Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu…
– Signora, tutto bene, ma la piccola è nata sottopeso e occorre tenerla nell’incubatrice. Resterà lì finché non avrà raggiunto il peso nella norma. In ogni caso è meglio che la facciate battezzare oggi stesso, purtroppo non è detto che possa certamente prendere peso. Potrete venire a trovarla tutti i giorni…
I colori, i suoni, i volti da lì dentro sono sbiaditi, tutto arriva ovattato. Non possono abbracciarmi, tenere stretta. Devo stare lì, ferma, sgambetto un pochino, ma devo aspettare che qualcuno venga a prendermi. Mi guardano dal vetro, mi sorridono amorevolmente e poi vanno via perché qualcuno dice loro che non c’è più tempo. Trascorrono tanti giorni, finché la voce che riconosco mi tiene forte tra le braccia e mi porta via.
– Signora, si sdrai, tranquilla, andrà tutto bene. Apra bene gli occhi, mi raccomando.
Le luci sono inguardabili, accecanti. Non riesco a sostenerne l’intensità. Devo resistere, lo so, è per il mio bene. Devo farcela. Non vedo più nulla se non quel bagliore assoluto. Con gli strumenti chirurgici il medico forza per cercare di strapparmi alle tenebre; con ostinata, professionale consuetudine toglie ciò che non serve più, rimodella, rassetta.
– Come va?
Il blu è meraviglioso, sbalorditivo. Non riesco a capacitarmi: un blu così intenso, profondo, catalizzante non l’avevo mai visto in vita mia. Luce, contrasto, colori, particolari riprendono vita. Il blu è unico, indescrivibile.
– Sto sognando o sono sveglia?
Il cielo, le foglie sugli alberi, i bagliori del Sole che si riflette sul mare, i volti delle persone, le case, le strade, tutto ciò che mi circonda assume una nuova prospettiva, si inserisce in una rinnovata profondità di forme e colori.
Non sono nata una volta sola: sono rinata più e più volte. È un sogno? È realtà? È un caleidoscopio di colori ed emozioni. Non mi interessa sapere se sto sognando o se sono sveglia: mi tuffo appassionatamente nel blu che mi accoglie come Madre.