Più piccola è la mente, più grande è la presunzione!”

Molti esseri umani sono a forte risparmio cognitivo: se possono non pensano, fornendo così “truppe cammellate per il califfo di turno”. Questo costituisce un vile pericolo, perché porta soggetti senza scrupoli, desiderosi di affermazioni personali, a barattare il numero di tanti seguaci che prendono decisioni senza acquisire il giusto livello di informazione e senza seguire procedure sistematiche di valutazione. Per le “truppe cammellate” è deleterio e perdente rinunciare alla propria elegante individualità per seguire il “messia”…politico o religioso che sia.

Ci troviamo di fronte a una pigrizia mentale che offusca lo splendore della nostra interiorità.

La pigrizia mentale risulta quindi essere l’incapacità di rimettere in discussione le proprie procedure di ragionamento, e, pertanto, offre all’individuo l’incrollabile convinzione di essere sull’unica strada percorribile. Questi processi mentali sono scorciatoie che permettono di interpretare velocemente fatti, raggiungere conclusioni e prendere decisioni in tempi brevi…, anche se con il pericolo dell’avventatezza.

Ma il “risparmio cognitivo”, per alcuni, è anche un modus vivendi: accorgendosi o non accorgendosi, ma facendo finta di nulla, stabilmente e con enfasi, a gran voce aggrediscono chi cerca di mostrare la realtà da un’angolazione diversa.

Su questa base si sviluppano in modo pauroso giudizi, valutazioni e decisioni che risultano fortemente condizionate e subdole: informazioni assolutamente irrilevanti che contaminano le percezioni e la realtà. Una ricerca condotta su questi parametri non è libera, ma è subordinata all’effetto “conferma” che consiste nell’indagare intorno a fatti o nell’interpretazione di informazioni in modo da confermare i propri preconcetti iniziali, evitando o sottovalutando al contempo gli elementi che possano metterli in dubbio. Quindi ci troviamo di fronte a una selezione che consiste nell’osservare e percepire in modo privilegiato soprattutto ciò che è conforme con le nostre aspettative e questo finisce con l’influenzare la valutazione complessiva di cose e persone. Dopo aver appreso un eventuale risultato, gli attribuiamo poi una probabilità molto più elevata di quella che un osservatore imparziale avrebbe potuto stimare sulla base delle informazioni disponibili.

Purtroppo, se costoro valutassero le cose per quello che realmente sono, farebbero un grande salto evolutivo. Non rinnovare il proprio modo di pensare è come costringere l’acqua fresca e pulita, che scorre dai monti, a rimanere bloccata in una buca; diventerà pozzanghera e fonte di malattia, quindi non più bevibile.

Il “Risparmio cognitivo” e la pigrizia mentale diventano così una malattia per il nostro animo, reputerà come scomodo tutto ciò che viene a disturbare i nostri schemi mentali. Una malattia così radicata avrà bisogno di un grosso sforzo e una grande determinazione per poter guarire: l’accettare proposte di nuove idee, diventa una offerta di ampliamento del nostro conoscere e relazionarci. In proposito più che di esecutori o adulatori è arricchente attorniarsi di “agenti pensanti” che attraverso le loro obiezioni suscitano la ricerca.

Purtroppo risulta più vero che mai il detto di Esopo: “Più piccola è la mente, più grande è la presunzione!” Il cuore non ha nulla da guadagnare se lo torturiamo con sfrenate arroganze e sogni di onnipotenza.

Con questa coscienza sorgerà spontaneo il desiderio di poter nuovamente sperimentare le gioie, le passioni e gli entusiasmi che tanto ci rendevano felici quando eravamo bambini.