13 agosto 1961- 9 novembre 1989: 28 anni di vergogna, 28 anni in cui il muro di Berlino non ha spezzato in due solo una città, ma un’intera nazione, l’Europa tutto, il mondo stesso.
I muri in realtà erano due, alti 3,60m e lunghi 155km, uno a Berlino Ovest, l’altro a Berlino Est, correvano paralleli, ed erano separati dalla “striscia di morte”, una zona franca, larga decine di metri, in cui, negli anni, hanno trovato la morte non meno di 133 persone, ma c’è chi sostiene oltre 200, uccise mentre tentavano la fuga verso Berlino ovest.

Ma il Muro di Berlino non è stato solo questo. Non è stato solo una questione di mattoni. Il Muro di Berlino è stato il simbolo della spaccatura tra Est e Ovest, tra Patto di Varsavia e Alleanza Atlantica, tra Russia e Stati Uniti, nel cuore della guerra più aspra che mai sia stata combattuta, pur in apparenza di pace: la Guerra Fredda.

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[Coloro che, nel 1945, alla Conferenza di Potsdam, in rappresentanza dei Paesi vincitori della Seconda Guerra Mondiale, hanno sancito la divisione della Germania in due Stati, Est e Ovest. Seduti, da sinistra a destra: Clement Attlee, Primo Ministro della Gran Bretagna, Harry S. Truman, Presidente degli Stati Uniti, Josef Stalin, Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica; in piedi, alle loro spalle, da sinistra a destra: William D. Leahy, Ammiraglio americano e Ambasciatore in Francia, Ernest Bevin, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, James F. Byrnes, Ministro degli Esteri degli Stati Uniti, W. M. Molotow, Ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica. Foto: Autore sconosciuto]

I simboli, si sa, vivono oltre la loro storia e possono persino essere rovesciati nel loro significato originario: oggi il Muro di Berlino, abbattuto, è il simbolo della pace che è più forte della guerra, della volontà dei popoli che si dimostrano capaci di autodeterminarsi, del fatto che un muro non basta per separare l’uomo dall’uomo, il fratello dal fratello.
È questo il senso del “Muro di luci” (Lichtgrenze) che Berlino ha lanciato nel cielo il 9 novembre scorso, una scia luminosa di palloni bianchi, visibile anche dal satellite, che prima ha reso plasticamente l’idea dell’antica linea della barriera divisoria e poi l’ha fatta letteralmente volare in cielo.

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[Il “Lichtgrenze” visto dal satellite. Foto: www.daserste.de ]

Certo, in Germania non furono i primi ad avere l’idea di separare i popoli con un muro: dalla Grande Muraglia cinese al Vallo di Adriano, le varie tipologie di barriere di separazione hanno una storia antica.
Ma mai intensa come quella recente.
Mentre la retorica sulla caduta del Muro di Berlino non lesina commenti trionfalistici, si dimentica troppo facilmente che, quasi in ogni angolo del mondo, in Nord America, ancora in Europa e in Asia, per non parlare del muro di apartheid voluto in Medio Oriente da Israele, persistono forme varie di barriere, reti elettrificate, mura di cemento armato.
E, ovviamente, nessuno ne parla. O ne parla raramente.
Noi lo facciamo e vi abbiamo dedicato un articolo, I Muri della vergogna, al quale vi rimandiamo.

Paolo Farina


[Foto di copertina: www.viaggi24.ilsole24ore.com ]