Beppe Grillo (C), Luigi Di Maio (L) and Davide Casaleggio (R) in front of the headquarters of the Interior Ministry after presenting the new symbol of the Five-Star Movement (M5S) for the March 4 general election, Rome, Italy, 19 January 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

“Verba volant, web manet”

Un giornalista ha trovato su di una sedia a Montecitorio, un libricino intitolato “Spunti comunicativi. Settimana 12-18 gennaio 2019”.

Di cosa si tratta? Sembrerebbe il Bignami della comunicazione M5S ed in effetti tutti gli aderenti (adepti) a questa specie di “setta millenarista” (un credo e segreti da proteggere con all’apice una specie di simpatico e burlone di profeta  che pare ambire ad un mondo orwelliano) possono, se occorre, adoperare i “consigli” in ambito comunicativo, copiandoli e incollandoli o imparandoli a memoria. Vi si suggerisce di “stuzzicare” o attaccare persino la Lega che viene quindi trattata come un partito di opposizione.

Chi è il giornalista che ritrovato questo Bignami? In rete si vocifera essere una penna di Repubblica, Goffredo De Marchis.

Poniamoci la domanda, chi c’è all’apice della comunicazione dei Grillini? Sino a smentite dovrebbe esserci Rocco Casalino che settimanalmente distribuirebbe pillole di saggezza e comportamento.

Ma perché azzardare e paragonare M5S ad una setta, anche se in sostanza non lo è?

In primis, per l’intento salvifico del movimento cui piacerebbe sanificare istituzionalmente e amministrativamente quanto privo di legalità: sin qui pensiamo sia un proposito doveroso seppure ci siano modi meno comici per metterlo in pratica.

Vi è addirittura uno pseudo “testo sacro” che è il Blog “beppegrillo.it“: dispensa e controlla ogni informazione, vietato leggere o ascoltare i telegiornali perché i giornalisti naturalmente mentono.

Un altro elemento è il requisito fondamentale della “immacolatezza” ovvero niente precedenti giudiziari per i candidati e gli eletti: sarebbe moralmente giusto diventasse finalmente legge anche per condanne a pene inferiori ai tre anni.

Altro è la gestione del denaro, sacrosanto a prescindere, il dare conto di ogni spesa sostenuta e del proprio reddito perché è il popolo che paga.

Attenzione, i cinque stelle non hanno inventato nuovi e atipici strumenti comunicativi poiché una sorta di libretto era già stato adoperato da Berlusconi; hanno semmai esasperato il concetto per cui “verba volant, web manet”.  Il web e i suoi utenti sono protagonisti, o pensano inconsciamente di esserlo, della vita politica e sociale, senza distinzioni culturali e classiste possono votare e partecipare attivamente a qualcosa che prima era inaccessibile: il problema è che gli è stato regalato un potere decisionale immenso e senza controllo.


4 COMMENTI

  1. L’unico modo per fare politica oggi senza essere dilaniati dalla giustizia sinistroide come lo fu il governo Berlusconi è questo (non si dimentichi mai il gesto di Dalema di far giungere all’allora Presidente del Consiglio del Governo italiano, un avviso di garanzia durante l’arrivo del Presidente USA al G7 in Italia).
    Chiunque vuole fare politica liberamente in Italia deve temere come il diavolo il PD. Quindi deve agire come una setta per non permettere ai vari giornalisti “anziani” e “acculturati” di attaccare ciò che si è costruito.
    Dobbiamo attendere ancora una generazione e mezza circa per liberarci di queste idee ipocrite e anticostituzionali. Lasciamo che il mondo cambi e non come vuole l’arrogante intellighenzia di sinistra.

    • Caro Nunzio,
      permettemi una sola domanda: non ti viene mai il sia pur minimo dubbio di essere in errore?

      • Si mi viene, poi ascolto il presidente della Repubblica che approfittando della vigilia del giorno della memoria (della shoah) parla di “male pronto a risvegliarsi” prestando il fianco a nuovi attacchi verso il Governo… e allora ritrovo la sicurezza di quanto scritto sopra (con tutti i limiti dello scrivere da uno smartphone).
        Se il Ministro del lavoro del mio paese, votato democraticamente dai cittadini italiani è “giggino il lattaio”, allora il Presidente della Reppublica è “Sergino il bacucco”, proposto dal PD ed ovviamente ottenuto.
        Mi si eviti la morale sul fatto che non vi è paragone tra le due figure istituzionali, altrimenti mi tocca scrivere un elenco di bacucchi istituzionali in giacca e cravata con la forfora sulle spalle della stessa giacca.

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