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Le domande dei filosofi sono come quelle dei bambini: perché viviamo, dove andiamo, dove eravamo…

La fantasia e la creatività che appartiene ai piccoli, diventa realtà per gli adulti, diventati dei grandi, che hanno scelto di non abortire il bambino presente in loro.

La fantasia è ciò che, improvvisamente, coglie lo spirito ed appare all’improvviso. In questo senso è vera una sua radice etimologica che viene dal greco, la cui parola attingerebbe al termine fantasma.

Nell’età romantica diventa l’elemento nuovo, sostanziale per l’arte e la cultura, l’ingrediente per tutto.

Tale termine è stato accolto soprattutto dalla letteratura. Il fantasy, particolarmente, è un genere letterario che fonda la narrativa su invenzioni di magia e suggestioni immaginative.

Non solo la letteratura, ma anche la scienza si apre alla fantasia. La fantascienza, realtà non scientifica fortemente creativa e non fenomenica, non di rado è stata credibile, anticipando possibilità che si sono realizzate successivamente. I grandi hanno avuto una fantasia paragonabile ai fantasy, alla fantascienza ed ai vari significati che tale termine ha assunto, con peculiari sfaccettature, lungo la storia. Ci vuole tanta fantasia per partire per una crociata, senza armi, e tornare vivi, andando disarmati nelle mani dei nemici, come ha fatto Francesco d’Assisi. Ci voleva fantasia per lottare contro una potenza coloniale come l’Inghilterra, usando le armi della pace e liberarsi dagli oppressori, come ha insegnato Gandhi. Ci voleva fantasia per sognare gli Stati Uniti d’America con scuole fatte di neri e bianchi con gli stessi diritti, come ha fatto Martin Luther King.

Per non parlare di Gesù, creativo e fantasioso, se si legge il Vangelo con attenzione. Ci voleva fantasia per mostrare una povera vedova che donava al tempio il nulla di due soldi e renderla modello di generosità per i cristiani di ogni spazio e tempo. Che fantasia rendere i ricchi poveri ed i poveri ricchi, parlare dei primi come ultimi ed ultimi i primi; parlare di consolazione per chi piange e sciagura per chi ride. Che fantasia dire a dei ciechi di vedere e poi rivolgersi a vedenti dicendo loro di essere ciechi. 

Basterebbe leggere le vite di scienziati, santi, uomini e donne di enorme spessore per comprendere che, non di rado, a guidare le scelte più importanti ci sia stato un bel pizzico di fantasia. Oggi la fantasia e la creatività hanno tante possibilità ma, sovente, vengono derubate dal tutto e subito, soprattutto nel mondo infantile per un uso poco sapiente degli strumenti tecnologici. Che non ci sia bisogno di imparare dai piccoli la fantasia, piuttosto che distruggere i sogni e la creatività, bocciandoli come irreale e vita non concreta? Forse aveva ragione Einstein a dire che il vero scienziato è un sognatore che guarda lontano.

Capisco che da scienziati, per essere d’accordo, ci vuole un po’ di fantasia; ma se i risultati sono quelli della teoria generale della relatività spazio temporale allora più spazio alla fantasia!

Non poche volte si è detto che dentro di noi c’è un bambino. Quella è la parte migliore dell’uomo, quella che alimenta la dimensione creativa ed i sogni.

I grandi filosofi, infatti si sono posti  domande come i bambini, quali perché viviamo, dove andiamo, dove eravamo e via dicendo. I bambini vogliono meraviglie, misteri, avventure reali e gli animi adulti che conservano questo atteggiamento trasformano la realtà. Custodiamo e alimentiamo la fantasia e la creatività.


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Sacerdote della diocesi di Andria, attualmente sono fidei donum in Valle d’Aosta, ho conseguito la Licenza in Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologica Pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta. Autore di numerosi libri presso le Edizioni Sant’Antonio; collaboratore della Rivista Trimestrale di Teologia e Spiritualità “Jesus Caritas - Famiglia Carlo de Foucauld” e curatore della rubrica “Ripensare tra bellezza e verità” sul sito del mio paese d’origine: Canosaweb.it. Ogni martedì, pubblico sul mio canale youtube (https://www.youtube.com/channel/UCCgVJk1DCdYQhIeh9c6jmBQ) dei video-incontri di tipo culturale, spirituale e religioso, per riflettere ed interrogarsi sul senso della vita, sull'amicizia e la bontà.