Il tempo dinanzi è finito sul quale seminare l’infinito, fatica che si fa speranza, schizzi d’umanità
Il tempo è un soffio ed il bello sperimentato riporta una dolce memoria al cuore, si rende vivo nello spirito. La grazia dello Spirito è ricordare (ri-cor-dare), cioè ridonare al cuore. Il ricordo è in un presente passato, in un oggi rivissuto, nella possibilità di rivivere il bello in maniera nuova. È nella memoria che possiamo vivere intensamente il presente, è nel vivo ricordo del buono che l’oggi riceve entusiasmo e vita nuova. L’accomodante conformazione di tanti vissuti tradisce, in nome del conformismo, l’autenticità. La vera umanità paga al mondo il caro prezzo della sua originalità, chiamato coerenza.
Il tempo atteso, ogni nuova ora, giorno o anno, radicato alla speranza, trova la luce nel buio, il dolce nell’amaro, la forza nella debolezza. Il desiderio di pienezza, pur nelle difficoltà o nella debolezza, profuma il futuro arricchendo l’esistenza degli ultimi e degli abbandonati. Il dolore si addolorerá e la morte morirà, nel giorno in cui la speranza non avrà più ragion d’essere e vi saranno cieli nuovi e terra nuova, quando il tempo si metterà da parte, lasciando spazio all’eternità. Il tempo dinanzi è dunque finito sul quale seminare l’infinito, fatica che si fa speranza, schizzi d’umanità che sfoceranno in opere d’arte divinizzate.
Il tempo nuovo non sarà, per chi spera, soltanto buono, ma soprattutto bello.