La seconda parte della nostra inchiesta sul livello di familiarità con le istituzioni europee dei giovani maturandi andriesi ha testato la loro conoscenza generale dell’apparato istituzionale dell’UE.

Più di due studenti su tre sanno che i membri dell’UE sono 28, anche se un buon 25 per cento non è al corrente delle ultime due fasi di allargamento che hanno coinvolto Bulgaria, Romania (nel 2007) e Croazia (nel 2013). Fortunatamente bassa invece (7 per cento) la percentuale di chi sostiene che i membri dell’UE siano solo 15.

Scenario analogo si riscontra sul Trattato di Maastricht – pietra miliare del processo di integrazione europeo. Il 65 per cento degli intervistati sa che esso è stato siglato nel 1992, anche se uno studente su quattro lo confonde coi Trattati di Roma (1957), e uno su dieci col Trattato di Lisbona (2007).

Dal test si evince poi che in pochi conoscono la Commissione Europea – organo sovranazionale per eccellenza. In particolare emerge un po’ di confusione – di certo non facilitata dalla struttura di per sé intricata delle istituzioni europee – tra il Consiglio dell’UE, il Consiglio Europeo e il Consiglio d’Europa.

Interessanti anche i dati relativi al Presidente della Commissione. Mentre la metà degli studenti sa che Barroso è il Presidente uscente, una buona percentuale (31 per cento) degli intervistati ha indicato il nome di Angela Merkel. Ciò è senza dubbio il frutto del modo assai poco obiettivo in cui l’UE viene raccontata in Italia, quasi fosse una semplice appendice della Germania. Il 15 per cento ha poi risposto scegliendo l’opzione di Catherine Ashton, il discusso Alto Rappresentante della Politica Estera dell’UE.Gli studenti si sono rivelati molto più preparati su temi di natura economici. Più dell’80 per cento conosce Mario Draghi, il Governatore della BCE, mentre il 12 per cento ha indicato il vecchio Governatore della BCE Trichet e in pochi il nostro Ministro dell’Economia Padoan. Anche in questo caso, è probabile che il dato sia il risultato della preponderanza di temi economici nel dibattito politico italiano.

Infine, a testimonianza della cattiva qualità dell’informazione italiana, in pochi (29 per cento) sanno che un’elevatissima percentuale – che molti autorevoli esperti individuano addirittura nell’80 per cento – della legislazione nazionale ha origine da quella europea.

Si possono trarre due lezioni principali da questa indagine. La prima è l’esigenza di un rinnovato modo di comunicare l’Europa. Ciò consentirebbe a cittadini e  giovani di conoscere davvero le istituzioni. La tendenza è invece quella di criticare prima ancora di conoscere.

La seconda è che occorrerebbe ripensare i programmi di alcuni insegnamenti. Nelle scuole si dà poco peso alla storia dell’integrazione europea. In tutti i gradi di istruzione si dedica molto spazio alle vicende di egizi, assiri e babilonesi, ma nessuno legge il Manifesto di Ventotene.

Noi giovani possiamo essere il motore di questo cambiamento, ma per farlo non vogliamo tweet o annunci, bensì una profonda conoscenza di ciò che ci circonda.

Daniele Fattibene


 

[ foto www.globopix.net ]

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Daniele Fattibene è un giovane ricercatore della…conoscenza! Mezzosangue apulo-lombardo, napoletano di adozione ed Europeista convinto (e un pò disilluso) è laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali a Napoli (L'Orientale) prima e Forlì (Alma Mater Studiorum) poi. Si occupa di questioni di sicurezza europea con un interesse particolare verso i Paesi dell’Europa dell’Est. È come tutti noi un Ulisse 2.0, un cittadino del mondo amante delle lingue straniere, del viaggio, dell’ignoto e delle verità “scomode”. Collabora con diverse riviste e magazine online tra cui "AffarInternazionali", "EastJournal", "Social Europe" e "Reset". Lavora presso l'Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma. Twitter @danifatti