La gratitudine arriva

come una grazia,

come le lacrime

che sciolgono un dolore

trattenuto a lungo,

come un sospiro di sollievo

che ridà fiato a dei polmoni stanchi.

La gratitudine ci sorprende

di fronte ad un tramonto rosso fuoco,

a riscaldare gli occhi e il cuore.

È un sentimento ineffabile di pienezza e presenza.

un fiore sbocciato al primo raggio di sole;

è nella vita che si esprime, attraverso di noi,

in ogni respiro,

in ogni giorno,

in ogni istante

che ci è donato.

Non è facile parlare della gratitudine, come non è facile parlare di tutti i sentimenti che ci connettono con qualcosa di intangibile; eppure, è dato all’essere umano di sentirla, di percepirla, di farne esperienza.

“Grazie” è il plurale di “grazia”.

Nella mistica di tutte le religioni esiste il concetto di “grazia”, come dono inaspettato che proviene da un regno altro a quello umano: la grazia come qualcosa di divino dunque, eppure reale, come sentimento che ci inonda, ci sorprende e ci rende grati.

Oggi filosofia orientale ed occidentale, spiritualità e scienza stanno arrivando alle medesime risposte: “siamo fatti della stessa sostanza di cui son fatti i sogni..”[i]

Siamo immersi in una rete sottile di energia e spiritualità, direbbero le tradizioni spirituali. Siamo energia, afferma oggi la fisica quantistica. Eppure non siamo solo energia. Ci relazioniamo con la materialità della nostra vita.

Heidegger, filosofo tedesco, nella sua opera “Essere e Tempo” (1927) –  testo fondamentale della corrente esistenzialista – riferendosi alla condizione dell’essere umano parla di “Esser-ci”: “essere” ed “essere-nel-mondo”. In questo “ci” si mette in luce la contraddizione fra la costrizione e la possibilità, e questo stato di cose, attraverso la comprensione, porta alla “proiezione attiva”, alla progettualità e quindi al “prendersi cura” delle cose, degli altri e di se stesso, che ridà senso e significato al proprio “essere al mondo”.

Questa breve divagazione filosofica ci conduce alla realizzazione che la vita degli esseri umani non è solo “Essere” ma è caratterizzata dalla sua “relazione con il mondo” e con la vita quotidiana, con le sue scadenze, sofferenze, ostacoli, sfide personali e collettive, sociali ed ambientali che sembrano sfuggirci di mano..

e tutto ciò, troppo spesso,

ci allontana dall’Essere,

ma l’Essere non ci abbandona,

in quanto ontologicamente nostro.

    Le tradizioni filosofiche e spirituali orientali, a differenza dell’approccio occidentale, hanno sempre affiancato alla speculazione filosofica e metafisica, delle tecniche che ci aiutano a contattare l’Essere (il nostro Sé, la nostra natura profonda ed essenziale) ed in particolare l’Essere-qui-e-ora.

La pratica del respiro per esempio, ripresa ormai anche in Occidente con attività come la mindfulness, è una di queste tecniche: nella sua semplicità ed immediatezza ci insegna a fermare la mente e osservare la nostra semplice Presenza.

Fermandoci e riportando l’attenzione sul presente possiamo riappropriarci di una dimensione di calma e quiete che ci riporta al “sentire”, al “percepire” e a renderci anche conto di quanto sia difficile fermarci e restare in silenzio e in contemplazione.

Il momento presente è uno dei più grandi doni che la vita ci offre.

Nella frenesia della vita quotidiana dimentichiamo quanta pace potremmo ritrovare solo fermando per un attimo la corsa dei pensieri e delle preoccupazioni, per poter così immergerci in uno spazio di silenzio da cui osservare senza giudizio la nostra vita e riconoscere ciò che ci circonda come un dono e per un attimo sentirci grati per il semplice fatto di esistere!

La semplice riconoscenza nei confronti dell’esistenza, di ogni nuovo giorno, di ogni nuovo momento presente, potrebbe dare nuova linfa al nostro vivere, infondendo anche al nostro agire una qualità completamente differente da quella che esperiamo quando guardiamo il mondo a partire dalla “mancanza”.

Se la vita ci è donata, abbiamo la possibilità di rispondere con la nostra gratitudine, avendone cura. Non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo cambiare la porzione di mondo su cui abbiamo influenza. Non si tratta necessariamente di gesti eclatanti, la gratitudine si manifesta nelle piccole cose: dal preparare un pasto sano per i nostri cari o per noi stessi,  alla cura di una pianta, ad una parola di conforto, ad un favore fatto senza aspettarsi nulla in cambio, ad una telefonata ad una persona a cui far sentire la nostra presenza.

La gratitudine si esprime nel dare.. Perché in realtà dare e ricevere sono la stessa cosa: la pianta che libero dalle foglie secche e nutro con acqua e amore mi restituirà le sue nuove gemme e i suoi fiori mi renderanno grata..

Si tratta di creare circoli virtuosi di gratitudine che ci faranno guardare il mondo con occhi nuovi, di iniziare ad utilizzare quella che Mauro Scardovelli definisce la Farmacia dell’Anima[ii] contrapposta alla farmacia dell’ego.. perché le emozioni positive creano anche una biochimica nel  nostro corpo e quindi provare gratitudine oltre ad essere piacevole fa anche bene!

E per sentire e sperimentare gratitudine è importante fermarsi e osservare la pienezza di ciò che c’è invece di concentrarsi sulla mancanza. E anche gli spazi vuoti che sentiamo “mancanti” sarà più facile colmarli con la creatività che scaturisce dal nostro Essere-qui ed Essere-in-relazione con noi stessi, gli altri e il mondo,  che ci riporta all’Esserci di Heidegger.

Quindi.. fermati, respira, e agisci nel mondo con gratitudine!

Grazie!

  • [i] William Shakespeare, La Tempesta, Prospero: atto IV, scena I: “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. / testo originale: “We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep”.
  • [ii] Mauro Scardovelli, psicoterapeuta, giurista, musicoterapeuta e trainer: “Farmacia dell’anima e Farmacia dell’Ego: L’importanza della gratitudine” – Video da questo link: https://www.youtube.com/watch?v=O3CagU83Fw0

FontePhoto credits: Yoko Patrizia Miali
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Nata a Martina Franca, dopo il Diploma Scientifico, si trasferisce a Roma laureandosi in Lettere e Filosofia, con indirizzo Discipline dello Spettacolo ed una tesi in Storia del Teatro. Contemporaneamente ai suoi studi universitari, pratica danza e teatro, approfondendo le tecniche di Grotowski ed Eugenio Barba. Scopre ben presto anche la sua passione per la fotografia, che la porterà negli anni a realizzare numerose esposizioni e ad appassionarsi di fotoreportage. Documenta in Argentina la lotta delle Madri di Piazza di Maggio e approfondisce lo studio del fotogiornalismo con un Master in Fotoperiodismo a Barcellona (Spagna). Si interessa di consapevolezza e ricerca spirituale, formandosi in varie tecniche di Meditazione, Reiki e altre discipline olistiche. Svolge numerosi lavori: insegnante di italiano per stranieri, (Diploma DITALS), organizzatrice di eventi (Master in organizzazione eventi culturali), fotografa, segreteria organizzativa di Festival musicali (Pietre che Cantano, Cisternino). Corona il suo iter formativo con il Diploma di Gestalt Counselor presso l’Istituto Gestalt di Puglia, nel gennaio 2014, riconosciuto dall’associazione CNCP (Coordinamento Nazionale Counselor Professionisti). Grazie al Counseling crea un percorso di crescita personale e consapevolezza che unisce tutte le risorse acquisite negli anni, integrando consapevolezza e creatività, dove il mezzo creativo/artistico (teatro, danza, fotografia, scrittura creativa) e le tecniche di meditazione si integrano con le tecniche del Counseling e della Gestalt nel sostenere e supportare la conoscenza di se stessi e rapportarsi alle problematiche quotidiane e alle scelte di vita con maggiore creatività e attivare un proprio personale percorso di cambiamento e/o miglioramento del proprio essere al mondo. Il primo di questi percorsi “CreAttivi_Amo la Vita!” ha avuto luogo presso l’Ass.ne Culturale “Il Tre Ruote Ebbro” a Locorotondo nel 2015/2016. Attualmente sta completando la formazione in Bioneuroemociòn, presso l’Enric Corbera Institute di Barcellona (Spagna).

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