Silvio Spaventa era politico, senatore ottocentesco, patriota, liberale

“Ma questa direzione dello Stato, data al partito preponderante, non deve opprimere lo Stato, cioè la giustizia e l’eguaglianza giuridica, che ne è l’anima informativa, la giustizia per tutti e verso tutti, così per la maggioranza come per la minoranza. La protezione giuridica … deve essere intera, eguale, imparziale, accessibile a tutti, anche sotto un governo di parte. L’amministrazione dev’essere secondo la legge e non secondo l’arbitrio e l’interesse di partito; e la legge deve essere applicata a tutti con giustizia ed equanimità verso tutti” (Silvio Spaventa, Giustizia nell’amministrazione – discorso pronunciato nell’Associazione costituzionale di Bergamo il 7 maggio 1880, in S. SPAVENTA, “La politica della Destra. Scritti e discorsi”, Laterza, Bari, 1909, pag. 59).

Silvio Spaventa era politico, senatore ottocentesco, patriota, liberale.

Occorrerebbe per le destre di oggi interiorizzare nonché attualizzare, almeno, alcuni spunti di lezioni magistrali come quella dello Spaventa. Per quel che concerne le riforme volute dalle minoritarie sinistre contemporanee a larga banda rossa, invece, siccome la questione sociale è impellente e richiede di tirare la coperta dei fondi pubblici per gli investimenti di Welfare in favore delle “classi” medie e basse, con conseguenti maggiori contribuzioni da parte dei magnati del mondo economico e finanziario, penso che si debba spiegare che i cambiamenti effettivi e maturi sono frutto di sedimentazioni di manovre efficienti su ulteriori manovre vincenti. Un Paese innovatore della nuova èra non può procedere né con un classismo tradizionale né con un classismo a rovescio, appunto azzurrino o rosso che sia. Occorre pertanto andare al di là dei classismi classici con cui siamo stati abituati ad interpretare la realtà nella sua mobile statica.

La crisi dei lumi delle coscienti sinistre alloggia sul fatto che le rifondative riforme di lunga durata, presenti nei loro intenti programmatici, non sono viste come raggiungibili dall’elettore che, sfiduciato, ha fame di risolutive immediatezze. Questo si avverte nella psicologia sociopolitica contemporanea.

La destra storicizzata dello Spaventa non spaventi i cultori del progresso. Come diceva la rivoluzionaria Frida Khalo: “Non far caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini”. L’ottica prospettica delle “classi” contrapposte, che ancora circola in anacronistici ambienti innamorati che vengono comunque inglobati nel moderato polo sinistro di massa, è un’ottica che continua a illudere e confondere i giovani che appunto preferiscono movimento più sfumati a ideologismi stanchi e consumati dai propri nonni.

La storia è coscienza, la storia è l’atrio lucente per accedere liberamente alla fioritura della consapevole partigianeria del proprio tempo. La storia diviene coscienza per adempiere al corso non naturale ma razionalmente nonché eticamente necessitato del progresso nei tempi. Ma mi fermo qui. Il mio cervello è sempre “incinto”; il mio cuore in tentativo d’aborto. Ma poi desisto: la mia patria, d’altronde, è il pensiero proiettato al di fuori e al di là di me.

E se per qualcuno il pezzetto di terra nel quale è nato è patria – e ci sta, perché è bello l’amore per la propria terra, io amo la mia – non esito, invece, a gridare che “matria” per me è l’universo , l’infinito. Per affezionamento alla gloria della mia terra, non esito ad ammettere che questo sentimento che condisce il mio razionalismo universalista di base è rivolto a lei, alla mia Italia ahimè ferita.


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Luigi Trisolino, nato l’11 ottobre 1989 in Puglia, è giurista e giornalista, saggista e poeta, vive a Roma dove lavora a tempo indeterminato come specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, all’interno del Dipartimento per le riforme istituzionali. È avvocato, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche, sovranazionali, internazionali e comparate”, più volte cultore di materie giuridiche e politologiche, è scrittore e ha pubblicato articoli, saggi, monografie, romanzistica, poesie. Ha lavorato presso l’ufficio Affari generali, organizzazione e metodo dell’Avvocatura Generale dello Stato, presso la direzione amministrativa del Comune di Firenze, presso università, licei, studi legali, testate giornalistiche e case editrici. Appassionato di politica, difende le libertà e i diritti fondamentali delle persone, nonché il rispetto dei doveri inderogabili, con un attivismo indipendente e diplomatico, ponendo sempre al centro di ogni battaglia o dossier la cura per gli aspetti socioculturali e produttivi dell’esistere.