Michele Sinisi: “Una città senza il rito del teatro non può essere nulla”

“Abbiamo immaginato il Festival come un organismo vivente che necessita l’ossigenazione delle zone periferiche al pari dell’organo centrale e che, ormai alla sua XX edizione, dimostra la maggiore età ampliando il respiro e avvicinandosi alla cittadinanza tutta”. Queste le parole dell’assessore alla Cultura Luigi del Giudice, che spiega la scelta dei luoghi del Festival: oltre allo chapiteau, cuore pulsante in piazza Vittorio Emanuele II, i palchi sono quest’anno dislocati nelle periferie di Andria._dsc6995

Un Festival che arriva davvero a tutti grazie al coinvolgimento delle scuole con i mattinée e all’interessamento della cittadinanza: “Se il Castel dei Mondi è importante, lo è grazie al pubblico – continua l’assessore – e alla sua partecipazione che conta oltre 500 abbonamenti”.  E su questo tema danzano le parole di Michele Sinisi, del Teatro Pubblico Pugliese, ieri a conclusione del suo Amleto: “Una città senza il rito del teatro non può essere nulla; il teatro si fa insieme per stare insieme. Oggi più che mai sento fortemente questo inizio Festival”._dsc6996

Con il quesito essere o non essere? si apre questa XX edizione che ha visto Michele Sinisi in scena alle 10.30 e alle 21: “Alla celebre domanda, i ragazzi della platea hanno risposto questo è il problema, quasi come il ritornello di una canzone pop.  È questo il bello di lavorare sui classici – spiega l’attore – Fornire un nuovo apporto ad un archetipo della letteratura è un lavoro arduo, tuttavia c’è una tale confidenza col testo che il pubblico ha sempre grande curiosità di conoscere altre rivisitazioni”. _dsc6971Un Amleto sicuramente inusuale, che in un soliloquio si trova ad affrontare i ricordi assillanti dei personaggi, tutti presenti nella sua testa; uniche testimoni le sedie vuote. All’insegna dell’umanità il laboratorio teatrale di Michele Sinisi, ormai alla sua II tappa dopo Roma, con il Zio Vanja di Cechov: “È un’indagine sull’umanità campagnola descritta dall’autore russo ma anche sulla capacità dell’attore di emanciparsi rispetto a ciò che racconta”._dsc6970

“Stupore, riflessione critica e immersività”: queste le parole chiave, racconta il direttore artistico Michele Carbutti, che si svilupperanno durante il Festival sino al 9 ottobre. Stasera, in replica alle 19 al Sagrato Porta Santa, in scena la centesima novella del Decameron con Griselda, della compagnia La luna del letto._dsc6987