In un negozio di cellulari. Il papà: “Ha un cellulare per mia figlia?” La commessa guarda, sorridente e perplessa, la bimba che dà la mano al papà, età stimabile: circa 4 anni.

“Scusi, signore” – risponde cortese – “Ma noi non abbiamo cellulari giocattolo”.

“Signorina, noi ne vogliamo uno vero” – fa il papà piccato, ammiccando verso la bimba che annuisce seria e compiaciuta.

La commessa sembra ancor più perplessa di prima. Ingoia lo stupore che, a chiare tinte, si stende sul suo viso e tira fuori un cellulare con tanto di griffe di un cartoon per bambine…

La commessa però è tenace e tenta un’ultima difesa: “Guardi che si tratta di un cellulare touch-screen!”. E il papà, sempre più orgoglioso della sua bimba prodigio: “Ma la bambina sa usare molto bene il touch-screen”…

 Istantanea di un mondo sempre più digitalizzato, interconnesso, multimediale, socialnetworkizzato. Un mondo in cui si allarga sempre più il famoso, famigerato “digital divide”, il fossato che separa coloro che usano le tecnologie informatiche e quelli che non le usano affatto o provano ad usarle con risultati non sempre confortanti, perché sono nati al di là del fossato.

 E d’altra parte…

 Odysseo parte in sordina, quasi in silenzio. Niente campagna promozionale, niente preannunci, neanche una conferenza stampa per il lancio. A dispetto di questo, in pochi giorni, proprio grazie ai social network, Facebook su tutti, raggiunge migliaia di lettori, con centinaia di visite per ciascun articolo e un pubblico, ovviamente, in gran parte italiano, ma che spazia da tutti gli altri Paesi europei, a quelli del Nord e Sud America, per arrivare in Africa, Asia, Australia.

 Un successo, senza dubbio, di cui siamo grati a voi lettori. Ma anche un dato da interpretare: se dai numeri che indicano quanti siete e quante visite fate si passa a quelli che indicano quanti secondi vi fermate a leggere, ecco che la situazione cambia. Perché il numero delle visite non sempre coincide con un numero di secondi sufficiente a leggere almeno un articolo…

 E allora viene spontanea la riflessione: usiamo la tecnologia dell’informazione, ne facciamo persino abuso (perché credo ancora che sia un abuso dare un touch-screen ad una bimba di poco più di tre anni..), raggiungiamo in un click mezzo mondo, ma poi non abbiamo tempo per soffermarci a osservare, a leggere, a riflettere.

 … Luci e ombre di un mondo che cambia.

 Odysseo prova a misurarsi con le une e le altre. Inter-naviga nel mondo della rete globale, se ne serve, spera di non annegarvi, ma nello stesso tempo offre una zattera a quanti vorrebbero almeno per un attimo tirarsi fuori del gorgo e fermarsi ad ammirare la bellezza di un tramonto, la profondità di un sorriso, l’amarezza di una lacrima, la tenerezza di una bimba che saprebbe e dovrebbe, ancora, giocare con le bambole: per lo smartphone ci sarà tempo.

Paolo Farina


[ foto http://www.pensaremac.it/ ]

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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

1 COMMENTO

  1. Alibito nell’osservare come oggi un gruppo di cinque dodicenni,anche meno forse,tre maschi due femminucce comunicano tra loro attraverso i loro smartphone,ognuno il suo(desolazione assoluta)!Avrei voluto mostrarvi una foto ma nel momento in cui stavo scattando il genitore di uno dei ragazzini era passato per prelevare uno di loro,decidendo di fermarmi dall’imbarazzo!

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