in cui per i 24 anni precedenti avevo vissuto. Con il procedere del servizio civile, grazie a queste giovanissime e possenti anime in gracili corpi, grazie all’esempio datomi dall’amore incondizionato delle instancabili suore e ribadisco, alla fortuna che aiuta gli audaci, sono rinato sotto una forma nuova più allegra e sorridente, che da allora guida la mia esistenza. Ecco perché oggi mi occupo di servizio civile, la mia rinascita oggi ha compiuto nove anni e, come un ragazzino che ha scoperto il gioco più bello del mondo, il gioco dell’Amore, desidero costantemente che anche altri inizino a giocare, a fare l’amore con i propri sogni, con i propri desideri, con la propria illuminazione, con i diritti e i doveri, con la propria nobile Missione, quella che ciascuno di noi possiede in cuor suo, quella per intenderci cui siamo venuti a questo mondo, ; perché è questo che il Servizio Civile nella sua più spirituale accezione insegna!

Il “Projeto Luar“, il progetto socio-educativo che hai realizzato negli ultimi due anni, attraverso laboratori quali “Sem Limites” (corsi di danza funzionali alla disabilità), “Arte Mae” (produzioni artigianali) e “Maes em Movimento” (espressività corporee femminili), ha interessato zone periferiche di aree vicine a Rio de Janeiro, Bahia e Paranà. Quanto può essere difficile cambiare la visione d’insieme di un radicato lassismo istituzionale?
Finalmente è stato pubblicato il bando ufficiale di Servizio Civile 2018, nella nuova sezione SCU cioè Servizio Civile Universale, oltre a tutti i giovani italiani, potranno accedere anche cittadini comunitari e extra comunitari, di età compresa fra i 18 e i 28 anni, naturalmente con regolare permesso di soggiorno di lungo periodo. Un progetto in particolare di cui desidero parlare si trova in Sud America, lo coordinerò insieme alle mie amatissime moglie Daiana e figlia Elis, nella sede Brasiliana del CESC-Project, nella regione di Bahia, più precisamente nella cittadina di Sao Gonçalo dos Campos, città natale di Daiana; dista circa 13 km dalla città di Feira de Santana e circa 80 km dalla capitale Salvador de Bahia; qui sorge e opera una simpaticissima e vivacissima associazione culturale che si chiama PACE, acronimo di Pè de Arte Cultura e Educaçao; Pè alla lettera significa piede, ma in questo caso albero, il resto del nome lo capisce anche chi non pratica il portoghese. PACE è un’associazione apartitica e laica che offre corsi gratuiti a tutti i cittadini di ogni età, soprattutto ai più piccoli e deboli; ci sono laboratori di scrittura e lettura, corsi di musica, chitarra e percussioni, teatro, arti visuali, meditazione, capoeira; inoltre per le mamme e le nonne corsi di taglio e cucito e cucina creativa per tutte le età. Un appello, un inno, sulla base del motto americano “I care” così caro a Don Milani e ai suoi eroi, letteralmente “io curo”. Curiamoci, siamo una società profondamente malata di egocentrismo e solitudine mascherata e l’unica medicina a disposizione dei giovani per combattere questo male viene fornita dal Governo Italiano e si chiama Servizio Civile.

Ringraziandoti per la dettagliata ed esauriente disponibilità, ti mandiamo, anche lontani, un sincero abbraccio di incoraggiamento. Anzi, già che ci siamo, se qualcuno volesse, potrebbe contribuire, a distanza, dall’Italia a questa importante e mirabile iniziativa?
Le sedi dei progetti dove poter prestare il Servizio Civile sia in Italia, che in Europa e nel resto del mondo sono tantissime, ce n’è per tutti i gusti, quindi guardateveli, leggeteveli, fatevi trasportare dall’intuizione navigando sul sito dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile, sono migliaia e stanno aspettando te, si proprio te, giovane che ora stai leggendo queste righe con attenzione; in calce all’intervista ti lascio tutti i link necessari per le informazioni. Utili digressioni a parte, sono io che ringrazio ancora una volta te, Miky, per questa intervista, che mi ha profondamente emozionato ripercorrendo questi anni così significativi, non ho trattenuto le lacrime quando a voce alta l’ho riletta per la prima volta, mentre i miei genitori e mia moglie ascoltavano; ringrazio tutta la redazione di Odysseo, nella persona del direttore prof. Farina, che spesso incrociavo nei corridoi del Liceo Scientifico Nuzzi, dove ho trascorso 6 anni -ride, ripensando alla bocciatura- così affascinato  dal romanzo dei Promessi Sposi che ho deciso di ripetere il secondo anno per approfondirlo ulteriormente. Infatti ancora oggi mi torna in mente la conclusione del XXXVIII e ultimo capitolo del romando scritto da Manzoni in cui Lucia e Renzo si esprimono così: ”[…]Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perchè ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benchè trovata da povera gente, c’è parsa così giusta , che abbiamo pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia […]”

Ad maiora!

Link utili:

  • Ufficio Nazionale Servizio Civile

http://www.serviziocivile.gov.it/menusx/servizio-civile-nazionale/uscn.aspx

  • CESC-project

http://www.cescproject.org/