Un interista a Pechino, ma per il brand Juve…

In un mio articolo dell’anno scorso sul calcio in Cina, ho riportato anche l’esperienza di Daniele D’Eustacchio, italiano di Melzo (comune della città metropolitana di Milano) che dopo anni di esperienza come allenatore dei ragazzi cinesi in varie città della Cina, tra cui l’esperienza estrema in Mongolia Interna, è stato da poco nominato direttore tecnico della Juventus Academy a Pechino e Tianjin.

Un’opportunità sorta quasi per caso, visto che Daniele era seriamente intenzionato a trasferirsi in Malesia per una nuova avventura, sempre nel settore calcistico, di cui si è sempre occupato con impegno e passione.

“A dire la verità, tuttora vorrei andarci” ci dice, “ma purtroppo a causa della pandemia di Covid ho dovuto rivedere i miei piani, finché non mi è arrivata questa proposta che proprio non potevo rifiutare”

Ma com’è arrivata questa proposta?

“Sono stato contattato direttamente dalla Waitex Group un’importante società che si occupa, tra le altre cose, della gestione di accademie calcistiche dei grandi club internazionali, tra cui appunto la Juventus. Ci siamo trovati subito d’accordo, loro sanno cosa possono ricevere da me, vista la mia esperienza nell’ambiente calcistico giovanile cinese che ormai conosco da diversi anni. Sono stato assunto come direttore tecnico, e quindi mi occuperò della gestione del programma dell’Academy, sia nelle scuole, pubbliche e private, che nelle ore extrascolastiche, sia nelle nostre strutture site a Pechino e Tianjin, città a circa 140 chilometri dalla capitale.

Lavoriamo con le scuole pubbliche e private, statali e internazionali, negli orari scolastici o extrascolastici, e tutte le attività saranno gestite da me. Inoltre, mi occuperò anche della gestione degli allenatori locali, sia quelli a tempo pieno che i part-time”.

Il lavoro di Daniele però non si limiterà soltanto al campo, ma riguarderà anche la gestione del lavoro in ufficio.

“Mi occuperò anche dei rapporti con la community locale italiana e internazionale. Per rapporti con la community, intendo le partnership con altri enti come ristoranti, locali, ma anche la camera di commercio e l’AGI, cioè l’associazione dei giovani italiani a Pechino. Tra gli accordi di partnership che abbiamo già stipulato, ci sono quelli con il ristorante Buona Bocca di Pechino, il ristorante Venezia Club di Tianjin, e altre aziende di food and beverages e che coopereranno con noi a livello di marketing e nell’organizzazione di eventi in cui provvederanno anche al servizio catering, e che hanno partecipato anche alla mia presentazione.

A parte questo, sarò il responsabile principale della promozione del brand Juve in Cina e della crescita dell’Academy, il che è una grande responsabilità e una bella sfida, anche perché promuovendo il marchio Juve, contribuisco pure a diffondere ulteriormente il Made in Italy in Cina, anche attraverso le collaborazioni di cui parlavo prima”.

In conclusione, Daniele ci parla anche dei progetti che ha già avviato per questa nuova avventura, con una particolare attenzione rivolta al calcio femminile.

“Fondare un settore interamente dedicato alle ragazze è una delle mie priorità. Spesso in Cina le bambine sono timide, non se la sentono di giocare con i maschi, mentre alcune sono molto interessate a questo sport ma non sono incoraggiate dalla famiglia a praticarlo.

È proprio qui che dobbiamo intervenire noi, mostrando la qualità del nostro lavoro e le ottime prospettive per le giovani aspiranti calciatrici che si iscrivono ai nostri corsi, perché le ragazze qui sono più intelligenti e disposte ad imparare dei ragazzi, e lo dico per esperienza personale (basta fare un confronto tra i risultati ottenuti dalla nazionale maschile di calcio e da quella femminile, per avere un’idea di ciò che afferma Daniele).

“Un altro progetto a cui tengo molto, è una scuola dedicata esclusivamente ai portieri, che praticamente non esiste in Cina. I cinesi tendono a sottovalutare molto questo ruolo, e non hanno mai dedicato molta attenzione all’allenamento dei portieri, nonostante per regolamento non possano essere schierati portieri stranieri nei maggiori campionati nazionali (il che non funziona da stimolo, a quanto pare).

Contiamo quindi di creare una struttura in cui tutti i ragazzi che aspirano a diventare portieri possano allenarsi in modo specifico, perché quello del portiere è un ruolo molto delicato, che richiede coraggio”.

La nostra speranza è quella di espanderci e allargare le nostre collaborazioni, aprendo scuole anche in altre città oltre a Pechino e Tianjin, e soprattutto di creare squadre che possano partecipare a tornei nazionali e internazionali.

Il tutto, naturalmente, sarà sempre svolto con la massima attenzione alla crescita dei ragazzi, sia dal punto di vista fisico che psicologico, garantendo alle famiglie che i loro figli imparano e si divertono in un ambiente ideale per loro”.

Insomma, come avrete capito, a Daniele D’Eustacchio l’entusiasmo non manca di certo, e a noi non resta che fargli un grosso in bocca al lupo per questa nuova avventura, anche se a me personalmente pesa un po’ fargli gli auguri, visto che sono interista.

P.S. È interista anche lui.