Come può un’area geografica, dunque un’entità spaziale, appartenere a un orientamento politico, ossia un’entità ideale? È sicuramente la prima domanda che viene in mente leggendo che un mare è di sinistra. La cosa tuttavia è possibile perché i luoghi e i popoli che li abitano, attraverso i secoli e l’alternarsi delle vicende, danno vita ciascuno a un particolare “ethos”, ossia a un carattere, a un temperamento, a un modo di essere. Questo ovviamente si forma sulla base di valori che in una comunità diventano predominanti rispetto ad altri. Dimostrare che le istanze alla base dell’ethos mediterraneo sono, in questo momento storico, di sinistra rispetto a quelle dell’Europa continentale egemoni nell’Occidente tutto, è lo scopo di questo articolo.

Europa continentale vs Europa mediterranea

Per fare quanto ci siamo proposti dobbiamo tornare un momento agli albori dell’Europa e dell’affascinante e tragica civiltà a cui essa ha dato vita. Diversi importanti autori (Heidegger, Nietzsche, Camus) concordano sul fatto che il pensiero occidentale si sia formato sulla base di due matrici culturali: l’una greco-mediterranea, l’altra giudaico-cristiana. La prima a comparire in ordine di tempo fu quella greco-mediterranea. In questa concezione delle cose l’uomo è parte di una natura più grande che gli fa da regola, canone, criterio. Da ciò deriva che centrale non è l’uomo, ma la natura, di cui l’uomo è una delle espressioni. Gli dèi sono solo esseri umani migliori degli altri, ma anch’essi sottostanno alle leggi del cosmo. L’idea di tempo infine, dunque la direzione della storia, è circolare e non improntata al progresso.

La matrice giudaico-cristiana comparve in conseguenza della teorizzazione di un Dio soprannaturale, onnipotente ed eterno, creatore del cielo e della terra. A questo Dio bisogna ubbidire per essere parte del suo regno. Al centro del creato assurge l’uomo, figlio di quel dio, mentre la natura si rivela qualcosa da sfruttare nel modo più conveniente possibile. L’idea di tempo diviene così lineare, dotata di un inizio (la creazione), una direzione e una fine (la venuta del regno dei cieli).

Come è facile notare, se pure generatesi l’una dall’altra, le due matrici presentano caratteristiche spesso contrapposte. L’ethos occidentale non è mai stato altro che un continuo incontro-scontro fra questi gruppi di idee: quando si è trovato un equilibrio si sono generati capolavori (si pensi al Rinascimento), quando l’una è prevalsa sull’altra, mostri.

La vittoria dell’Europa continentale    

Nello specifico la matrice giudaico-cristiana ha cominciato il suo cammino verso l’egemonia dall’età moderna in poi (sec. XVI), con Bacone e Cartesio, finendo per relegare ad un ruolo sempre più marginale quella mediterranea. Il suo impianto teorico ha continuato ad agire anche dopo la morte di Dio (sec. XIX). Il paradigma è rimasto quello di una salvezza promessa in un futuro vago, per la quale gli uomini sono chiamati a sacrificarsi, il tutto all’interno di un tempo storico che procede in progressione. Di volta in volta alla salvezza ci avrebbe dovuto portare la religione (Dio), la ragione, il Nazismo, lo Stalinismo, la tecnica, l’economia.

Oggi a questo paradigma è stato dato il nome di “crescita”: è lei che ci salverà e che ci lancerà in un futuro prospero: tutto va sacrificato perché bisogna “tornare a crescere”. Per farlo serve che funzioni il capitalismo, e se questo non funziona più si passa al liberismo e quando s’inceppa questo al neo-liberismo o al finanz-capitalismo.

Ecco che la dottrina dell’Europa odierna è tagliare sul welfare e privatizzare perché è necessario abbassare il debito. Un’equazione infatti (quella di Rogoff e Reinahart, non rivelatasi poi neanche del tutto esatta) ha dimostrato che le nazioni con i debiti più bassi crescono di più e tornare a crescere è l’imperativo che deve valere per tutti. Così la matrice giudaico-cristiana è diventata la base teorica delle politiche di destra che oggi governano l’Occidente, di contro la matrice greco-mediterranea dovrebbe diventarlo per le politiche di sinistra che vorrebbero resistergli, dando vita a un’Europa diversa.

Ciò è possibile anche perché, come hanno spiegato diversi percorsi di ricerca (quelli di Franco Cassano, Mario Alcaro, Edgar Morin, Piero Barcellona), nonostante l’invasività della tradizione continentale, la tradizione mediterranea ha in qualche modo resistito, soprattutto nei paesi del Sud d’Europa. Le difficoltà di Italia, Grecia, Spagna, nel seguire le politiche dettate dall’Europa del Nord, sono le difficoltà di qualunque popolo che si trovi governato da modelli imposti dall’esterno e che difficilmente riuscirà a fare completamente propri.


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"Andrea Colasuonno nasce ad Andria il 17/06/1984. Nel 2010 si laurea in filosofia  all'Università Statale di Milano con una tesi su Albert Camus e il pensiero meridiano. Negli ultimi anni ha vissuto in Palestina per un progetto di servizio civile all'estero, e in Belgio dove ha insegnato grazie a un progetto dell'Unione Europea. Suoi articoli sono apparsi su Nena News, Lo Straniero, Politica & Società, Esseblog, Rivista di politica, Bocche Scucite, Ragion Pratica, Nuovo Meridionalismo.   Attualmente vive e lavora a Milano dove insegna italiano a stranieri presso diversi enti locali".