Testimonio quindi che alcune parole pronunciate da uno sghembo microfono sono uscite così, con energia e amore e sono esplose con tanta carica da fare danzare tutti!
Ci sono stata! L’altra sera, in piazza. Viterbo era gremita. Freddo, molto freddo e aveva appena grandinato. Avevo la stanza allagata. Ma non me la sarei persa per nulla al mondo quella piazza! Io, come una testimone. Presente ad ogni scintilla di cambiamento possibile per questa nostra zoppa società che sembra persa, sopita, rimbambita da un bombardamento mediatico che continua a iniettare nelle menti e nel cuore della gente la sua energia funesta di odio e vendette, di paura e coltelli, di primi e di ultimi. Eravamo tristi prima che questi ragazzi ci offrissero il coraggio di uscire dalle nostre case per smetterla con il lamentarsi e il ripiegarsi sotto la bandiera della sconfitta senza remissione.
Come se le urla e i berci di chi continua a spargere cattiveria gratuita come ostentazione del proprio potere fosse talmente forte da offuscare ogni buon proposito di bellezza e comunione fra la gente… fra le genti. Ma non è così! La breccia è stata aperta dalla forza dell’intelligenza e del cuore di alcuni ragazzi che finalmente ci hanno mostrato come sia ancora possibile dire sì alla bellezza e alla speranza. E da quella breccia infinite le anime stanno uscendo e mostrando che in realtà la forza della vita non ha opposizione abbastanza capace da fermarla del tutto, schiacciarla e farne carne da mercato. La vita! Volevo sentire dopo tanti anni che non avevo più voglia di scendere in piazza, cosa ci fosse di diverso che mi stava scuotendo e mi chiamava; e ho pregato di non ritrovarmi ancora una volta a sentire le stesse “cose-da-politici”.
Testimonio quindi che alcune parole pronunciate da uno sghembo microfono sono uscite così, con energia e amore e sono esplose con tanta carica da fare danzare tutti! Significa forse, allora, che questa nostra umanità ha ancora una possibilità di riscatto, di respirare nuove atmosfere? Testimone: inclusione, amore, bellezza, arte, comunione, condivisione, collaborazione, empatia. Ecco cosa ho sentito! Non una parola “contro”, solo il desiderio forte di riscrivere nuove realtà radicate in quei valori umani che parevano sviliti e stravolti a forza di arancini e manganelli. A forza di insulti lanciati come sassi su tutti i più deboli; a forza di ignoranza innalzata a vessillo e in nome della gente che è invece tradita e manipolata; perché la gente se la ami non la tieni inconsapevole e rimbecillita dalla più sciatta emotività che dalla pancia arriva alla bocca e poi al fucile.
Se davvero lo ami il popolo gli offri ogni mezzo perché si elevi e non metti alla picca i libri o la testa di chi promuove un poco di cultura. La cultura che libera davvero la gente! La potenza dei media questa volta ha fallito, il virtuale s’è incagliato nella marea di bestemmie e improperi di ogni hater e ha ceduto il passo all’amore, alla sua rivoluzione di corpo a corpo veri e reali nella piazza. Il primo passo di questo movimento sembra farsi profondo e lasciare un solco, un’impronta indelebile nella Storia. Per una sera sono stata felice di essere fra queste piccole forti sardine e testimonierò – anche a loro! – se dovessero perdere la rotta che quelle parole di bellezza sono state dette. Testimonierò che l’essere umano ha voglia di gioia e felicità. Testimonierò che il vento freddo di quella sera ha portato in ogni luogo parole trionfanti piene di speranza. Speriamo che non vengano dirottate queste piccole grandi bestioline d’amore verso quel posto tanto piccino che è il luogo della disonestà del potere.
Vorrei scriverle molto di più ma non posso col cellulare, anzi vorrei parlarle di persona, proprio perché lei (quanto mi è antipatico che Odysseo fa usare il “lei”) ha evidenziato il bello della presenza fisica in piazza, io infatti non sono “social”.
Ma vorrei parlarle proprio per dirle che non sono stati questi ragazzi che hanno avuto il coraggio di organizzare e fare nascere tutto questo. Il movimento delle sardine è subordinato e sottomesso al potere che invece andrebbe combattuto.
Le sardine sono funzionali alle strategie politiche del PD e dei poteri forti che schiacciano gli stessi ragazzi e ragazze che vanno in piazza a manifestare contro il fantasma del fascismo (lo so bene che per voi “fascista” sarebbe ogni azione che lede le vostre idee, ma tant’è appunto).
Sono molto dispiaciuto che la sinistra continua a strumentalizzare i giovani.
Cari giovani, ribellatevi per davvero! Uscite dalla solco pseudo culturale delle passate generazioni fondatesi su una religione laico-atea (a tratti fascistoide) negli anni ’60 e ’70!
Come direbbero “loro”: autodeterminatevi!
Caro Nunzio
sono d’accordo con lei, come sempre! Solo che io vedo una scintilla di possibilità ed è là che mi appoggio ed è là che metto l’accento ed è quello a cui bisogna dare risalto senza sempre solo criticare e versare veleno. Anche lei sembra essere “testimone” di tante cose e quindi potremmo insieme tenere alta l’attenzione sulle ottime intenzioni che possono invece stimolare la coscienza di questi ragazzi – che poi in realtà la piazza era piena di gente di ogni tipo, anche meno giovani, anziani e donne e papà che non volevano lasciare ai figli un futuro di odio, e italiani colorati! – e stare in allerta se si perde la rotta, no? Tant’è che ho scritto:
“Per una sera sono stata felice di essere fra queste piccole forti sardine e testimonierò – anche a loro! – se dovessero perdere la rotta che quelle parole di bellezza sono state dette. Testimonierò che l’essere umano ha voglia di gioia e felicità. Testimonierò che il vento freddo di quella sera ha portato in ogni luogo parole trionfanti piene di speranza. Speriamo che non vengano dirottate queste piccole grandi bestioline d’amore verso quel posto tanto piccino che è il luogo della disonestà del potere.” Grazie Nunzio lei è sempre molto stimolante.
E lei è una bella persona, davvero. Che Dio la riguardi.