
Da una parente delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio, riceviamo e pubblichiamo:
Dite tutti troppo la vostra. Alcuni di voi lo fanno in un modo banale e infimo.
12 Luglio 2016. Sono passati due mesi e 21 giorni, sono passati scavando le nostre anime, e la vita continua e ha per noi un sapore diverso, ha il sapore metallico del sangue e della polvere che ci sporca come se su quei treni c’eravamo noi con loro, ha il ricordo di vite che mai più saranno, ha l’urlo della giustizia che sa che non vedrà mai il giusto epilogo.
Sciacalli, ecco cosa siete voi che strumentalizzate la tragedia, voi che ci utilizzate per le vostre scalate al potere, per alimentare il vostro ego, per sgomitare tra di voi.
Ma cosa ne sapete di cosa son diventate le nostre vite dopo quel giorno se a nessuno di voi è venuto in mente di chiedercelo? cosa ne sapete di tutto il dolore che con dignità ci portiamo dietro? cosa ne sapete dei feriti, di quelli che su quel treno c’erano e vivono pagandosi da soli le cure?
Dove siete?
Ci sono 23 famiglie che chiedono giustizia e i feriti che hanno estremo bisogno di aiuto.
Visto che avete tanta energia per scrivere sciocchezze, favolette da terza elementare, pettegolezzi alla Barbara d’Urso e scaramucce da bambini capricciosi cominciate a porvi delle domande e a mettere in piedi una rete che ci sostenga, l’umanità in quel giorno ha dato una grande prova di sé dopo è diventata melodrammatica e sciocca.
I vostri 15 minuti di popolarità.