Kein Hass [1]
Quei tanti segni divenuti storia
rimandano severi alla tragedia
scuotendo la memoria dall’inedia
senza cercar vendetta o vanagloria…
Ché nel conflitto, il falso vincitore,
pur s’è scampato all’orda di brutture
avrà dappoi l’attendere sventure
dal giusto Dio saggio inquisitore.
E la condanna, più che morte certa,
è il rivedersi i crimini commessi
ormai stanziali e in animo connessi
dove la pena resta sempre allerta
facendo, del rimorso, eterno strazio
e dell’indulta tregua giammai sazio.
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[1] “Nessun odio”