Le origini storiche dell’indipendenza catalana

La questione catalana ha origini antich. È il 19 ottobre del 1469. Nessun spagnolo da Siviglia a Saragozza immagina quello che segretamente sta accadendo a Valladolid, dove due ventenni si uniscono in matrimonio. Cugini di primo grado, si chiamano Isabella e Ferdinando. Non sono due giovani qualunque. Entrambi ferventi cristiani, portano con loro rispettivamente il Regno di Castiglia e il Regno d’Aragona.

Saranno ricordati come “I Re Cattolici” e grazie al loro matrimonio la Penisola Iberica, ad eccezione del Regno di Granada (ancora in mano ai mori), sarà riunificata. Quando nel sedicesimo secolo il nipote dei sovrani guiderà la Spagna ufficialmente alla maniera “castigliana”, inizieranno a crearsi delle fratture in seno ad alcune regioni, fratture che oggi, a distanza di sei secoli sono sul punto di portare il Regno di Spagna in una grave crisi istituzionale.

Nata nel 1451, Isabella è erede al trono della Corona Castigliana quasi per caso. Prima di lei legittimi eredi sono i suoi fratelli Enrico e Alfonso. Ma Enrico, salito al trono delle Asturie con il nome di Enrico IV dopo pochi anni di regno decide di abdicare in favore di suo fratello minore Alfonso che però presto muore. Enrico IV non può fare altro che nominare  erede al trono l’unico membro superstite della sua famiglia, Isabella.

La Principessa delle Asturie, nemmeno ventenne diventa erede al trono della Corona Castigliana. Decide di sposare suo cugino Ferdinando, erede del Regno d’Aragona, l’altra metà della Spagna. Le nozze sono celebrate in gran segreto a Valladolid ma Isabella, astuta e previdente, pretende un accordo segreto dal futuro consorte: la Castiglia continuerà ad essere controllata da lei, suo marito Ferdinando non potrà inglobare il suo regno nella Corona d’Aragona. Ferdinando è infatti erede al trono d’Aragona, vasta regione che comprende l’antico Regno di Aragona, la  Contea di Barcellona, Valencia, e grandi territori sul Mediterraneo, tra cui il Sud Italia.

Isabella e Ferdinando dunque diventano sovrani di Spagna ma tenendo i due regni distinti: Isabella di Castiglia non può esercitare poteri sul regno d’Aragona e Ferdinando viceversa sul regno della consorte. Di fatto però, con l’unione della Castiglia e della regione Aragonese, la Spagna è riunificata dopo quasi 700 anni dalla conquista araba della penisola iberica. Resta solo un tassello per completare la riunificazione spagnola, ovvero il Principato di Granata, ultimo baluardo ottomano in Europa.

La cacciata dell’ultimo governatore Moro nel territorio chiamato  Al-Andalus avviene nel 1492. I due sovrani saranno ricordati da quel momento come “I Re Cattolici”, titolo concesso loro dal papa valenziano Alessandro VI. Ancora oggi, i sovrani di Spagna possono forgiarsi del titolo di Maestà Cattolica. Al di là della presa di Granata e della riunificazione della Spagna, i Re Cattolici sono protagonisti di un evento eccezionale.

È infatti negli anni della riconquista dell’ex Al-Andalus che alla corte di Isabella si presenta un navigatore italiano in cerca di finanziatori. L’idea dell’esploratore genovese è circumnavigare il globo alla volta delle Indie. La Regina Isabella è affascinata dai racconti e dai progetti del marinaio. I sovrani accettano e l’esploratore, tale Cristoforo Colombo, giunge sulle sponde americane il 12 ottobre del 1492. È l’inizio dell’Impero coloniale Spagnolo, l’Impero su cui non tramonta mai il sole.

Quando infatti sul trono iberico salirà il nipote  di Isabella e Ferdinando, Carlo V, la Spagna sarà ufficialmente riunificata e diverrà un Regno enorme, un Impero. La madre di Carlo è Giovanna “la pazza”, unica figlia rimasta in vita dei Re cattolici e quindi unica erede dei troni di Castiglia e d’Aragona; suo padre è Filippo d’Asburgo, arciduca d’Austria ed erede del Sacro romano impero. Carlo V può legittimamente affermare che sul suo Regno non tramonta mai il sole. Dall’Europa alle Filippine fino alle Americhe: il suo è uno degli imperi più vasti della storia.

Tornando alla riunificazione della Spagna, i Re Cattolici  ne sono quindi i fautori solo dal punto di vista simbolico poiché, al tempo di Isabella e Ferdinando la Spagna non è ancora un’entità statuale unica. Ma qualcosa grazie a Isabella, inizia a cambiare. A Madrid vengono prese le decisioni più importanti e grazie all’intraprendenza della regina la Castiglia diviene il centro della Spagna.

In realtà,  già nel 1492, le energie migliori e le spinte economiche venivano dal regno del consorte di Isabella, l’Aragona. Lo spirito aragonese era essenzialmente spirito catalano. La Contea di Barcellona era dotata del porto sul mediterraneo più importante del Regno aragonese; era un luogo di commerci, di scambi, di mentalità aperta e indipendente, abituata da sempre a cavarsela da se.

Durante gli anni della dominazione islamica, la Contea di Barcellona era stata conquistata da Carlo Magno che l’aveva inserita nella Marca di Spagna, territorio che costituiva il limes carolingio in Europa prima del Regno Islamico dei mori.

La contea di Barcellona, colei che diventerà la Catalogna, si liberò piano piano della dominazione franca, diventando ufficialmente indipendente nel 1271. Quando la zona verrà associata al Regno di Aragona, il Principato di Catalogna riuscirà non solo a mantenere la sua autonomia e le sue leggi, ma, grazie al prestigio che le derivava dall’essere parte della Corona d’Aragona divenne una delle regioni più floride del mediterraneo.

Nella nuova Spagna riunificata dai re cattolici i due spiriti iberici, il castigliano e il catalano, riescono pur con qualche gelosia a convivere nelle reciproche differenze per quasi un secolo. La situazione cambia quando al trono spagnolo sale Filippo II, figlio di Carlo V che concentra a Madrid, capitale della Castiglia, il regno.

Come al tempo di Isabella, centro della nuova spagna  è la Castiglia. Castigliani sono i governanti, castigliani gli usi e costumi. Castigliano è l’impero coloniale che domina il mondo nel sedicesimo secolo e castigliana è la lingua da importare nelle colonie. Ai catalani la situazione non va giù. Dire Spagna equivale a dire Castiglia, loro che sono stati indipendenti dai tempi dell’Al-Andalus ora sembrano sparire davanti ai castigliani.

Nel 1641 la situazione si farà talmente tesa che i catalani in rivolta dichiareranno l’indipendenza e si spingeranno molto oltre: dopo aver chiesto il protettorato alla Francia, l’esercito di Madrid riporterà l’ordine in Catalogna. Ma era solo l’inizio. Nel 1700 l’Europa è sconvolta dalle lotte intestine che causeranno la guerra di Secessione spagnola.

Il Re di spagna Carlo II muore senza discendenti diretti. Uno dei possibili eredi è Filippo, delfino di Francia, nipote del re sole Luigi XIV. Ambisce al trono anche l’erede asburgico della Casa d’Austria, Leopoldo I. Il timore che la Spagna potesse essere assorbita dal Regno di Francia portò Carlo II a redigere un testamento nel quale era esplicitamente vietato unire le due corone. Alla fine, Filippo di Borbone  diventava Re di Spagna col nome di Filippo V di Spagna dando origine alla dinastia borbonica spagnola che prosegue oggi con Filippo VI, attuale sovrano. Ai catalani non piacque affatto l’idea di trovarsi pur sé indirettamente, nell’orbita di una corona francese. Decisero quindi di allearsi con altri regni europei, tra cui gli odiati austriaci per portare un altro sovrano sul trono di Spagna.

Filippo, salito al trono, decise di vendicarsi duramente dei traditori catalani. Dopo un assedio durato più di un anno, l’11 settembre del 1714 Filippo V conquista Barcellona e distrugge interi quartieri. Vengono soppresse le istituzioni più importanti tra cui la Generalitat de Catalunya, il governo catalano. Quel giorno di settembre rappresenta la fine dell’autonomia catalana che durava da 500 anni. Da quel momento nei catalani ha cominciato a diffondersi uno spirito di insofferenza nei confronti di Madrid, di quella Castiglia che ha portato loro via, dai tempi della Regina  Isabella, il ruolo di primo piano nel governo e nella cultura della penisola iberica.

L’11 settembre del 1741 è, ancora oggi, simbolo dell’indipendenza catalana e dell’intolleranza nei confronti della Spagna guidata tuttora dai Borboni, discendenti da Filippo V, colui che ha distrutto Barcellona 200 anni fa.