«Tutto il mondo è casa nostra e bisogna prendersene cura insieme»

«Puliamo il mondo è un’iniziativa in cui in una data giornata, i volontari ambientali di diverse città del mondo, si ritrovano in contemporanea per ripulire parchi, quartieri, strade, spiagge. foto-3-19Noi ad Andria la organizziamo da 8 anni e per la seconda volta ci occupiamo del quartiere San Valentino». Spiega così Riccardo Larosa, coordinatore della sezione cittadina di Legambiente, quello che va in scena la mattina di sabato 24 settembre.foto-2-25

«Quest’anno poi il tema che si è voluto dare alla giornata è quello dell’Integrazione, nel senso che tutto il mondo è casa nostra e bisogna prendersene cura insieme. Ecco che a questa ripulita generale hanno preso parte anche i ragazzi stranieri ospiti nelle case d’accoglienza Migrantes».foto-1-26

In effetti a guardare tutta la gente radunata nel piazzale antistante la chiesa di San Riccardo, lo spettacolo è alquanto inusuale. Ci sono un centinaio e passa di cappellini gialli. A indossarli sono i volontari di Legambiente, i bambini in grembiule blu della scuola Salvemini-Imbriani, le loro maestre, la preside, i ragazzi dell’oratorio, gli operatori delle case accoglienza e i ragazzi immigrati, tutti africani.foto-1-25

Riccardo spiega a gran voce come si svolgerà la giornata, intanto le sue parole vengono tradotte in inglese, francese, bambara, swuahili. Poi si distribuiscono guanti, sacchetti e si parte. Ci si divide in gruppi, il morale è alto. I ragazzi scherzano, si fotografano, in gruppo, da soli e poi ci si mette a raccogliere davvero.foto-2-23

Qualcuno dai balconi guarda incuriosito, qualcuno per strada li chiama. “Ou mnoit a p-lzè do” [“venite qui a pulite”, ndr]. Fra questi un signore sulla settantina che coltiva un piccolo orto fra i casermoni del quartiere. Approfitta dell’aiuto perché, ci spiega, ritrova periodicamente il suo appezzamento circondato dai rifiuti più disparati. foto-4-18Secondo lui è perché la gente ha provato a fare la raccolta differenziata, poi ha visto che non c’erano risparmi in bolletta e ha ripreso a buttare tutto in maniera indistinta, come faceva prima, con l’aggiunta che ora non ci sono più cassonetti per strada. Ma c’è sempre la strada. Aggiunge che è gente di fuori quartiere che viene a lasciare lì quella roba.    foto-2-24

Ne approfittiamo per chiedergli come va la convivenza con i ragazzi nel vicinato. La maggior parte di quelli presenti, infatti, vive in quella zona, nella sua parte più esterna. Risponde che lo sa dove vivono, li vede sempre passare. Aggiunge che non hanno mai dato problemi a nessuno e nessuno in zona si è mai lamentato di loro.

Si va avanti. Riccardo incalza il gruppo che ha preso con sé. Dice ai ragazzi di non inoltrarsi troppo nei campi, che altrimenti non finiamo più. Meglio concentrarsi sui rifiuti ai cigli delle strade. In particolare ci tiene che sia linda la contrada che conduce alla casa accoglienza. Sì perché il senso in questo caso è doppio. Oltre a prestare un servizio alla città di Andria ripulendo una delle sue periferie più snobbate ed evitate, in realtà i ragazzi sistemano la zona di casa propria. Loro, venuti dall’Africa, si prendono cura della via in cui si sono trovati a vivere, che invece la gente nata a 2 chilometri da lì, ha pensato di usare come discarica.foto-1-24

Poi ci si ferma un attimo. Ci si passa l’acqua, il lavoro procede bene e il responsabile dell’oratorio dice a qualcuno che visto l’impegno, quel pomeriggio, dalle 16:30, il campetto della parrocchia sarebbe stato tutto per loro. Il campetto quello bello, con l’erbetta sintetica, le linee segnate, le reti nuove alle porte. La notizia si diffonde istantanea, tradotta in inglese, francese, bambara, swuahili. Si riprende a lavorare con una motivazione in più.foto-3-18

Cambiamo zona. Fatta una cura ci troviamo di fronte a un cumulo d’immondizia sproporzionato. Allora ci raggiunge il camioncino della nettezza urbana, si prendono altri sacchi di plastica, le pale, e ci si rimette a raccogliere. Uno dei ragazzi poi si tira su, sospira, ci guarda e dice “meglio Africa”. Siamo un po’ imbarazzati. Spieghiamo che poi in realtà, cioè, a un certo punto, passano delle squadre di operatori, sai, raccattano tutto, va bé, certo, ci vuole un po’ di tempo, ma ritorna pulito. Noi gente civile si usa così.


2 COMMENTI

  1. Amaramente constato che questo impegno etico-sociale di attenzione alla pulizia ed all’igiene degli spazi comuni si esplichi in una sola ed unica giornata. Qual è lo stato del quartiere S. Valentino, e non solo, in tutti gli altri giorni dell’anno?

  2. L’associazionismo, senza i soldi di nessuno, fa quel che puó. Le assicuro che anche una sola giornata qualcosa la cambia. Per impegni piu organici e duraturi, deve parlarne con l’amministrazione

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