Fior da fiore dalle Voci di dentro. Versi dell’anima, di Domenico Marrone, editrice Rotas, 2021
Illustrazioni di Francesco Sfregola, Prefazione di Rosario Lovecchio
Domenico Marrone è un uomo. È anche un cristiano. Infine, un prete. In questo esatto ordine di priorità: decrescente, per come e quanto penso di conoscerlo.
Che un uomo scriva versi, è verità antica quanto la notte dei tempi: è nata forse la poesia ancor prima che la parola. Di sicuro, la poesia ha partorito e continua a partorire parole.
Anche che un cristiano scriva versi, non è una novità: le nostre biblioteche sono piene di autori di tal fatta e basterebbe ricordare che siamo nei 700 anni della morte di Dante, il padre della Divina Commedia, il poema cristiano per eccellenza.
È forse meno frequente che un sacerdote scriva versi, ma anche qui non si tratta di una novità: mi piace ricordare i nomi di Clemente Rebora e David Maria Turoldo.
Dunque, cosa colpisce chi legge le “voci di dentro”, i “versi dell’anima” di don Mimmo? Io credo di poter dire: la sua singolare maniera di coniugare – insieme, senza sconti e senza commistioni forzose – il suo essere un uomo che crede e un presbitero che si interroga.
Così, quando don Mimmo scrive di verità, non lo fa in veste ieratica e confessa:
Verità
S’inerpica il pensiero
su rupi scabrose
a tentoni,
cercando
fenditure inedite
da cui spiare
barlumi di luce
di lontani orizzonti.
Come le Illustrazioni di Francesco Sfregola e la Prefazione di Rosario Lovecchio felicemente documentano, la parola di don Mimmo è più spesso un “Grido”, una domanda, piuttosto che una risposta:
Perché
Perché il tempo
tesse trame
i cui fili
prima lascia
a bandoli separati?
Perché la luce
avvolge di raggi
volti ignoti
ma ora familiari
come dall’eternità?
Perché la vita ghermisce
in un unico abbraccio
corpi condannati alla separazione?
Perché la gioia
inonda la nostra esistenza
come un fiume in piena
e ci impone di mai saziare
la nostra sete?
Cerca un “Compimento”, don Mimmo, questo sì, ma come anelito ancora da colmare, come un cuore che ancora deve squarciarsi, ha da farsi miriade di frammenti, se vuole attingere i “confini dell’universo”.
“Nel sepolcro dei giorni”, per citare ancora una delle sue poesie”, è la “Brama” che erompe virulenta, la stessa che:
S’insinua
ti rode
t’assale
t’afferra
ti vince
e ti arrendi.
L’uomo Mimmo, il cristiano e il prete, si badi bene, non sono mai ripiegati su stessi: sono sempre voce che accompagna i dolori e le speranze della propria gente, che si fa denuncia di “Maficidio”, che si leva in inno alla “Inebriante presenza” della bellezza femminile.
Certo, l’approdo, la resa, non può che essere in Dio, ma pur sempre e solo come un orizzonte di luce, al termine di un faticoso cammino:
Dio
Tersa rugiada
Ti offri alla sete
della mia vita
e trasparente
mi mostri
orizzonti di luce
nel mio faticoso cammino.
***
La silloge poetica Voci di dentro. Versi dell’anima, di Domenico Marrone, sarà presentata a San Ferdinando di Puglia, giovedì 4 marzo, con inizio alle ore 19:00, presso la parrocchia San Ferdinando Re.
Interverranno l’autore, il prof. Paolo Farina, S.E. mons. Leonardo D’Ascenzo
Intermezzo musicale a cura del mezzosoprano Clarissa Piazzolla e dell’organista Daniele Mariorano
Il ricavato del libro sarà devoluto per la raccolta di fondi
UNA SPERANZA PER MARCO