La mafia non sempre uccide e spesso prende in ostaggio la speranza delle persone
Il termine “mafia” ha un’etimologia incerta, è una sorta di tappeto semantico sotto cui finiscono comportamenti umani contrari alla vita.
Udire un coro di voci nell’aula del Senato della Repubblica che grida: “fuori la mafia dallo Stato” non è né commovente né motivazionale né epocale. È una ammissione implicita alla collusione tra lo Stato e la mafia e alla impossibilità del primo di debellare un cancro mai fermato che ha avuto tempo di cementare metastasi.
Non crediamo alle prime forti e luccicanti promesse di un Governo appena partorito dal disagio istituzionale e dal vuoto sociale, occorre tempo perché un albero affondi le sue radici prima che una pernacchia di vento lo strappi alla terra della Costituzione e alle cure di un Popolo contadino.
La mafia è persino guadagnare più soldi di un operaio specializzato, senza che il proprio ruolo preveda un titolo di studio o esperienze pregresse.
Chiediamoci cosa sia e soprattutto chi sia la mafia. La mafia è occultare la verità, promettere la verità, lasciare che la verità si perda nel castello della burocrazia.
La mafia è chi usa una apparente gentilezza, chi non distribuisce il bene con la scusa che i tempi non sono ancora propizi.
La mafia non sempre uccide e spesso prende in ostaggio la speranza delle persone.
È molto più pericoloso chi in giacca e cravatta guida la macchina delle istituzioni, di cui ha in comodato le chiavi, verso un parcheggio nella periferia della civiltà e del diritto, dove nessuno noterà che è rimasta immobile.
Ma perché non capite (o non volete ammettere a voi stessi) che non si tratta di un governo insediatosi grazie al malessere dei cittadini, ma è un governo voluto da anni di attesa mentre la sinistra italiana con l’aiuto di alcune forze extra nazionali, ci teneva schiavi senza permetterci di votare un nostro governo! È un segno epocale eccome. Mi spiace vedere come la linea editoriale di Odysseo.it stia svelando pian piano qualcosa che non mi piace affatto.
Gentile Nunzio,
finora mi sono guardato bene dall’intervenire personalmente sui commenti precedenti, ma, chiamando tu in causa “la linea editoriale di Odysseo”, mi obblighi a risponderti. Odysseo è un giornale libero, che non è sul libro paga di alcuno e che lascia i propri autori altrettanto liberi di firmare i propri articoli. Rarissimi, e sempre motivati, sono gli interventi “censori” del direttore. Prova ne sia la pubblicazione di articoli, anche nei giorni e nelle settimane recenti, con chiavi di lettura assolutamente distinte e spesso distanti, persino tra loro opposte, eppure rappresentate all’opinione pubblica con la medesima dignità: essendo tu un nostro fedele lettore, non ti sarà difficile trovare riscontro a questa mia affermazione. Ovviamente, tu sei padronissimo di dire che non ti piace il nostro lavoro: ce ne dispiace, ma troveremo nuovi stimoli per provare a fare meglio. Quanto alla tua affermazione “votare un nostro governo”, non mi pare che ci sia mai stata una campagna e un programma elettorali in cui Lega e Cinquestelle si siano presentati insieme a chiedere il voto dei cittadini: se così fosse stato, la tua lettura sarebbe ineccepibile, ma, dato che così non è stato, mi lasci il diritto di dubitare che Salvini e Di Maio, se si fossero presentati insieme, avrebbero ottenuto il medesimo consenso che hanno preso l’uno con il centrodestra e l’altro da solo. Di certo, però, questa maggioranza non è stata votata dagli italiani, a differenza di quanto era accaduto in passato. Ci sono le opinioni e ci sono i fatti: i fatti hanno il difetto di essere resistenti al tempo…
Si, è vero e lo confermo al di là del mio divergente pensiero su alcuni articoli, Odysseo è una testata libera e… mi piace pure molto, tanto da desiderare di conoscere di persona alcuni articolisti, tra cui Ercolino, semplicemente per manifestare loro il mio apprezzamento.
Grazie della risposta esaustiva e chiedo venia per il commento eccessivamente critico sull’intera linea editoriale.
Buon lavoro e… a rileggerci presto.
Grazie, Nunzio! Continua a leggerci e a criticarci, se è il caso: ci servirà per provare a fare meglio…
È cosi da anni … da sempre. Il potere di “riciclo” della mafia è una delle caratteristiche essenziali dell’universo mafioso. Il Giudice Falcone ha “scoperchiato” questo lato del fenomeno che rafforza il suo esistere proprio nel nascondersi e nel confondersi con il lato “buono” e pulito della società prendendone non solo le sembianze ma l’anima. Quale la scoperta?